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Parafrasando un celebre film del 1999, prima regola della nuova
manovra finanziaria (sulla quale tutti attendiamo notizie più
precise): non parlare più di bonus e superbonus. È il mantra che
siamo ormai abituati ad ascoltare ogni qual volta dal Governo
arrivano notizie sulla prossima legge di Bilancio per il 2025,
all’interno della quale, è ormai chiaro, non saranno più previste
le consuete proroghe per le detrazioni fiscali in edilizia che da
anni vengono inserite a ridosso del cambio di anno.

Una consapevolezza che si scontra con la fine ormai certificata
delle detrazioni fiscali potenziate di cui all’art. 119 del D.L. n.
34/2020 (il superbonus) e di quelle ordinarie per
l’edilizia
(bonus casa 50%, ecobonus, sismabonus,…).

Superbonus: il monitoraggio Enea

Sulla fine del superbonus, benché dal punto di vista normativo
restano gli ultimi scampoli del 2024 con aliquota al 70% e tutto il
2025 al 65%, le ultime 5 rilevazioni condotte da Enea (sull’anima
“eco”) confermano un trend ampiamente negativo che dimostra la
ormai ferma diffidenza dei contribuenti e di tutti gli operatori
coinvolti per questa misura fiscale.

Da luglio ad agosto 2024 il totale delle detrazioni fiscali
maturate per lavori conclusi è aumentato di poco più di 57 milioni
di euro, seguendo un andamento visibile nei seguenti due
grafici:

Detrazioni fiscali maturate per lavori conclusi - Mensile

Dal secondo grafico si evince che il punto più alto è stato
raggiunto a dicembre 2023 con un totale di detrazioni ammesse per
lavori conclusi pari ad oltre 10,6 miliardi di euro. Mentre i punti
più bassi sono stati toccati negli ultimi 5 mesi che
registrano:

  • aprile 2024: euro 398.759.265,61
  • maggio 2024: euro 87.895.197,07
  • giugno 2024: euro 65.840.026,16
  • luglio 2024: 140.993.416,69
  • agosto 2024: euro 57.562.459,68

Un trend negativo che ormai coinvolge tutti i soggetti
beneficiari, compresi i condomini sui quali ad inizio 2024 era
stato registrato un forte aumento dovuto, però, alle asseverazioni
Enea da inviare entro 3 mesi dal fine lavori (e, infatti, la
crescita si è interrotta a marzo).

Superbonus: la chiave per la riforma edilizia

Pur essendo ormai terminata l’epoca del superbonus, la sua “eco”
si sentirà forte nei prossimi anni a seguito di alcune
problematiche generate o evidenziate da questa detrazione
fiscale.

Tra i problemi “generati” dal superbonus non si può dimenticare
il blocco della cessione del credito generato dalla schizofrenia
normativa e sulla quale l’attuale Governo è riuscito solo ad
emanare un inutile provvedimento che ha stanziato un fondo di
appena 16 milioni di euro e il
Decreto del MEF 6
agosto 2024
che ha stabilito degli ancor più inutili criteri e
modalità per l’erogazione di un contributo che non riuscirà a
coprire nulla.

Come non si possono trascurare i contenziosi
tra tutte le parti coinvolte: committenti, professionisti, imprese
e Agenzia delle Entrate.

Per quanto riguarda i problemi “evidenziati” non si è alcun
dubbio che il superbonus abbia scoperchiato il classico vaso di
pandora al cui interno tutti si sono accorti delle piccole e grandi
difformità del patrimonio immobiliare italiano e sul quale la
risposta del Governo e del Parlamento sono stati:

Troppo poco per un Paese che è tornato a viaggiare a ritmi dello
“0,…”, che da anni attende una seria riforma del quadro normativo
edilizio e urbanistico oltre che un testo unico delle detrazioni
fiscali in edilizia sul quale, ormai, tutti abbiamo perso ogni
speranza.



 

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