Il 2024 segna un nuovo record per le nidificazioni della tartaruga marina Caretta caretta in Italia. Sono infatti registrati 601 nidi sulle nostre coste, il dato piĆ¹ alto mai raggiunto.
Un risultato straordinario, frutto del lavoro costante di monitoraggio e protezione dei nidi svolto da centinaia di volontarie e volontari, grazie anche al
progetto Life Turtlenest, cofinanziato dal programma europeo LIFE, che mira a proteggere i siti di ovodeposizione della tartaruga marina sulle coste mediterranee di Italia, Spagna e Francia.
Lāelaborazione di Legambiente sui dati di Tartapedia.it, che accoglie le segnalazioni di associazioni e istituti di ricerca, fa emergere subito che in Italia il numero delle ovodeposizioni rispetto al 2023 ĆØ aumentato di oltre il 30%: lāanno scorso,
infatti, il conteggio di fine stagione era 452.
La Campania ĆØ la terza regione piĆ¹ gettonata da mamma tartaruga (104 nidi), dislocati specialmente nella provincia di Salerno: 66 sono tra i territori di Ascea Marina, Eboli e Marina di Camerota. 19 i nidi in provincia di Caserta tra Castel Volturno, Sessa
Aurunca e Mondragone. Trovati nidi anche sullāisola di Ischia e in provincia di Napoli.
Un grande risultato ottenuto grazie allāimpegno delle diverse realtĆ presenti sul territorio, che uniscono i loro sforzi nel network collaborativo
Caretta In Vista sotto il coordinamento della Stazione Zoologica Anton Dohrn.
Secondo stime indicative, si ipotizza che i nuovi nati di origine campana saranno circa 6.700.
In testa alla classifica del boom italiano cāĆØ la Sicilia (190 nidi). Seguono la Calabria (147), la Campania (104), la Puglia (99), la Toscana (24), il Lazio (14), la Sardegna (7), la Basilicata (7), la Liguria (5), il Molise (2), l’Abruzzo (1) e le Marche
(1).
āAbbiamo sorvegliato 60 km di costa con lāultraleggero grazie alla collaborazione con il Airpatria Club e il supporto della Regione Campania ā
commenta Sandra Hochscheid, ricercatrice della Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli e responsabile scientifico del Progetto Life Turtlenest
ā ciĆ² ci ha permesso di aumentare il numero dei nidi censite e protetti dai pericoli di inondazione e dellāinquinamento luminoso. La maggior parte dei nidi ĆØ stata trovata su spiagge caratterizzate da un’elevata pressione turistica, questo
ha il vantaggio che le tracce lasciate dalle femmine nidificanti o dai loro piccoli possono essere notate e segnalate dalle persone; tuttavia, pone anche una sfida immensa per la gestione e la protezione di questi nidi e dei piccoli che emergono, minacciati
dall’inquinamento luminoso e dai comportamenti, da parte di chi frequenta la spiaggia, non adeguati alla tutela della specieā.
Il fenomeno a cui stiamo assistendo, ĆØ dovuto a una combinazione di diversi fattori. Se da un lato lāaumento delle temperature legato ai cambiamenti climatici
ha favorito l’ampliamento dellāareale di nidificazione della Caretta c., dallāaltro lāincremento degli sforzi di monitoraggio lungo le coste italiane ha permesso di individuare e proteggere un maggior numero di nidi. Inoltre, i progetti di
conservazione della tartaruga marina realizzati negli ultimi 25 anni, grazie al programma di finanziamento europeo LIFE, hanno migliorato in maniera significativa lo stato di conservazione della specie e degli ecosistemi marini.
Proprio questāanno Life Turtlenest ha lanciato i protocolli āAmici delle tartarughe marineā, ossia dei patti di collaborazione rivolti a Comuni, Aree protette e stabilimenti balneari. Grazie agli accordi tali soggetti si impegnano a rispettare le indicazioni,
elaboratite e fornitiite dal partenariato di Life Turtlenest, per una gestione responsabile delle spiagge, potenziali aree di nidificazione delle
Caretta c. Sono giĆ centinaia le aree protette e le amministrazioni comunali che hanno deciso di aderire al protocollo, tra le quali Roma Capitale con i suoi 18 km di costa. Altra importante innovazione introdotta dal progetto ĆØ
la squadra dei Tartadogs, unitĆ cinofile adeguatamente formate per la ricerca delle uova di
C. caretta, che hanno affiancato il personale esperto.
āIl risultato straordinario di quest’anno ĆØ la prova concreta che la sinergia tra istituzioni, associazioni e cittadini puĆ² fare la differenza nella protezione della tartaruga marina
– dichiara Stefano Di Marco Coordinatore dellāUfficio Progetti di Legambiente e Project Manager del LIFE Turtlenest.
Il progetto ci ha permesso di costruire une vera e propria alleanza con i comuni costieri, gli operatori ecologici che si occupano della pulizia delle spiagge, gli stabilimenti balneari, i turisti e le comunitĆ locali: pur nella diversitĆ di ruoli e
obiettivi si ĆØ stabilito tra questi soggetti un ottimo rapporto di collaborazione nella convinzione che la tartaruga marina sia non soltanto una ricchezza in termini di biodiversitĆ ma anche una risorsa straordinaria per gli aspetti socio economici. Il numero
elevato dei nidi individuati questāanno – come del resto negli anni precedenti, ĆØ frutto del lavoro straordinario di tante associazioni e gruppi che, come Legambiente, operano con i propri esperti e volontari per individuare e proteggere i nidi, dal momento
della nidificazione fino allāentrata dei piccoli in acqua. Tra questi Tartalazio, Caretta Calabria Conservation, il Centro Recupero Tartarughe Marine del Salento, Tartamare, Filicudi Wildlife Conservation, la Rete regionale per la conservazione della fauna
marina della Sardegna, WWF, ARPAL, I Delfini del Ponente e molti altri ancora. A tutti loro dobbiamo essere profondamente riconoscenti e grati per l’impegno e la dedizione dimostratiā.
Un ringraziamento speciale va ai Tartawatcher di Legambiente Campania dei circoli di Legambiente di Cilento Mediterraneo, Sessa Aurunca e Castelvolturno che, con dedizione e passione, hanno partecipato al progetto LIFE TURTLENEST.
Life Turtlenest, un progetto cofinanziato dallāUnione Europea attraverso il programma LIFE e coordinato da Legambiente, finalizzato al miglioramento della conservazione della tartaruga marina comune
(Caretta caretta) in Italia, Spagna e Francia, attraverso attivitĆ di monitoraggio, messa in sicurezza dei nidi, ricerca scientifica e campagne di informazione e sensibilizzazione. Oltre al coordinatore Legambiente, partecipano al progetto europeo la
Stazione zoologica Anton Dhorn; Ispra; UniversitĆ La Sapienza di Roma; UniversitĆ di Barcellona; BETAāÆTechnological Centre (UVic-UCC); ENCI; Cest Med; Regione Basilicata, Regione Campania, Regione Puglia, Regione Lazio, Agenzia per la protezione ambientale
della Toscana. Oltre alle regioni italiane bagnate dal mar Tirreno (Basilicata, Puglia, Campania, Sicilia, Lazio, Sardegna e Toscana) Life Turtlenest interverrĆ nella regione francese Camargue, in Costa Azzurra e in Corsica e nelle regioni spagnole di Catalogna,
Murcia, Andalusia, Isole Baleari e Valencia.
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