Fotovoltaico al posto dei campi seminati, un mega impianto pronto a partire a Maniago #finsubitoagevolazioni

Per un progetto di agrivoltaico che sta attendendo di ricevere le valutazioni e autorizzazioni ambientali da parte del ministero, come quello progettato tra Basiliano e Mereto di Tomba, ve ne è un altro che sta per diventare realtà in Fvg. «Probabilmente già dalla prossima primavera», stima il presidente provinciale di Coldiretti Pordenone, Matteo Zolin, perché l’iter delle valutazioni di impatto ambientale si è concluso, come si legge sul portale web dedicato del Ministero dell’Ambiente. È quello denominato «Maniago Solar 1 – Ello 11», in comune di Maniago, che si svilupperà sui terreni oggi seminativi, con tracker monoassiali per una potenza complessiva prodotta di 96,1 Mwp. La società proponente, la Ellomay Solar Italy Eleven, ha sede a Bolzano ed è la filiazione di Ellomay Capital Ltd, una public company israeliana, con impianti già realizzati in Spagna, in Olanda e anche in Italia.

 
I dettagli

L’area su cui si svilupperà il progetto è di 120 ettari, 42,5 dei quali saranno occupati dai pannelli del fotovoltaico, pari cioè al 37,5% della superficie, come si legge nel parere espresso dal Ministero della Cultura, che richiama per altro le informazioni contenute nella Relazione paesaggistica allegata al progetto. «La morfologia del terreno permette all’impianto di essere schermato in buona parte naturalmente per le proprietà intrinseche dei lotti», continua il documento. Quanto alla convivenza tra produzione di energia e produttività agricola, nella Relazione paesaggistica la società afferma che «non vi sarà alcun cambiamento della forma attuale del terreno in quanto quest’ultimo presenta di per sé caratteristiche adeguate a massimizzare la produttività energetica. Inoltre, il terreno non sarà privato del suo strato vegetale, ma convertito in prato. In merito alle risorse del suolo – prosegue – il consumo effettivo di suolo si riduce notevolmente, in quanto il terreno assolve alla doppia funzione, di pascolo e di produzione di energia fotovoltaica».

 
I timori

A guardare con una certa preoccupazione il diffondersi di questi parchi agrivoltaici, però, è proprio la Coldiretti perché «stanno ingenerando, anche se indirettamente, un aumento notevole dei prezzi del terreni e degli affitti degli stessi, tale da rendere impotenti le aziende agricole del territorio», spiega Zolin. «In genere – aggiunge -, l’affitto dei terreni su cui installare l’agrivoltaico sono arrivati a 2mila-3mila euro annui ad ettaro, a fronte dei 500-800 euro abituali. Il fenomeno ha inciso, inoltre, anche sul valore dei terreni: per un acquisto, il rischio è di avere un costo raddoppiato. Con questo andamento del mercato, è evidente che un proprietario ci pensa due volte prima di dare un campo in affitto a un’azienda locale». Turbolenze di mercato, dunque, che si sommano a una perplessità che Coldiretti coltiva da sempre riguardo ai pannelli fotovoltaici su terreno agricolo. «Siamo più che favorevoli all’energia green – sottolinea Zolin -, tanto da aver sostenuto e promosso la diffusione dell’agrisolare sui tetti dei capannoni delle aziende agricole, anche in virtù dell’80% di contributi a fondo perduto. Altra cosa sono, invece, gli impianti fotovoltaici a terra, a meno che non siano a ridosso delle autostrade o su ex cave, in zone, cioè non vocate all’agricoltura». E per l’agrivoltaico, qual è la valutazione, state la vocazione dichiarata di riuscire a combinare la produzione di energia verde con la coltura agricola? «Mi riservo di esprimere un parere tra trent’anni, il tempo che gli esperti indicano per valutare appieno i benefici su terreni con agrivoltaico, non soggetti a colture intensive, a uso differente dei concimi e dei mezzi meccanici in campo».