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Si moltiplicano i report delle società di statistica  che sottolineano l’aumento dei default aziendali in Europa, rivelando  tendenze che non accennano a diminuire.

Di Mario Vacca Parma, 8 settembre 2024 – La cautela delle banche centrali nel ridurre i tassi di interesse, le forti tensioni geopolitiche unite alla lentissima crescita economica mettono sotto pressione le imprese e ne causano  spesso il fallimento.

Prima in Europa nel registrare il più alto tasso di chiusure è stata l’Austria con un aumento del 90% su base annua, seguita da Svezia, Paesi Bassi e Germania che è anche alle prese con ben altri problemi. La Volkswagen valuta per la prima volta la possibile chiusura di stabilimenti nel Paese mettendo in discussione il patto di salvaguardia dei posti di lavoro di 110 mila dipendenti firmato con i sindacati che sarebbe valido siano al 2029. La transizione green sta creando un vero e proprio deserto industriale piuttosto che risolvere altri problemi, in particolar modo nel comparto auto.

L’Italia non è da meno, i default nel primo trimestre sono aumentati del 12,6%, Lombardia, Lazio e Veneto in testa alla classifica.

Le liquidazioni giudiziali – termine che con il nuovo Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza sostituisce i fallimenti – registrate nel primo trimestre del 2024 in Italia sono 2.104, ovvero il 12,6% in più rispetto allo stesso periodo del 2023; da segnalare la diminuzione delle domande di accesso al Concordato Preventivo.

Crisi energetica, difficoltà di approvvigionamento delle merci,  problemi di liquidità e di accesso al credito dovuti all’incremento dei tassi le principali cause dei dissesti.

Non dimentichiamo la forte propensione delle imprese Italiane all’export sulle quali gravano incessantemente le incertezze geopolitiche legate alle  guerre in Ucraina ed in Medio Oriente, ma anche agli embarghi verso la Russia;  la chiusura verso questo ultimo mercato pesa sul calo del fatturato delle aziende del settore moda e pelletteria. Secondo le elaborazioni del Centro Studi di Confindustria Moda per Assopellettieri nel primo trimestre dell’anno sono calati sia l’export (-11,8%) sia il fatturato (-12%). 

Soltanto il   6% delle aziende interpellate reputa che la seconda parte dell’anno sarà migliore della prima e quasi tutte sono concordi sul fatto che per una ripresa bisognerà attendere il 2025, quando ci si aspetta una più importante discesa dei tassi che rappresenterà un fattore stabilizzatore rilevante.  

Un futuro certamente non facile da prevedere, per farvi fronte  le imprese non possono che “attrezzarsi per governare l’incertezza”. Tra l’altro lo stesso Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza con le modifiche emanate anche al Codice Civile,  impone agli Amministratori ed ai Sindaci di adottare “una Bussola nella guida dell’impresa” ovvero di curare che l’assetto organizzativo, amministrativo e contabile sia adeguato alla natura ed alle dimensioni della società in modo da rilevare tempestivamente la crisi e la perdita di continuità aziendale. Ciò al fine di permettere di adottare misure idonee attraverso strumenti di programmazione mirati a scongiurare la crisi dell’impresa e quindi la liquidazione giudiziale che pesa, non soltanto sull’imprenditore ma su tutto l’indotto che vive intorno ad essa.

Vi è da dire tra l’altro che l’accesso al credito per le imprese diventa più selettivo: le linee guida EBA e il già citato Codice della Crisi d’Impresa impongono nuovi criteri di valutazione e quindi ottenere un finanziamento bancario per la propria impresa sta per diventare più complesso, soprattutto per chi non ha messo in ordine i propri “adeguati assetti”.

Le banche, nell’erogare un prestito – o per rinnovare una linea di fido – valutano attentamente la capacità dell’impresa di rimborsare il debito. In passato, si basavano principalmente su bilanci e garanzie reali, mentre con l’entrata in vigore delle “nuove normative bancarie EBA”, l’attenzione si sposta sulla solidità strutturale dell’azienda e sul suo approccio “forward looking”.  Le nuove Linee Guida dell’Autorità Bancaria   precisano che le Banche “ .. dovrebbero valutare il modello aziendale e la strategia dei mutuatari, anche in relazione allo scopo del prestito (…) Gli enti dovrebbero valutare la fattibilità del piano aziendale e delle proiezioni finanziarie associate, in linea con le specificità del settore in cui il mutuatario opera”.

Ciò premesso quindi  gli Istituti  sono obbligati a chiedere alle Aziende simulazioni predittive, ovvero delle vere e proprie proiezioni finanziarie che illustrano in modo dettagliato:

  • Come si evolverà il business nei prossimi anni: fatturato, costi, investimenti, profitto.
  • Quali sono le strategie aziendali per raggiungere gli obiettivi prefissati: lancio di nuovi prodotti, espansione in nuovi mercati, acquisizioni, ecc.
  • Quali sono i rischi potenziali che potrebbero ostacolare il successo delle strategie: crisi economiche, cambiamenti normativi, concorrenza accresciuta, ecc.

In sostanza, le simulazioni predittive devono dimostrare che l’azienda è in grado di:

  • Rimanere redditizia e sostenibile nel tempo.
  • Generare flussi di cassa sufficienti per rimborsare il debito.
  • Creare valore per gli azionisti e per gli altri stakeholder.

Per le imprese che ancora non hanno implementato adeguati assetti, è fondamentale attivarsi tempestivamente. Il primo passo è una valutazione approfondita della propria struttura organizzativa, amministrativa e contabile. Successivamente, è necessario implementare le misure correttive e i processi necessari per garantire la conformità alle normative. Le aziende che sapranno dotarsi di adeguati assetti saranno quelle più avvantaggiate nell’ottenere finanziamenti e nel costruire relazioni solide con il sistema bancario, e nel caso accidentale dovessero trovarsi per motivi esogeni  ad affrontare un periodo di crisi godranno di misure premiali da parte del tribunale potendo dimostrare di aver fatto di tutto per scongiurare il default.

 


(*) La Bussola d’Impresa – Mario Vacca

“Mi presento, sono nato a Capri nel 1973, la mia carriera è iniziata nell’impresa di famiglia, dove ho acquisito la cultura aziendale ed ho potuto specializzarmi nel management dell’impresa e contestualmente ho maturato esperienza in Ascom Confcommercio per 12 anni ricoprendo diverse attività sino al ruolo di vice presidente.
Per migliorare la mia conoscenza e professionalità ho accettato di fare esperienza in un gruppo finanziario inglese e, provatane l’efficacia ne ho voluta fare una anche in Svizzera.
Le competenze acquisite mi hanno portato a collaborare con diversi studi di consulenza in qualità di Manager al servizio delle aziende per pianificare crescite aziendali o per risolvere crisi aziendali e riorganizzare gli assetti societari efficientando il controllo di gestione e la finanza d’impresa.
Un iter professionale che mi ha consentito di sviluppare negli anni competenze in vari ambiti, dalla sfera Finanziaria, Amministrativa e Gestionale, alle dinamiche fiscali, passando attraverso esperienze di “start-up”, M&A e Turnaround, con un occhio vigile e sempre attento alla prevenzione del rischio d’impresa.
Un percorso arricchito da anni di esperienza nella gestione di Risorse Umane e Finanziarie, nella Contrattualistica, nella gestione dei rapporti diretti con Clienti e Fornitori, nella gestione delle dinamiche di Gruppo con soci e loro consulenti.
Nel corso degli anni le esperienze aziendali unite alle attitudini personali mi hanno permesso di sviluppare la capacità di anticipare e nel contempo essere un buon risolutore dei problemi ordinari e straordinari delle attività.
Il mio agire è sempre stato caratterizzato da entusiasmo e passione in tutto quello che ho fatto e continuo a fare sia in ambito professionale che extra-professionale, sempre alla ricerca dell’innovazione e della differenziazione come caratteristica vincente.
La passione per la cultura mi ha portato ad iscrivermi all’Ordine dei Giornalisti ed a scrivere articoli di economia pubblicati nella rubrica “La Bussola d’Impresa” edita dalla Gazzetta dell’Emilia ed a collaborare saltuariamente con altre testate.
La stessa passione mi porta a pianificare ed organizzare eventi non profit volti al raggiungimento di obiettivi filantropici legati alla carità ed alla fratellanza anche attraverso club ed associazioni locali.
Mi piace lavorare in squadra, mi piace curare le pubbliche relazioni e, sono convinto che l’unione delle professionalità tra due singoli, non le somma ma, le moltiplica.
Il mio impegno è lavorare sodo con etica, lealtà ed armonia.”

Contatto Personale: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Profilo Professionale: https://www.gazzettadellemilia.it/economia/itemlist/user/981-la-bussola-soluzioni-d-impresa.html



 

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