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Sono ore di euforia, a Wall Street, per il titolo di Intel, dopo che il ceo – Pat Gelsinger – ha annunciato che la società è pronta di trasformare la sua attività di fonderia in un’unità indipendente con un proprio consiglio di amministrazione e la possibilità di raccogliere capitale esterno. Intel ha anche annunciato che venderà parte della sua quota nella società di chip programmabili Altera. La decisione arriva pochi giorni dopo che il consiglio di amministrazione di Intel si è riunito per valutare la direzione e il futuro dell’azienda

Gelsinger ha spiegato che la ristrutturazione consentirà all’attività di fonderia di «valutare fonti di finanziamento indipendenti».

Dati alla mano, fino a oggi le foundry – che Intel prevede di utilizzare per produrre chip per altri clienti, sul formato TSMC per capirci – si sono rivelate un grosso ostacolo per i profitti del gigante americano, con l’azienda che ha speso circa 50 miliardi di dollari negli ultimi due anni. Scorporare l’attività sembra un’azione irrimandabile, o almeno così sembra aver deciso il board.

Da inizio anno, il titolo di Intel ha perso circa il 60%. I profitti fiaccati dalle spese per le fonderie e il business – un po’ sfuggito – dei chip per l’intelligenza artificiale, hanno influito pesantemente sull’andamento della società in Borsa. Ad agosto, scorso, la società californiana, ha riportato risultati trimestrali deludenti, innescando la svendita più brusca degli ultimi 50 anni. Risultati ai quali sono seguiti gli annunci sul taglio del 15% della sua forza lavoro come parte di un piano di riduzione dei costi da 10 miliardi di dollari.

Stop agli investimenti in Germania e Polonia

Ma non c’è solo la possibilità (sempre più certa) dello scorporamento delle foundry, nelle idee di Intel. La società guidata da Gelsinger ha infatti intenzione di mettere in pausa i suoi sforzi per nuovi stabilimenti in Polonia e Germania «per circa due anni in base alla domanda di mercato prevista», ha spiegato il ceo. Intel ritirerà anche i suoi piani per la fabbrica malese, mentre i progetti di produzione negli Stati Uniti rimarranno inalterati. Anche perché proprio nelle ultime ore, l’azienda ha ricevuto circa 3 miliardi di dollari dall’amministrazione Biden e dal Chips and Science Act. Il finanziamento è destinato al programma “Secure Enclave”, che promuove un progetto tra Intel e il Dipartimento della Difesa.

 

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