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Il Governo è a lavoro da settimane per chiudere definitivamente il cerchio sulle misure e gli interventi da mettere in atto per favorire un aumento dello stipendio. Al momento, l’attenzione è tutta rivolta verso tre misure che potrebbero centrare questo obiettivo: il Bonus Natale di 100 euro, il ridimensionamento dell’Irpef e l’estensione del taglio del cuneo fiscale

In linea di massima, gli ultimi mesi del 2024 e i primi del 2025 potrebbero portare buone notizie tanto per i pensionati, quanto per i lavoratori dipendenti, lasciando fuori però i titolari di Partita IVA per i quali, con ogni probabilità, potrebbe sfumare la chance di estendere il regime forfettario con tassazione agevolata al 15% sopra 85.000 euro di reddito

Scopriamo insieme quali sono le ipotesi al vaglio dell’Esecutivo per dare una spinta ai salari e alle pensioni. Prima però, vi lasciamo alla visione del video YouTube di Mr LUL lepaghediale, contenente alcune anticipazioni dettagliate sul nuovo Bonus Natale di 100 euro.

 

Bonus Natale 100 euro, partenza anticipata dal 2025 al 2024

Partiamo dalla prima misura pensata dal Governo per fornire un aiuto alle famiglie italiane, inserita nel decreto legislativo sulle imposte dirette: il Bonus Befana, destinato a diventare “Bonus Natale 100 euro 2024”. 

La partenza del contributo era stata annunciata per gennaio 2025, ma secondo le ultime dichiarazioni rilasciate dal Ministro dell’Economia, Maurizio Leo, non si esclude il pagamento anticipato nella busta paga di dicembre 2024, insieme alle tredicesime, in aumento dello stipendio. 

La priorità resta della maggioranza di Governo resta chiara: aiutare le famiglie, soprattutto quelle con redditi più bassi e sostenere la crescita demografica. Il vice ministro dell’Economia, Maurizio Leo, ha alimentato le aspettative con un pizzico di ironia, scherzando con i giornalisti alla Camera sul fatto che il “Bonus Befana” potrebbe trasformarsi in un vero e proprio “Bonus Babbo Natale”. Dietro il sorriso, però, ha confermato che l’ipotesi di anticipare il contributo è concreta e che potrebbe essere inclusa nel decreto omnibus in discussione al Senato.

Il contributo, che potrebbe presto vedere la luce, sarà destinato ai lavoratori dipendenti con un reddito complessivo annuo fino a 28.000 euro e almeno un figlio a carico.

Taglio Irpef, le ipotesi sotto la lente del Governo

Il governo sta valutando un taglio dell’aliquota IRPEF dal 35% al 33% e l’innalzamento della fascia di reddito soggetta a questa aliquota da 50.000 a 60.000 euro. Un’ipotesi questa che si tradurrebbe in un risparmio annuo di circa 550 euro per chi guadagna 60.000 euro, 440 euro per chi ha un reddito di 50.000 euro, 240 euro a 40.000 euro e 140 euro a 35.000 euro. Ma non è tutto oro quello che luccica.

Ci sono infatti alcuni aspetti da risolvere legati all’introduzione nel 2023 di una franchigia di 260 euro per i redditi sopra la soglia di 50.000 euro, inserita con il ridimensionamento del numero delle aliquote da 4 a 3. Una novità questa che ha una conseguenza sul taglio delle tasse. Quale? Al momento della presentazione del modello 730, la quota di risparmio di 260 euro non spetta e va versata

Se la soglia di reddito venisse alzata da 50.000 a 60.000 euro, sarebbe opportuno cancellare la franchigia. In questo modo il risparmio aumenterebbe passando da: 

  • 550 euro a 810 euro (redditi 60.000 euro);
  • 440 euro a 700 euro (redditi 50.000 euro).

Resta però aperta la questione dei redditi superiori a 60.000 euro. Il taglio dell’aliquota dal 35% al 33% garantirebbe anche a queste fasce un risparmio di circa 550 euro. 

Per compensare questo vantaggio, il governo potrebbe decidere di ridurre ulteriormente le detrazioni fiscali, portando la franchigia a 810 euro. Poiché le detrazioni sono già azzerate per i redditi oltre 240.000 euro, i contribuenti più facoltosi beneficerebbero comunque di questo sconto. Lo stesso varrebbe per chi guadagna tra 60.000 e 240.000 euro e non ha spese da detrarre.

Taglio cuneo fiscale, cosa cambia per i lavoratori e di quanto aumenta lo stipendio

Spostiamo ora i riflettori sul taglio del cuneo fiscale. La misura, che prevede una riduzione del 7% per i redditi fino a 25.000 euro e del 6% per quelli fino a 35.000 euro, stando alle prime ipotesi circolate in rete, dovrebbe essere riconfermata nel 2025, anche se dal prossimo anno potrebbero servire più fonti per la sua copertura. 

Anche l’ipotesi di estendere ulteriormente il taglio del cuneo fiscale oltre la soglia dei 35.000 euro è complessa, ma non del tutto fuori portata. Si parla della possibilità di applicare una riduzione contributiva per i redditi fino a 40.000 o addirittura 50.000 euro, seppur per messa a punto di questo ambizioso progetto servirebbero almeno 1 o 2 miliardi di euro in più, risorse non facili da reperire nel contesto attuale.

Se questa espansione venisse approvata, i benefici per i redditi superiori ai 35.000 euro potrebbero tradursi in un aumento mensile degli stipendi di alcune decine di euro. 

I vantaggi in termini di guadagno

Il taglio IRPEF, sommato ad un’ eventuale estensione del taglio del cuneo fiscale, porterebbe nelle tasche dei contribuenti con redditi intorno ai 60.000 euro un guadagno annuale di oltre 800 euro.

Discorso diverso per coloro che guadagnano fino a 28.000 euro, con uno o più figli fiscalmente a carico: per questa categoria il vantaggio maggiore trova riscontro nel Bonus Natale di 100 euro.

 

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