diMaria Giovanna Faiella
In occasione della Festa dei nonni, presentato a Roma il «Libro Bianco sull’attività fisica per l’invecchiamento attivo» di HappyAgeing. In Italia quasi 4 over 65 su 10 hanno una vita sedentaria
In Italia, secondo i dati del sistema di sorveglianza «Passi d’Argento» dell’Istituto Superiore di Sanità, quasi il 40% degli ultra 65enni riesce a svolgere attività di svago, sportive o domestiche (per esempio: lavori di casa, giardinaggio, cura dell’orto) raggiungendo i livelli di attività fisica raccomandati dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms); circa il 22% pratica qualche forma di attività fisica ma non raggiunge i livelli raccomandati quindi è «parzialmente attivo», il restante 38% risulta completamente sedentario. Eppure l’attività fisica è fondamentale per mantenersi in buona salute, sia a livello fisico che mentale. Da qui la necessità di una serie di interventi concreti che favoriscano la longevità in salute, proposti nel Libro Bianco sull’Attività fisica per l’invecchiamento attivo, presentato a Roma nel corso degli Stati generali dell’invecchiamento attivo promossi da HappyAgeing – Alleanza Italiana per l’Invecchiamento Attivo, col patrocinio dell’Istituto Superiore di Sanità, in occasione della Festa dei nonni il 2 ottobre.
Cosa s’intende per attività fisica
Va ricordato che per «attività fisica» l’Oms intende qualsiasi movimento corporeo determinato dal sistema muscolo-scheletrico che richieda un dispendio di energie superiore a quello che abbiamo in condizioni di riposo; quindi, sono comprese tutte le attività motorie comuni della vita quotidiana come passeggiare, fare le scale, andare a piedi o in bicicletta e anche attività domestiche come riordinare casa, lavare pavimenti e vetri, curare l’orto, fare giardinaggio. Ed è consigliato alle persone dai 18 anni in su di svolgere, nel corso della settimana, tra i 150 e 300 minuti di attività fisica aerobica «di intensità moderata» (circa mezz’ora al giorno, per esempio: camminata veloce o lavori domestici) oppure tra i 75 e i 150 minuti a settimana «di attività vigorosa», oppure combinazioni equivalenti delle due modalità.
In più, le persone dai 65 anni in su dovrebbero aggiungere, almeno tre giorni a settimana, esercizi per mantenere l’equilibrio e prevenire le cadute accidentali.
In ogni caso sono utili anche livelli di attività fisica al di sotto delle raccomandazioni dell’Oms, perché comunque in grado di produrre benefici per la salute.
Anziani, aggiungere vita agli anni
«HappyAgeing – dice il direttore Francesco Macchia – è stata tra le prime realtà ad accendere i riflettori sul tema dell’invecchiamento attivo, sfidando il nostro Paese ad aggiungere vita agli anni e non solo anni alla vita. Oggi l’invecchiamento attivo è il fulcro intorno al quale ruotano le politiche attuali e future dedicate alla terza età, dal momento che tutti gli studi statistici e le proiezioni indicano che la popolazione vivrà sempre più a lungo e con una fetta sempre più ampia di longennials. Gli over 65 saranno sempre più protagonisti della vita del nostro Paese, per numerosità e per aspettativa di vita – prosegue Macchia –. Quindi, non si può pensare di relegarli ai margini, pensando solo alla loro salute fisica. La sfida che ci attende è quella di politiche di più ampio respiro, che considerino gli anziani un grande patrimonio del nostro Paese, da tutelare e valorizzare».
Effetti negativi della sedentarietà
Il «Libro Bianco sull’attività fisica per l’invecchiamento attivo» analizza le tipologie di attività fisica per le persone anziane, comprese quelle in condizioni di fragilità e disabilità, ma anche le barriere nell’accesso ai programmi di attività fisica, proponendo possibili soluzioni.
«La sedentarietà e l’inattività fisica hanno effetti negativi sulla salute con ripercussioni sui sistemi sanitari, sull’ambiente, sullo sviluppo economico, sul benessere della comunità e degli individui e sulla qualità della vita – spiega uno degli autori del Libro Bianco, Maurizio Massucci, della Società italiana di medicina fisica e riabilitativa (Simfer) –. Per questo, HappyAgeing ha elaborato una serie di proposte per migliorare la diffusione dell’attività fisica tra gli anziani, frutto di esperienze sul campo e di sperimentazioni innovative condotte, nell’ambito dell’attività fisica, in diverse Regioni, col risultato di migliorare i criteri di accesso, la gestione, l’organizzazione generale, il monitoraggio dei percorsi di attività fisica e la soddisfazione degli utenti».
Le proposte
Per promuovere l’attività fisica tra gli over 65, secondo gli autori del Libro Bianco, occorrono efficaci campagne di comunicazione e informazione per informare sui benefici del movimento, coinvolgendo anche i medici di medicina generale, le farmacie e gli specialisti.
È inoltre necessario che gli enti locali si attivino con l’organizzazione di eventi, festival e giornate dedicate.
Sarebbero utile, poi, secondo i promotori del documento, definire politiche di agevolazioni fiscali per le aziende che vogliono investire in centri sportivi in cui si pratica attività fisica rivolta agli anziani e prevedere, per gli over 65, incentivi fiscali per favorire l’iscrizione a programmi o centri sportivi.
E poi: i Dipartimenti di Prevenzione delle Aziende sanitarie dovrebbero svolgere un ruolo di garanzia e coordinamento delle iniziative per l’attivazione e frequentazione dei percorsi di attività fisica, così da garantirne la qualità.
«Le soluzioni proposte – riassume Massucci – prevedono un coinvolgimento a più livelli di società civile, singoli cittadini, istituzioni governative, regionali e locali e aziende private. Garantire una buona qualità di vita delle fasce anziane della popolazione, infatti, è un investimento per il benessere di tutta la società».
«Calendario della vita»
Per mantenersi in buona salute, poi, gli over 65 possono usufruire delle vaccinazioni offerte gratuitamente dal Servizio sanitario nazionale, indicate nel Piano nazionale di prevenzione vaccinale.
Spiega Michele Conversano, presidente del Comitato tecnico-scientifico di HappyAgeing: «Occorre che si stringa un’alleanza proficua e duratura nel tempo tra istituzioni centrali e locali per ridurre, fino ad azzerare, le profonde differenze territoriali che si registrano sia in termini di vaccinazioni offerte che di coperture vaccinali, per malattie come l’influenza, il virus respiratorio sinciziale, l’herpes zoster e la polmonite pneumococcica, implementando strumenti come la chiamata attiva. Quest’ultima –sottolinea Conversano – ha ampiamente dimostrato il proprio valore in termini di aumento delle coperture vaccinali, come si evince dal Position Paper Strategia di Chiamata attiva per le vaccinazioni dell’anziano presentato lo scorso gennaio. Un altro punto su cui è necessario lavorare è il progetto di un “Calendario della vita” che allarghi la prospettiva del calendario vaccinale suddiviso per fasce di età e lo trasformi in una mappa degli appuntamenti di salute della vita di ciascuno, in modo che ogni cittadino possa sapere sempre quali strategie di prevenzione applicare per contribuire, in modo attivo, a migliorare la vita propria e dell’intera comunità».
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