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Che il Made in Italy rappresenti un enorme attrattore, più che una semplice indicazione di provenienza, lo confermano i dati sull’export nel nostro Paese. Già il rapporto ICE 2023 mostrava come tra il 2019 e il 2022 il volume delle esportazioni fosse aumentato di un +9,6%, quindi più della media UE (9,1%) e dei principali paesi competitor (la Germania, per esempio, si è fermata al +2,9%). Numeri certamente interessanti, che sembrano trovare conferma nel trend positivo del primo trimestre 2024.

Non c’è bisogno di spiegare, quindi, perché la sfida di molte PMI italiane sia proprio quella dell’internazionalizzazione. Un percorso che indubbiamente permette un ampliamento e rafforzamento del business, ma che presenta anche delle difficoltà non indifferenti, per lo più relative agli investimenti necessari, alle strategie da mettere in campo e alla ricerca del personale dell’azienda.

Rispetto agli investimenti, vale la pena precisare che sono moltissimi i bandi internazionalizzazione che puntano proprio a fornire alle imprese italiane le risorse necessarie (è possibile trovarne tanti anche tra i finanziamenti a fondo perduto). Un aspetto centrale della questione, che approfondiremo nei prossimi paragrafi.

Internazionalizzazione delle imprese: le difficoltà

Sono pochissime le aziende italiane che riescono a pianificare correttamente l’apertura ai mercati internazionali (secondo numerose ricerche, la percentuale oscillerebbe tra il 5 e il 9%). Questo perché la maggior parte delle realtà aziendali (soprattutto tra le micro, piccole e medie imprese) non ha le risorse necessarie per effettuare una corretta autovalutazione e il conseguente progetto di internazionalizzazione. Così molte PMI si trovano ad attuare strategie inefficaci, perché non strutturate in base alle specifiche esigenze del business.

Non deve meravigliare, quindi, che molti bandi internazionalizzazione contengano agevolazioni ad hoc, pensate proprio per finanziare la formazione dei dipendenti o l’acquisizione di consulenze esterne.

Bandi Internazionalizzazione delle imprese: le occasioni

A questo punto dovrebbe essere chiaro perché vi siano così tanti bandi internazionalizzazione che puntano proprio ad incentivare le imprese a investire nell’export. Sia le istituzioni nazionali che quelle locali, infatti, ogni anno promuovono misure volte proprio ad aprire le nostre aziende ai mercati internazionali.

A questo punto, vale la pena provare a suddividere e categorizzare questi bandi:

  • Internazionalizzazione delle imprese con misure nazionali: trattandosi di un gol che riguarda lo Stivale nella sua interezza, non deve sorprenderci che molte agevolazioni nazionali siano proprio dei finanziamenti internazionalizzazione.
  • Internazionalizzazione delle imprese con misure locali: parliamo di bandi che finanziano la partecipazione alle fiere, la formazione dei dipendenti, la creazione di canali digitali per la vendita all’estero.
  • Finanziamenti Simest: molte di queste misure (e anche stavolta non è un caso) riguardano proprio l’internazionalizzazione delle imprese italiane.

Internazionalizzazione delle imprese: numeri e previsioni

Come dicevamo nel paragrafo introduttivo, gli ultimi numeri che raccontano all’internazionalizzazione delle imprese sono incoraggianti. Cerchiamo di schematizzare alcuni punti relativi all’export italiano:

  • Nel 2023 le esportazioni nostrane hanno raggiunto un valore complessivo di circa 600 miliardi di euro, con una crescita significativa rispetto agli anni precedenti. I principali partner commerciali dell’Italia sono Germania, Francia, Stati Uniti, Spagna e Svizzera.
  • Peso delle PMI: Oltre l’80% delle imprese italiane attive sui mercati esteri sono piccole e medie imprese (PMI). Tuttavia, sono le grandi imprese a rappresentare la maggior parte del valore dell’export.
  • L’industria manifatturiera è il settore trainante: oltre il 50% al valore delle esportazioni viene proprio da qui. Molto presenti anche la meccanica strumentale, l’agroalimentare, la moda, l’industria chimica e l’automotive.
  • Per il periodo 2024-2025 si prevede che le esportazioni italiane possano crescere ulteriormente, raggiungendo (secondo alcuni) un valore complessivo di circa 700 miliardi di euro entro il 2025.

Numeri più che positivi, quindi, per l’internazionalizzazione delle imprese del nostro Paese, una crescita che naturalmente è spinta con forza dal “Made in Italy“, sempre più riconosciuto a livello internazionale come un vero e proprio marchio di qualità.

Non deve meravigliare, quindi, che ci siano sempre più bandi internazionalizzazione, volti proprio a fornire finanziamenti agevolati e contributi a fondo perduto alle imprese (spesso PMI) che intendono investire sui mercati esteri.

 

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