Il turismo resta un fortissimo attrattore di investimenti su tutto il territorio salentino perché la Regione incentiva in particolar modo il recupero di masserie e palazzi storici, come il cinquecentesco “Morelli”, per il quale una coppia di imprenditori inglesi, tramite lo studio De Marco, sta per presentare istanza di cofinanziamento (Minipia), per farne una struttura ricettiva d’alta gamma.
L’investimento
Si tratta di un investimento da 3 milioni di euro e prevede la realizzazione di cinque suite per 15/20 posti letto. Morelli è il nome della famiglia che del palazzo è stata proprietaria dall’inizio del ‘700. Nel suo “Palazzi di Lecce”, Michele Paone rintraccia così le radici storiche dell’immobile: “D’impianto cinquecentesco l’edificio fu dei Paladini e conserva chiari documenti della sua fondazione nel portone dalla linea catalana-durazzesca, negli ornati del prospetto interno che richiamano quelli, coevi, del Palazzo Prato, e del fregio a bauletto della trabeazione delle finestre. Venduto negli anni 1732-1735 dai Perrone-Tironi ai Morelli, questi ne affidarono l’ingrandimento ad Emanuele Manieri, che lo dotò di nuovi appartamenti e del grande portone che sale sul prospetto fino al mignano”.
Siamo a pochi passi dal Duomo. Il portone introduce nella Corte, dove una lunga scala conduce al primo piano. C’è anche un giardino. Ma è la settecentesca cappella ancora oggi consacrata a impreziosire l’edificio. Secondo alcune ricostruzioni storiche “il Papa aveva concesso alla famiglia il privilegio di celebrare la messa” al suo interno. Si narra pure che a Palazzo Morelli “nacque nel 1741 il beato Vincenzo Maria Morelli, religioso teatino ed arcivescovo di Otranto dal 1791 al 1812”.
Del progetto di ristrutturazione se ne sta occupando l’architetto Massimo Accoto. È l’ennesimo investimento di tale tipologia avanzato nel centro storico di Lecce. Nel giro di pochi anni, tutti i più importanti palazzi storici in vendita sono stati acquisiti da privati prevalentemente provenienti da fuori regione e destinati alla ricettività di lusso, con conseguente impatto economico e anche sociale.
L’apertura più recente in tal senso ha riguardato in estate Palazzo Zimara, in corso Libertini, di proprietà della famiglia lucana D’Angelo, con 18 suite per 40 posti letto, ristorante e wine bar. Un boutique hotel con i prodotti realizzati dalla “casa”.
A febbraio poi, nella vicina via Palmieri, allo stesso fine è stato acquistato un altro palazzo storico per 800mila euro da due coniugi professionisti di origine polacca. Mentre, di fronte al Teatro Paisiello, è in corso di completamento della ristrutturazione della nuova dimora di Home.Tour, con 6 camere per 12 posti letto. E poco più avanti si appresta a diventare hotel di lusso anche Palazzo Balsamo, dal 2018 immobile di “interesse particolarmente importante” e di “notevole valore ambientale”. Lo ha comprato una società farmaceutica locale. Ospiterà 21 camere e 55 posti letto.
E ancora: Palazzo Panareo (già Penzini), si chiamerà “Luxus domus” e offrirà alla clientela 6 camere per 18 posti letto, non lontano da via Palazzo dei Conti, lungo la quale sorge Palazzo Luce, prezioso art hotel, già oggetto di ampliamento “concepito come una casa museo d’arte e design”, per mano di Anna Maria Anselmi. E presto sarà anche l’ora della rinascita dell’ex istituto Margherita.
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