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Aumentano i servizi per la prima infanzia a Brescia, ma la domanda delle famiglie supera l’offerta, effetto della ripresa del mercato del lavoro. A fare il punto sullo stato dell’arte è l’assessora all’Istruzione del Comune di Brescia, Anna Frattini, che ha evidenziato che la richiesta di servizi diffusi e di qualità è sempre più alta da parte delle famiglie bresciane. In provincia di Brescia solo 23,6 bambini su 100 hanno un posto in un servizio di nido o sezione primavera. In città, sommando l’offerta pubblica e quella privata, si arriva al 37,2% (44,91% se si aggiungono i tempi per le famiglie). In totale, dunque, sono 1638 i posti a disposizione. Ciò significa che in città l’obiettivo del 33% di disponibilità di posti negli asili nido chiesto dal Consiglio Europeo nel 2002 è raggiunto e superato: si punta ad arrivare al 45% entro il 2030.

La domanda di servizi per la fascia 0-3 anni in città, del resto, è in costante crescita: in particolare, ad oggi, attraverso l’offerta pubblica e di privati convenzionati si è in grado di rispondere al 60% circa delle istanze, accogliendo quasi tutte quelle relative a famiglie in cui entrambi i genitori, o l’unico presente, lavorano. A fronte di 734 nuove domande presentate per nidi e sezioni primavera, fra comunali e convenzionati si è riusciti ad ammettere 478 utenti, i restanti 256 in lista d’attesa in genere si orientano verso le strutture private non convenzionate. In totale, gli utenti frequentanti per l’anno scolastico in corso sono 855. Crescono sezioni lattanti e primavera, a fronte dell’aumento della domanda di servizi 0-3 anni sono riconducibili a una ripresa del mercato del lavoro, alla consapevolezza del valore educativo dei servizi, a una minore possibilità di ricorrere ai nonni, spesso ancora impegnati in attività lavorative, e alle forme di sostegno economico per il pagamento della retta, in particolare il bonus nidi dell’Inps e la misura regionale Nidi Gratis, a cui il Comune ha aderito per l’anno educativo 2024/2025 ma di cui potranno beneficiare circa 70 famiglie, residuali rispetto a chi è coperto dal bonus Inps. A oggi 340 famiglie (40% del totale), grazie alla somma delle agevolazioni, non paga la retta del nido o della sezione primavera.

Federica Pacella

 

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