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TRENTO. Lunedì prossimo, 23 settembre, aprirà le porte, a Trento in via Giusti, la nuova sede della Mensa della Provvidenza, nei locali prima occupati dal CEDAS, il Centro di ascolto della Caritas diocesana. La struttura è stata presentata venerdì 20 settembre nel corso di una conferenza stampa alla presenza anche di molti volontari.

Per l’arcivescovo di Trento Lauro Tisi la nuova Mensa è come una “seconda cattedrale destinata alla carità: qui non contano i numeri dei pasti, ma i volti e le storie. Questa – aggiunge – è la casa del dialogo e dell’incontro”.   

La riapertura della Mensa, fino a luglio operativa nell’ex convento dei Cappuccini, giunge dopo una prima fase di lavori di ristrutturazione sostenuti da Arcidiocesi nel corso degli ultimi mesi per un totale di 1 milione di euro. Il cantiere è ancora operativo, ma la Mensa può finalmente tornare ad offrire un pasto caldo serale a più di 120 persone bisognose, grazie all’aiuto di centinaia di benefattori e volontari, coordinati dalla Fondazione Caritas Diocesana.

La presentazione della nuova Mensa è stata l’occasione per rinnovare l’appello a prestare servizio volontario all’interno della struttura o a donare cibo (preferibilmente a lunga conservazione) o denaro per l’acquisto dei viveri, proseguendo così nel solco di tanti benefattori – singoli e aziende – che hanno supportato e continuano a sostenere quotidianamente la Mensa con il proprio servizio personale o con la fornitura alimentare o il contributo economico.

“Faccio un appello a tutta la Diocesi – ha rilanciato Tisi – e invito quelli che ci stanno a intraprendere la strada del servizio. Basta anche un’ora al mese, c’è bisogno di tutti”.

Don Mauro Leonardelli è sceso nel concreto, spiegando che chiunque fosse interessato ad entrare a far parte dei volontari della Mensa può mettersi in contatto con la comunità delle religiose al numero telefonico 3391700373. L’indirizzo mail è mensaprovvidenza@diocesitn.it.

Per i nuovi volontari si stanno predisponendo dei percorsi formativi, al fine di introdurli gradualmente e con maggiori competenze nella turnazione alla Mensa o in altri servizi Caritas a contatto con i più poveri.

Per eventuali offerte in denaro, vi è un conto dedicato al seguente IBAN con la causale “Mensa della Provvidenza”: IT41G03599018000000000811237.

Alla conferenza stampa, nella sede di via Giusti, oltre all’Arcivescovo, fra Ezio Tavernini in rappresentanza dei frati Cappuccini; l’economo diocesano Claudio Puerari; don Mauro Leonardelli, delegato dell’Area Testimonianza e Impegno Sociale; Fabio Chiari, referente della Caritas Diocesana.

Erano inoltre presenti suor Maria Aparecida De Goes, suor Clara Fontana e suor Sumitra Mandi, le tre religiose della piccola comunità di Suore della Provvidenza, giunte in Trentino nel marzo scorso, impegnate prevalentemente a coordinare l’attività della Mensa e in particolare i ben 250 volontari.

“Un piccolo esercito della gratuità, determinante – si legge nel comunicato diffuso dalal Diocesi – per garantire il pieno funzionamento della struttura, ruotando nella preparazione e distribuzione dei pasti. Alcuni volontari sono coinvolti fin dalla fondazione della Mensa nel convento dei Cappuccini, avvenuta trent’anni fa per iniziativa di padre Antonio Butterini e padre Fabrizio Forti. In conferenza stampa è stato ricordato anche padre Luca Trivellato, l’ultimo frate guardiano del convento, scomparso prematuramente lo scorso agosto”.

“All’apertura di questa casa, destinata alla carità, sono tranciante: non possiamo non accogliere, ma non perché c’è una legge che lo dice ma perché l’umano esiste per accogliere”, ha detto l’arcivescovo Lauro Tisi. “Se smettiamo di accogliere, smettiamo di essere umani e creiamo i presupposti delle guerre. Che poi l’accoglienza abbia la sua complessità, questo è proprio di ogni relazione umana.

Questa struttura – ha aggiunto – è solo una goccia nel mare nei problemi dei poveri, ma è un elemento-segno. A poche centinaia di metri abbiamo due cattedrali: l’una dove veniamo convocati per pregare e poi questa. L’una chiama l’altra e, come diceva don Tonino Bello, l’Eucarestia ha il compito di affliggere i consolati e dalla cattedrale si deve uscire con il grembiule per andare a servire. Il servizio ha bisogno del momento eucaristico e viceversa. Questa è una seconda cattedrale.

Tra i volontari – rimarca monsignor Tisi – vi sono credenti e non credenti. Per questo la considero la Casa del dialogo e dell’incontro e quando questo avviene sul fronte del servizio funziona sempre. San Giovanni Crisostomo diceva: stai attento di non onorare Dio sull’altare e poi umiliarlo nei poveri.

Questo luogo – conclude don Lauro – non è un self-service, non contano i numeri dei pasti, ma volti, storie e biografie. Vogliamo farlo diventare un piccolo laboratorio di accoglienza e di umanizzazione, dove scopriamo che ‘io sono gli altri’.  Chiunque entri qui sarà portatore di ricchezza”.

La Mensa, dotata di 56 posti, aprirà come sempre è accaduto le sue porte ogni giorno dell’anno (fatta eccezione per il mese di agosto) alle ore 17; la distribuzione dei pasti proseguirà, su due o tre turni, fino alle 18.15, per non meno di 120 coperti complessivi, destinati probabilmente ad aumentare.

“A qualunque persona in stato di bisogno si presenti alla Mensa, viene servito un pasto caldo”, ha ricordato Fabio Chiari. Gli utenti sono in particolare uomini, per lo più stranieri, ma non mancano anche molti italiani, con età media tra i 18 e i 35 anni, in graduale abbassamento.

Nella sede di via Giusti sarà trasferita anche la distribuzione dei pacchi viveri per le famiglie in difficoltà. Attualmente sono un centinaio le derrate alimentari consegnate ogni mese ai nuclei più bisognosi.

A nome delle religiose – “le Suore della Provvidenza non potevano che operare proprio nella Mensa della Provvidenza”, scherza don Lauro – ha preso la parola la superiora della comunità suor Maria Aparecida, origini brasiliane, che ha ringraziato per l’accoglienza da parte dei trentini: “Siamo qui – ha detto – per cercare di lavorare insieme. Vorremmo essere solo un canale in grado di veicolare la Provvidenza”.

Seduto accanto a don Lauro, fra Ezio Tavernini, attuale cappellano ospedaliero a Rovereto dopo vent’anni al S. Chiara di Trento, ricorda l’impegno di tanti confratelli Cappuccini nella storia della Mensa. “Oltre all’accoglienza, uno dei fattori costitutivi delle persone – aggiunge poi pensando agli ospiti e ai volontari della Mensa – è la fragilità: da cappellano ed ex infermiere lo constato quotidianamente. Ma se trovo una persona che mi ascolta, mi guarda negli occhi e mi rispetta, io rivivo”.

I lavori, progettati dall’architetto Fabio Pasquarè e dall’ingegner Luca Oss Emer (studio New Engineering) sono stati realizzati in soli tre mesi da un gruppo di imprese coordinate da Ecoplan. Ad oggi è completata la realizzazione della cucina dotata di impianti interamente ad induzione, di un ampio refettorio, magazzini per la raccolta e la conservazione dei viveri, nuovi impianti di aerazione e servizi igienici. Sono in fase di completamento cappotto, tetto e impianto fotovoltaico.

Il tutto a servizio non solo della Mensa, ma dell’intera palazzina destinata ad attività caritative e al servizio dei più poveri su una superficie complessiva di 1500 mq. Prosegue infatti l’attività del negozio “Altr’uso”, con i locali per lo stoccaggio dei vestiti (il magazzino ha ceduto spazi alla mensa) frutto della solidarietà di tante persone. Sempre nella stessa sede, sono presenti le stanze di raccolta del materiale che viene portato in carcere (abbigliamento e kit per l’igiene personale) e trova casa, inoltre, l’Ufficio Caritas per l’orientamento lavorativo.

I costi della ristrutturazione complessiva dello stabile di via Giusti, avviata all’inizio dell’estate, “si attestano – ha documentato l’economo Claudio Puerari – su 1 milione 127 mila di euro, interamente a carico di Arcidiocesi che ha investito in carità l’intero utile realizzato nel bilancio dello scorso anno”.

Il CEDAS, Centro di ascolto della Caritas diocesana, prima ospitato in via Giusti, ha trovato ora sede negli Uffici della Fondazione Caritas Diocesana, in via Barbacovi, 2.



 

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