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Ultim’ora news 28 settembre ore 20


«La tassa sugli extra-profitti è stata considerata un modello dalla stessa Bce perché ha rafforzato il patrimonio delle banche. Il governo si aspetta un contributo da chi in questi anni ha sovra-performato, che non significa tassare l’extra, ma i profitti. Per questo motivo stiamo discutendo con le banche, e con altri settori, per capire come permettergli di concorrere a questo sforzo collettivo». Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, torna a chiedere un contributo agli istituti di credito in vista della manovra. E lo fa a un evento organizzato proprio da una banca, la Popolare di Sondrio, che lo ha invitato a una delle conferenze che promuove da decenni sul futuro del sistema creditizio.

All’incontro il direttore generale dell’istituto valtellinese ha aperto alle richieste del ministro dell’Economia. «Su questo fronte le banche hanno sempre mostrato responsabilità», dichiara Mario Alberto Pedranzini, in sintonia con Giorgetti anche sulla controversa tassa sugli extra-profitti del 2023. “Il governo ha fatto bene a costringerci a ripatrimonializzarci (ndr. le banche hanno evitato di pagare destinando a riserva indisponibile un importo pari a due volte e mezzo il valore dell’imposta)», afferma il dg. «Ora abbiamo ancora più risorse da indirizzare verso lo sviluppo del Paese».

Il valore della banca territoriale

Il legame degli istituti di credito con il territorio e l’importanza del loro sostegno al tessuto imprenditoriale italiano è proprio il tema centrale della conferenza organizzata dalla Popolare di Sondrio. L’evento ha preso in prestito il nome da uno slogan ideato dallo stesso Giorgetti all’assemblea dell’Associazione Bancaria Italiana (Abi): La banca non è un algoritmo. «In questi anni ho parlato con diversi esponenti del settore e tutti credono che all’economia italiana manchi un po’ la vecchia banca, quella che forniva un contribuito decisivo alla crescita», osserva Giorgetti.

«È una missione che la Popolare di Sondrio porta avanti da tempo e che le ha permesso di concorrere allo sviluppo della Valtellina senza impedirle di diventare un player nazionale», aggiunge il ministro, che elogia i risultati raggiunti dalle tutte le banche italiane. «Si sono aperte ai mercati e alla concorrenza meglio di altri settori. In Italia abbiamo dei colossi di portata sistemica e degli istituti con indici patrimoniali tra i migliori d’Europa. Negli anni le nostre banche ci hanno aiutato a superare diverse situazioni di crisi, una missione che devono portare avanti senza mai perdere la connessione con le comunità locali».

Più banca meno algoritmo

Per Giorgetti gli istituti di credito devono essere il collante tra risparmio e fabbisogno di investimenti. «Questa connessione rischia di perdersi se le banche si orienteranno troppo verso il wealth management, magari con un algoritmo che indirizza il denaro solo verso i soggetti che già hanno più risorse», spiega il ministro. «Ai nostri istituti allora chiedo: volete rimanere agenti dello sviluppo oppure trasformarvi in consulenti finanziari che gestiscono l’altrui ricchezza?».

Questo non significa arrestare il processo di digitalizzazione, che per Giorgetti aiuterà a creare nuova ricchezza. «Mi chiedo però se l’automazione possa esaurire il paradigma della banca? E la risposta è no – si risponde il ministro – perché il sistema bancario deve basarsi sulla complementarità di diversi elementi: la presenza fisica, la digitalizzazione, la redditività. Credo che gli istituti del territorio resteranno tali solo se procederanno in questa direzione: così riusciranno a preservare il loro carattere distintivo rimanendo comunque protagonisti nel sistema bancario moderno».

Gli insegnamenti di Mattioli

«Siamo una banca che fa la banca», ci tiene a precisare Pedranzini. «Raffaele Mattioli amava ricordare che tutte noi esistiamo per fare credito e io sono convinto che il nostro dovere sia comprendere le necessità dei nostri interlocutori, conoscerne le attività e le prospettive. Sempre Mattioli credeva che la banca debba attingere forza e prosperità nel dare forza e prosperità al Paese. Queste parole devono spingerci a contribuire con più convinzione alla crescita del pil e al benessere della comunità, con una visione moderna e aggiornata». (riproduzione riservata)

 

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