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L’Unione dei mercati dei capitali (CMU) è un’iniziativa lanciata nel 2014 come piano volto a creare un mercato unico per i capitali nell’UE. I piani d’azione per l’Unione dei mercati dei capitali del 2015 e del 2020 contenevano una serie di misure per raggiungere questo obiettivo. Nonostante questi sforzi, l’Unione dei mercati dei capitali rimane incompleta. A marzo 2024, l’Eurogruppo ha diffuso una dichiarazione sul futuro dell’Unione dei mercati dei capitali. Ad aprile 2024, Enrico Letta, nella sua relazione “Molto più di un mercato“, ha proposto almeno la creazione di un’Unione del risparmio e degli investimenti nella fase di implementazione dell’Unione dei mercati dei capitali.

La dichiarazione dell’Eurogruppo invitava la Commissione europea ad agire su una serie di aspetti, come la supervisione, l’ulteriore integrazione delle infrastrutture di mercato, gli investimenti transfrontalieri, i prodotti di investimento comuni e a migliorare l’usabilità del quadro finanziario sostenibile dell’UE. La relazione Letta, da parte sua, contiene una serie di proposte per creare un mercato unico per i servizi finanziari che mobiliti i risparmi verso gli investimenti e aumenti l’attrattiva dell’UE tra gli investitori stranieri. Un ulteriore evento con l’obiettivo di discutere tutte queste questioni è stato anche promosso nel giugno scorso.

Risparmio e investimento

Il concetto di risparmio e investimento è parte centrale della CMU. Gli obiettivi principali della CMU includono:

Maggiore accesso ai finanziamenti per le imprese: facilitare alle imprese, in particolare alle piccole e medie imprese (PMI), l’accesso ai capitali necessari per crescere, innovare e creare posti di lavoro.
Migliorare le opportunità di investimento per i risparmiatori: aumentare le possibilità di investimento per i cittadini europei, fornendo loro maggiori opzioni e protezioni, così da favorire una maggiore partecipazione agli investimenti di lungo periodo.
Ridurre la dipendenza dal settore bancario: diversificare le fonti di finanziamento per l’economia, riducendo la dipendenza dai prestiti bancari e incentivando l’uso di altre forme di finanziamento come il venture capital, il private equity e i mercati obbligazionari.
Favorire un’integrazione più profonda dei mercati dei capitali europei: creare un sistema più integrato e accessibile che consenta ai capitali di fluire liberamente attraverso le frontiere dell’UE, migliorando la stabilità economica e riducendo i rischi sistemici.
Aumentare la stabilità finanziaria: ridurre i rischi legati all’eccessiva frammentazione dei mercati finanziari nazionali e promuovere una maggiore condivisione del rischio a livello dell’UE, contribuendo a una maggiore resilienza economica dell’Unione.

La CMU si propone quindi di creare un ambiente favorevole per investimenti e risparmi, promuovendo al contempo la crescita e l’integrazione economica nell’UE.

La sicurezza economica è la condizione per la stabilità economica e la resilienza dell’UE

Nella relazione “Molto più di un mercato” di Enrico Letta, si sottolinea il concetto che “di fronte a un panorama globale sempre più complesso e imprevedibile, l’Unione europea è costretta ad ampliare la propria attenzione oltre le preoccupazioni interne, ponendo un’enfasi significativa sulla dimensione esterna del mercato unico.

Oggi, non è più possibile fare una netta distinzione tra queste due dimensioni, dobbiamo prenderle in considerazione insieme. Con le trasformazioni parallele verde e digitale, che si basano sull’impiego di tecnologie critiche che hanno un’impronta globale e che si basano su standard globali, la capacità dell’UE di modellare tali standard è essenziale per la sua competitività. La sicurezza economica emerge come una condizione per la stabilità economica e la resilienza, soprattutto alla luce delle recenti sfide come la pandemia, la ripresa dei conflitti e la crisi energetica.

Questi eventi hanno evidenziato le vulnerabilità insite nel nostro attuale modello di sviluppo, che si basa in larga misura sull’interdipendenza del commercio globale. L’adattamento al nuovo contesto globale richiede di cercare un equilibrio armonioso tra l’integrazione nel mercato globale e la garanzia della sicurezza, con l’obiettivo di migliorare la nostra competitività e resilienza.

L’”effetto Bruxelles” richiede sforzi specifici poiché sono disponibili alternative e l’influenza dell’UE è sempre più messa alla prova a causa delle tensioni geopolitiche e dell’aumento degli interventi commerciali guidati dallo Stato per scopi di sicurezza. Invece di interpretare le dinamiche globali attraverso la lente del Mercato unico, ora dobbiamo adattare il Mercato unico per allinearlo a questi cambiamenti globali. È imperativo rivedere la politica commerciale dell’UE per preservare la nostra credibilità. Il nostro approccio dovrebbe mirare a trovare un equilibrio tra competitività, indipendenza strategica ed eque condizioni globali, evitando l’imposizione di normative dannose e promuovendo invece partnership strategiche basate su politiche ben fondate”.

 

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