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LECCE/BRINDISI – Venticinque arresti all’alba, a cavallo tra le province di Lecce e Brindisi. L’operazione, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Lecce, è stata portata a termine dai finanzieri del Comando Provinciale di Lecce, con il supporto del Servizio Centrale Investigazioni sulla Criminalità Organizzata e dei Comandi Provinciali di Brindisi e Taranto.

Le indagini, condotte dal Gico della Guardia di finanza, sono sfociate con l’arresto – in carcere – di 25 persone, gravemente indiziate a vario titolo di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione, rapina, minacce, percosse e traffico di sostanze stupefacenti nonché il sequestro preventivo di aziende contigue all’associazione. 

Le attività vedono coinvolti circa 170 militari  supportati da un elicottero della Sezione Aerea del Reparto Operativo Aeronavale di Bari. In carcere Pietro Soleti, 59 anni di San Donaci; Benito Clemente, 39 anni di San Donaci; Antonio Caliandro, 44 anni di San Donaci; Vincenzo Fortunato, 29 anni di San Donaci; Vincenzo Preste, 50 anni di San Donaci; Enrico Miglietta, 51 anni di Torchiarolo; Antonio Maiorano, 57 anni Torchiarolo; Antonio Diviggiano, 32 anni di San Pancrazio Salentino; Gianuca Calabrese, 37 anni di Copertino; Antonio De Marco, 55 anni di Cellino San Marco; Salvatre Diviggiano, 63 anni di Mesagne; Giampiero Iazzi, 47 anni di San Pietro Vernotico; Alessandro Monteforte, 50 anni di San Pietro Vernotico; Mirko Pagano, 40 anni di Copertino; Antonio Perrone, 26 anni di Torchiarolo; Francesco Perrone, 35 anni di San Pietro Vernotico; Pierpaolo Pizzolante, 34 anni di Acquarica-Presicce; Giuseppe Quaranta, 47 anni di San Pancrazio; Antonio Sacchi, 53 anni di San Vito dei Normanni; Cristian Roi, 42 anni di Copertino; Fabio Vitale, 57 anni di Lecce; Francesco Barone, 53 anni di Matino; Damiano Miglietta, 40 anni di Sogliano Cavour; Ernesto Puca, 34 anni di San Donaci; e Carlo Squittino, 54 anni di Castro.

Le indagini preliminari hanno consentito di acquisire un solido impianto indiziario sull’esistenza e operatività di una associazione di tipo mafioso identificata nel clan Soleti, operante nell’alveo della Sacra Corona Unita, radicata nei comuni di San Pietro Vernotico, San Donaci, Tuturano e Torchiarolo, promossa e diretta da due storici referenti della stessa organizzazione mafiosa.

Il gruppo associativo, secondo l’accusa, avrebbe sviluppato una egemonia territoriale, gestendo, attraverso aziende del settore e con il contributo esterno di imprenditori, lo smaltimento dei rifiuti speciali (con la raccolta di oli esausti, alimentari e non), la raccolta illegale di scommesse in denaro a quota fissa e la gestione, in numerosi locali pubblici del territorio salentino, di apparecchiature elettroniche da intrattenimento alterate e, non da ultimo, la gestione di un imponente traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, fino a giungere alla creazione di un “monopolio” nel settore. E a pretendere il cosiddetto “punto” in favore delle casse del sodalizio, per chi decideva di spacciare in proprio, obbligato a rifornirsi di stupefacenti dai canali di distribuzione del sodalizio.

L’attività investigativa – articolata in intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche, nonché numerose riprese video, puntualmente riscontrate da meticolosi servizi di osservazione e pedinamento attraverso le più classiche metodologie – ha consentito di acquisire un quadro gravemente indiziario nei confronti di ciascun indagato.

Le indagini sono risultate di particolare complessità in quanto, gli odierni indagati, al fine di eludere le investigazioni, nel tempo si erano dotati ed hanno utilizzato strumenti all’avanguardia ovvero dispositivi codificati (tramite piattaforme di messaggistica ecomunicazione criptate) e disturbatori di frequenza (cosiddetti “jammer”) in grado di disturbare qualsivoglia dispositivo cellulare o di captazione audio/video.

Il contesto investigativo in questione si inquadra nel più ampio quadro delle azioni svolte dalla Guardia di Finanza volte al contrasto della criminalità organizzata anche sotto ilprofilo economico-finanziario, delle associazioni di tipo mafioso e della “Sacra Corona imprenditrice” anche al fine di evitare i tentativi, sempre più frequenti e pericolosi, di inquinamento del tessuto imprenditoriale.

Nel collegio difensivo, gli avvocati Lucia Longo; Domenico Palombella; Laura Minosi, Fabrizio Tommasi; Francesco Cascione; Pantaleo Cannoletta; Anna Centonze, Pasquale Morleo e Selene Mariano.

 

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