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è caccia al killer in fuga #finsubito finanziamenti e gestione bed & breakfast


È in fuga, ha lasciato la zona. È scappato, ha abbandonato il proprio territorio, sa di avere la polizia addosso. Poche ore dopo l’omicidio consumato lunedì pomeriggio alla Duchesca, il quadro investigativo è abbastanza chiaro. C’è un identikit attendibile, gli inquirenti hanno una pista, a questo punto si tratta solo di mettere le manette ai polsi dell’assassino. Un killer solitario, che non ha avuto esitazione a fare fuoco davanti a decine di persone, non ha avuto esitazione ad ammazzare una persona nonostante la presenza del figlio di soli 11 anni.

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È questo il retroscena dell’omicidio di Luigi Procopio, 45 anni, colpito da almeno cinque colpi esplosi a distanza ravvicinata. È accaduto in vico settimo alla Duchesca, intorno alle 16.30 di lunedì scorso. Un agguato premeditato, anche se probabilmente successivo a un litigio che era avvenuto qualche ora prima. Una ricostruzione abbastanza diretta sotto il profilo investigativo, come emerge anche da quanto dichiarato ieri mattina dal procuratore di Napoli Nicola Gratteri, a margine della conferenza stampa per la retata a Caivano: «L’omicidio in pieno centro di Napoli di un uomo ucciso sotto gli occhi del figlio di 11 anni è grave, e sottolinea la spregiudicatezza di certa criminalità. Ma le forze dell’ordine e la magistratura ci sono e sono presenti. Sono ottimista sulla soluzione di questo caso. Anche per la possibilità di individuare e arrestare l’esecutore materiale».

L’omertà

Ciò nonostante il clima di omertà che si respirava subito dopo l’agguato. Probabile che in tanti abbiano visto alcune scene del delitto e della fuga. Sono stati esplosi almeno sei colpi, cinque dei quali hanno raggiunto il target designato. Un inferno ben visibile dai balconi, chiaro a tutti. Solo che nessuno sembra aver visto niente. Omertà e paura a fette. Un misto di rassegnazione e indifferenza.

Il blitz

Si attendono sviluppi, anche alla luce del carattere plateale del delitto. Il killer ha puntato la vittima, arrivando a piedi. Non ha avuto esitazione a fare fuoco, nonostante attorno al 45enne ci fossero più persone. Accanto a Luigi Procopio, c’era il figlio di 11 anni, ma anche donne e parenti della vittima. A questo punto è possibile pensare che il taccuino degli inquirenti non sia rimasto completamente vuoto.

Si attende una svolta a stretto giro. Manca il passaggio finale, quello delle manette, probabile che il killer abbia organizzato anche una sorta di piano di fuga, con la classica tecnica dí inabissamento. Non era a casa, non ha mantenuto rapporti con nessuno dei suoi contatti abituali. Una caccia all’uomo che attende il blitz finale, con le manette ai polsi del killer solitario.

Lo scenario

Un agguato che ripropone la questione dell’emergenza criminale nella città di Napoli. Sembrava un problema destinato a rimanere sullo sfondo, anche alla luce del particolare dinamismo economico che stanno attraversando le strade del centro cittadino.

Il contesto

Da tempo non avvenivano stese o agguati mirati nella zona della Maddalena. In questa fetta di territorio domina infatti una sorta di equilibrio naturale, all’insegna degli interessi di natura economica che nessuno ha voglia di mettere in discussione. Bancarelle, mercato del falso, ma anche street food e bed and breakfast hanno rilanciato una zona un tempo depressa e malfamata che è tornata a nuova vita. Quanto basta a spingere gli inquirenti a fare luce sullo sfondo criminale in cui va calato il delitto che è avvenuto lunedì pomeriggio. Il nome di Luigi Procopio rientra – anche se in modo incidentale – all’interno di una misura cautelare messa in esecuzione alcuni anni fa dalla Dda di Napoli (era firmata dal giudice per le indagini preliminari Colucci). In estrema sintesi, uno dei reggenti del clan Contini aveva intenzione di convocare Procopio, indicandolo come esponente del clan avversario, vale a dire quello dei Mazzarella. Un chiaro esempio di diplomazia criminale, finalizzata a mantenere in vita un equilibrio che da queste parti fa comodo a tutti e che tutti vogliono rimanga così.

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