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Il miliardario svizzero e il suo impegno a favore degli elefanti

In un mondo dove il progresso e la crescita economica sembrano spesso primeggiare sulla natura, la figura di Hansjörg Wyss emerge come un faro di speranza. Questo miliardario svizzero, noto per la sua carriera imprenditoriale nel settore biomedicale, ha trovato un nuovo scopo nella vita dedicando risorse significative alla protezione della natura, con un’attenzione particolare per gli elefanti africani. Con un patrimonio che supera i miliardi, la sua visione non si limita a un approccio tradizionale alla filantropia: Egli cerca di creare una sinergia tra sviluppo umano e conservazione ambientale.

La Wyss Academy for Nature, fondata da Wyss e dall’Università di Berna, rappresenta un’iniziativa innovativa che mira a rimettere in equilibrio il rapporto tra l’uomo e l’ecosistema. Con l’intento di promuovere strategie locali per la conservazione della biodiversità, l’accademia lavora su diversi fronti, coinvolgendo comunità indigene e scienziati per trovare soluzioni concrete e partecipative. I progetti non solo si concentrano sulla salvaguardia degli elefanti, ma si espandono a tutta la biodiversità nelle regioni in cui operano.

Wyss ha consegnato un contributo significativo di cento milioni di franchi, ma ha stabilito anche una condizione: le autorità locali e l’Università di Berna devono contribuire con un apporto economico pari. Questo approccio non solo sostiene la ricerca, ma stimola anche investimenti locali, con l’intento di costruire un futuro sostenibile e giusto per le generazioni a venire.

La sua passione per la protezione degli elefanti non è solamente una questione di conservazione delle specie, ma una comprensione più profonda dell’importanza degli elefanti nell’ecosistema. Questi giganti gentili non sono solo creature affascinanti; svolgono un ruolo cruciale come ingegneri dell’ecosistema, creando e mantenendo habitat che favoriscono la biodiversità. La loro capacità di migrare per lunghe distanze consente la disperazione di semi e nutrienti, sostenendo la vita di molte altre specie vegetali e animali.

Con queste iniziative, Wyss non solo lascia un’eredità di protezione della natura, ma ispira una nuova generazione di imprenditori e attivisti a pensare in modo più ampio rispetto al loro impatto sul mondo. La sua storia è una testimonianza potente che dimostra come le risorse, quando utilizzate con intelligenza e compassione, possono trasformare il panorama della conservazione e dare voce a chi non ha potere, come i meravigliosi elefanti dell’Africa orientale.

Corridoi ecologici: la chiave per la sopravvivenza degli elefanti

Quando parliamo di elefanti, spesso pensiamo alla loro maestosa presenza e alla loro intelligenza, ma ciò che spesso sfugge è la complessità delle loro esigenze habitat e la necessità di spazi liberi dove possano muoversi e migrare. Gli elefanti non sono semplici abitanti della savana; sono viaggiatori instancabili che necessitano di corridoi ecologici per garantire la loro sopravvivenza e quella di tutto l’ecosistema che li circonda. I corridoi ecologici sono zone di habitat che permettono la migrazione e i movimenti naturali degli animali, consentendo loro di accedere a risorse vitali come cibo, acqua e aree di riproduzione.

Nel contesto dell’Africa orientale, dove i paesaggi sono sempre più frammentati a causa delle attività umane, la creazione di corridoi ecologici è diventata una priorità. Le pressioni generate da progetti di sviluppo, insediamenti umani e infrastrutture minacciano non solo gli elefanti, ma anche la biodiversità stessa. Senza corridoi sicuri, gli elefanti si vedono costretti a confrontarsi con l’urbanizzazione crescente, il che aumenta il rischio di conflitti con le comunità locali e di incidenti mortali.

Le organizzazioni come Save The Elephants stanno lavorando instancabilmente per preservare questi corridoi vitali. Attraverso una combinazione di ricerca, educazione e collaborazione con le comunità locali, ogni metro quadro di corridoio ecologico preservato rappresenta un passo cruciale versola conservazione. I minuti dedicati a osservare il comportamento degli elefanti e a monitorare i loro spostamenti forniscono dati inestimabili che aiutano a definire aree di passaggio sicure. Le otto lingue di terra di Save The Elephants, ciascuna di circa 300 metri di diametro, fungono da corridoi per il movimento degli elefanti, permettendo loro di viaggiare attraverso territori che, altrimenti, sarebbero stati bloccati dallo sviluppo.

Le comunità locali giocano un ruolo fondamentale in questo processo. Lavorare fianco a fianco con gli abitanti della zona è essenziale per promuovere una comprensione dell’importanza di questi animali e come la loro conservazione possa portare benefici anche per le persone. Non solo gli elefanti contribuiscono alla salute degli ecosistemi, ma il loro essere simbolo di un’eco-turismo fiorente può generare opportunità di guadagno per le comunità locali. La consapevolezza che gli elefanti e gli animali selvatici possano coesistere con gli esseri umani, portando a una relazione di rispetto reciproco, è un messaggio chiave che è necessario diffondere.

Risultati positivi sono stati raggiunti nei corridoi ecologici dove le comunità sono state coinvolte attivamente nella sorveglianza e nella tutela di queste aree. La creazione di un senso di appartenenza e responsabilità tra gli abitanti ha portato a una diminuzione degli incidenti tra elefanti e umani e a un’accettazione maggiore degli animali selvatici come parte integrante del loro ambiente. Così, questi corridoi ecologici non rappresentano solo vie di fuga per i pachidermi, ma anche un simbolo di speranza per una coesistenza armoniosa.

La strategia di preservare corridoi ecologici non è solo pragmatica ma è anche una questione di giustizia sociale. Le popolazioni indigene, che hanno vissuto in prossimità degli elefanti per generazioni, meritano di avere voce in capitolo nelle decisioni che riguardano i loro territori. È cruciale considerare le loro storie, le loro tradizioni e le loro conoscenze come risorse preziose. In questo modo, la protezione degli elefanti diventa un obiettivo collettivo che implica solidarietà e unione, riconoscendo che il destino della fauna selvatica e quello delle comunità locali sono intimamente interconnessi.

In questo momento così critico, è importante che tutti noi riconosciamo l’importanza dei corridoi ecologici e l’impatto che possono avere sulla vita degli elefanti e delle persone. La realizzazione di un futuro sostenibile per tutti richiede impegno, collaborazione e una visione condivisa. Ogni passo che facciamo nella protezione di questi corridoi è un passo verso l’armonizzazione delle esigenze della natura e delle comunità umane, un passo verso un pianeta più giusto e un’eredità da tramandare alle future generazioni.

La Wyss Academy for Nature: un’iniziativa innovativa

La Wyss Academy for Nature nasce dall’idea che la scienza e la comunità possano collaborare per trovare soluzioni che beneficino sia l’ambiente che le popolazioni locali. Questa accademia non è solo un centro di ricerca, ma un progetto che punta a costruire ponti tra le conoscenze scientifiche e le pratiche tradizionali delle comunità indigene. In un momento in cui il mondo affronta sfide senza precedenti, l’approccio innovativo di Hansjörg Wyss e del suo team è fondamentale per promuovere una vera e propria rivoluzione nel modo in cui concepiamo la conservazione.

L’accento sulla conoscenza locale come risorsa preziosa è cruciale. Spesso, le soluzioni imposte dall’esterno si rivelano inefficaci o addirittura dannose. Al contrario, coinvolgere attivamente le comunità nella formulazione e nell’implementazione di progetti consente di rispettare le loro tradizioni e le loro esperienze nel trattare con l’ambiente. I saperi ancestrali, combinati con la ricerca scientifica, possono generare proposte più complete e sostenibili.

Un esempio di tale collaborazione riguarda il monitoraggio della fauna selvatica. Grazie all’uso di app sviluppate per raccogliere informazioni sui movimenti degli elefanti, si riesce a ottenere un quadro preciso delle loro abitudini migratorie. Le comunità locali, come le donne “Mama Tembo”, sono formate e coinvolte in questo processo, il che non soltanto rafforza la loro posizione all’interno della conservazione, ma crea un legame profondo e significativo tra uomini e natura. Queste donne, attraverso il loro lavoro, diventano ambasciatrici della salvaguardia degli elefanti, dimostrando che il rispetto per l’ambiente e il benessere delle comunità possono andare di pari passo.

L’innovazione non si limita solo all’approccio collaborativo ma si estende anche alle tecnologie utilizzate. I progetti della Wyss Academy esplorano metodi all’avanguardia per la rigenerazione degli ecosistemi, dalla gestione sostenibile delle risorse naturali alla creazione di corridoi ecologici per la fauna selvatica. Ogni iniziativa è guidata da un principio: la sostenibilità deve essere al centro di ogni decisione, comprendendo le esigenze sia degli esseri umani che degli animali che condividono i loro spazi di vita.

Inoltre, la Wyss Academy offre opportunità di formazione e sviluppo per i giovani, creando una nuova generazione di leader nella conservazione. Questi programmi non solo educano ma ispirano i giovani a prendere in mano il proprio futuro e a lavorare per una coesistenza armoniosa con la natura. La speranza è che, attraverso questa educazione, le nuove generazioni possano affrontare le sfide ambientali con una mentalità aperta e innovativa.

L’approccio integrato della Wyss Academy non è solo un modello per l’Africa orientale, ma può fungere da esempio per altre regioni del mondo. La necessità di ridurre le disuguaglianze e di affrontare il cambiamento climatico pone un imperativo globale che richiede risposte locali, ma anche coordinate a livello internazionale. L’accademia, quindi, si propone come un punto di riferimento in un’era in cui l’interconnessione fra umanità e natura è più evidente che mai.

Le “mamme” degli elefanti: protagoniste locali per la conservazione

Nel cuore del Kenya, una comunità di donne sta riscrivendo le regole della conservazione attraverso il loro amore e la loro dedizione per gli elefanti. Le “Mama Tembo”, come si fanno chiamare, sono delle autentiche ambasciatrici per la salvaguardia della fauna selvatica, e il loro ruolo si rivela cruciale in un contesto in cui la convivenza tra esseri umani e animali è sempre più complessa. Queste donne, appartenenti alla popolazione Samburu, hanno un compito fondamentale: monitorare i movimenti degli elefanti e sensibilizzare le comunità locali sull’importanza della conservazione.

Attraverso incontri regolari e pattugliamenti nei corridoi ecologici, le Mama Tembo diffondono un messaggio di rispetto e protezione. Sono diventate vedette nella loro comunità, capaci di raccogliere informazioni vitali sugli spostamenti degli animali e sugli incidenti che possono verificarsi tra elefanti e uomini. Non solo osservano, ma cercano attivamente di prevenire conflitti, come dimostra un episodio in cui sono state in grado di spiegare l’importanza di mantenere la distanza dai giovani elefanti avvicinatisi troppo ai villaggi durante una crisi di siccità.

Questo lavoro di monitoraggio non è solo una questione di tutela: è anche un gesto di amore verso l’ambiente e gli animali che condividono il loro habitat. Christine Lekiluai, Evaline Lesuuper e Esther Lenakwawi, tre delle Mama Tembo, incarnano questo spirito. Con i loro vestiti tradizionali e i loro sorrisi, portano un messaggio di speranza e alleanza, dimostrando che la protezione della natura è una responsabilità condivisa. Ogni volta che pattugliano i corridoi, non solo si prendono cura della fauna selvatica, ma rafforzano anche il legame tra le comunità e gli elefanti, sottolineando che entrambi possono beneficiare della protezione e della cura reciproca.

Le Mama Tembo utilizzano strumenti innovativi, come applicazioni mobili, per raccogliere dati sui movimenti degli elefanti. Questo approccio tecnologico non solo facilita il monitoraggio, ma offre anche un’opportunità per educare i membri della comunità e per integrare tradizioni e modernità. La formazione ricevuta consente loro di essere parte attiva della conservazione, e il loro impegno offre una nuova prospettiva su come si possa affrontare la questione della biodiversità in modo inclusivo.

Il lavoro delle Mama Tembo si estende oltre la semplice osservazione. Queste donne si considerano custodi del loro territorio e dei suoi abitanti. La loro presenza genera una nuova consapevolezza fra le famiglie riguardo ai benefici che gli elefanti e gli animali selvatici possono apportare all’economia locale. Creano un senso di appartenenza e responsabilità, sottolineando che la conservazione degli elefanti non è solo un atto altruistico, ma una scelta strategica per il futuro delle loro comunità.

Questa iniziativa non è solo innovativa ma rappresenta un autentico esempio di empowerment femminile. Le Mama Tembo dimostrano che le donne, quando messe nella posizione di leadership, possono avere un impatto straordinario. Attraverso le loro azioni, pongono l’accento sul valore delle competenze femminili e sulla necessità di riconoscere il loro contributo alla conservazione della biodiversità. Sono la prova vivente che la passione e l’impegno possono generare cambiamenti reali e duraturi.

Il loro lavoro richiama l’attenzione su un aspetto fondamentale della conservazione: il legame emotivo che si crea tra gli esseri umani e gli animali. Le Mama Tembo non solo custodiscono la fauna selvatica, ma intrecciano le storie delle loro vite con quelle degli elefanti. Ogni avvistamento, ogni incidente e ogni interazione diventano una narrazione collettiva di coesistenza, dove il rispetto per la natura viene trasmesso alle generazioni future. In questo modo, non solo salvaguardano gli elefanti, ma costruiscono anche una cultura di protezione e ammirazione per la fauna selvatica nel loro insieme.

L’impegno di queste donne è un esempio luminoso di come la conservazione possa essere realizzata attraverso la cooperazione e il rispetto delle tradizioni locali. Le Mama Tembo ci mostrano che, spesso, le risposte più efficaci ai problemi della biodiversità risiedono nei legami profondi che le comunità hanno con il loro ambiente. Questo lavoro non solo protegge gli elefanti, ma crea anche una comunità più forte e resiliente, capace di affrontare le sfide del futuro.

Le sfide dello sviluppo sostenibile in Africa orientale

La questione dello sviluppo sostenibile in Africa orientale è complessa e delicata. Qui, le pressioni per un’accelerazione economica spesso si scontrano con la necessità di preservare la biodiversità e gli ecosistemi vitali. Le comunità locali, che storicamente hanno coabitato con la fauna selvatica, si trovano oggi a dover affrontare scelte difficili e compromessi che possono influenzare il loro stile di vita e quello degli animali che abitano la regione.

La crescente urbanizzazione e l’espansione delle infrastrutture rappresentano una minaccia concreta per gli habitat naturali. Le strade, i centri commerciali e le nuove residenze non solo frammentano il territorio, ma limitano anche i corridoi migratori degli elefanti e di altre specie selvatiche. Gli elefanti, che necessitano di spazi vasti per migrare e cercare cibo, si trovano sempre più confinati a causa di questa espansione. Questo non solo mette a rischio la loro sopravvivenza, ma provoca anche conflitti diretti con le comunità umane, poiché gli animali busseranno nei villaggi in cerca di risorse, portando a situazioni potenzialmente esplosive.

In questo contesto, la perdita della biodiversità ha ripercussioni significative. Le specie che coesistono con gli elefanti, da erbivori a predatori, si trovano anch’esse sotto pressione. La salute degli ecosistemi nei quali vivono viene compromessa dalla progressiva riduzione degli spazi vitali, portando a un circolo vizioso di declino ambientale e socioeconomico. È fondamentale riconoscere che la biodiversità non è solo una questione di natura; influisce direttamente sulla sicurezza alimentare, sull’approvvigionamento idrico e su altri aspetti essenziali per il benessere delle comunità locali.

Le sfide climatiche amplificano ulteriormente queste problematiche. La variabilità delle precipitazioni, le ondate di calore e le siccità prolungate rendono la vita di pastori e agricoltori sempre più difficile. I cambiamenti climatici aggravano già le difficoltà di sussistenza, minacciando la già fragile relazione tra umani e fauna selvatica. L’adattamento a questi cambiamenti richiede sforzi concertati e una visione a lungo termine, riportando la salute degli ecosistemi al centro delle politiche di sviluppo.

In questo scenario, l’approccio della Wyss Academy for Nature è particolarmente significativo. Promuovendo una pianificazione dell’uso del suolo che tenga in considerazione le esigenze sia delle comunità locali che della fauna selvatica, si cerca di trovare un equilibrio che possa soddisfare le istanze di sviluppo economico senza compromettere la biodiversità. Il dialogo tra gli stakeholder, comprese le popolazioni indigene, gli scienziati e le organizzazioni non governative, è imperativo per creare strategie sostenibili che possano fungere da modello per altre regioni del mondo.

Una nuova coscienza richiesta nelle comunità è essenziale. La sensibilizzazione sui benefici degli elefanti e il loro ruolo nell’ecosistema deve essere enfatizzata; solo così si può promuovere una coesistenza pacifica. Investire nel turismo sostenibile, per esempio, può offrire opportunità economiche che riducono la dipendenza dai metodi di sussistenza che danneggiano il ambiente. Le comunità che vedono gli elefanti come una risorsa piuttosto che una minaccia sviluppano un attaccamento più forte alla loro protezione, contribuendo a garantire la loro sopravvivenza.

Le sfide dello sviluppo sostenibile in Africa orientale ci pongono dinanzi a un’importante riflessione: come possiamo costruire un futuro in cui sviluppo e conservazione non siano opposti, ma alleati? La risposta risiede nella solidarietà, nella collaborazione e in una visione collettiva che riconosca il valore intrinseco della natura e degli animali che la abitano. Solo così potremo sperare di lasciare un’eredità positiva, non solo per le generazioni future, ma anche per le creature magnifiche che condividono questo prezioso pianeta con noi.

Collaborazione tra popolazioni locali e biodiversità

La salvaguardia della biodiversità e la protezione degli elementi che compongono il nostro ecosistema richiedono l’input e la partecipazione attiva delle comunità locali. In molte aree dell’Africa orientale, dove le pressioni per lo sviluppo sono immense, è essenziale un lavoro di equipe che unisca le conoscenze locali e le competenze scientifiche. Questo approccio si traduce in un coinvolgimento attivo delle popolazioni, perché chi vive in simbiosi con la natura possiede intuizioni preziose su come preservarla.

Le comunità che da generazioni convivono con la fauna selvatica hanno sviluppato un legame profondo con il territorio e un rispetto innato per gli animali che lo abitano. L’incontro tra modernità e tradizioni è un principio fondamentale in questi processi di collaborazione. Le storie, le credenze e le pratiche quotidiane delle popolazioni locali forniscono un contesto vitale per comporre strategie di conservazione che siano realmente efficaci e ben accolte. In questo modo, non solo si protegge la fauna, ma si promuove anche un senso di identità e dignità culturale, fattori fondamentali per il benessere delle comunità stesse.

Un esempio emblematico di questo approccio è rappresentato dalle Mama Tembo, le donne che monitorano gli elefanti e comunicano l’importanza della loro conservazione. Attraverso il loro lavoro, queste donne non solo proteggono gli animali, ma anche il tessuto sociale delle loro comunità, diventando leader e portatrici di cambiamento. La loro capacità di influenzare le opinioni e le pratiche della comunità dimostra che il dialogo e la cooperazione sono più efficaci dell’imposizione di regole dall’alto.

La collaborazione si traduce anche in progetti di sviluppo sostenibile che integrano la conservazione e l’economia locale. Attraverso la creazione di iniziative di eco-turismo, le comunità possono ottenere guadagni economici mentre contribuiscono alla protezione della fauna. Un elefante può generare opportunità di lavoro per molte persone, dal turismo alla guida e all’ospitalità. Così, gli animali vengono percepiti non più come una minaccia ma come una risorsa preziosa.

Inoltre, la tecnologia e le applicazioni mobili stanno aprendo nuove strade per la collaborazione. Le comunità possono raccogliere dati sui movimenti degli elefanti e segnalare eventuali conflitti, creando un flusso di informazioni che rafforza sia la ricerca scientifica che la loro capacità di gestire gli animali selvatici. Questi strumenti moderni integrano le intuizioni locali e offrono un modo per monitorare la fauna in tempo reale, portando a decisioni più informate.

Tuttavia, per garantire il successo di queste collaborazioni, è cruciale che gli outsider, come le ONG e le istituzioni governative, ascoltino e rispettino le esigenze e le opinioni delle comunità locali. La fiducia deve essere costruita attraverso il dialogo aperto e onesto, e la formazione deve essere fornita per potenziare le capacità delle persone locali. Solo così sarà possibile raggiungere gli obiettivi di conservazione in modo che tutti, sia le persone che gli elefanti, possano prosperare.

Il futuro della biodiversità in queste regioni dipende dalla nostra capacità di lavorare fianco a fianco, unendo conoscenze tradizionali e moderne per creare soluzioni sostenibili. La collaborazione non è solo una necessità ma una scelta consapevole per costruire un mondo dove la coesistenza tra umani e fauna selvatica sia non solo possibile, ma anche prospera. Riconoscere l’importanza del coinvolgimento delle popolazioni locali non è solo un passo verso la conservazione: è una via verso un futuro più giusto e inclusivo.

Soluzioni innovative per un futuro sostenibile

Nel contesto delle sfide ambientali odierne, è imperativo esplorare soluzioni innovative che possano garantire un futuro sostenibile sia per le comunità locali che per la fauna selvatica. In questo scenario, iniziative come quelle promosse dalla Wyss Academy for Nature dimostrano l’importanza di un approccio integrato che combina conoscenze locali, tecnologie moderne e pratiche ecologiche per affrontare le difficoltà che esseri umani e animali devono affrontare in un mondo in rapida evoluzione.

Una delle strategie più promettenti è l’uso di tecnologie innovative per monitorare e gestire gli habitat naturali. Attraverso l’implementazione di applicazioni mobile e dispositivi GPS, le comunità possono raccogliere dati precisi sui movimenti della fauna selvatica, in particolare degli elefanti. Questa raccolta di informazioni non solo facilita la ricerca scientifica ma fornisce anche alle comunità locali un potere senza precedenti nel monitoraggio della biodiversità. Le “Mama Tembo”, ad esempio, utilizzano queste app per tracciare gli spostamenti degli elefanti e comunicare alle autorità locali eventuali conflitti o situazioni problematiche, creando un sistema di protezione reattivo e integrato.

Un altro approccio innovativo è la promozione di pratiche agricole sostenibili che possano coesistere con la fauna selvatica. Tecniche come l’agroecologia e l’agricoltura rigenerativa possono non solo migliorare la qualità del suolo e aumentare la produttività, ma anche mitigare gli impatti negativi dell’agricoltura intensiva sulla biodiversità. Educare le comunità locali a questi metodi permette di creare un legame duraturo con il territorio e di sviluppare un modello di sviluppo economico che non comprometta l’ecosistema.

Inoltre, il ripristino ecologico delle aree degradate emerge come una risposta fondamentale alla perdita di habitat. Progetti come quelli promossi congiuntamente da organizzazioni locali e internazionali puntano alla riforestazione e alla riabilitazione delle savane. Queste iniziative non solo ripristinano gli habitat naturali, ma offrono anche opportunità di lavoro e formazione per le comunità locali, contribuendo così a costruire una resilienza economica e ambientale.

È vitale anche riconoscere l’importanza dell’eco-turismo come strumento di sviluppo sostenibile. Creare opportunità per i visitatori di esplorare e apprezzare la fauna selvatica non solo genera reddito per le comunità, ma contribuisce anche alla sensibilizzazione sulla conservazione degli ecosistemi. Progetti di eco-turismo ben gestiti possono fungere da esempio di come la protezione della natura possa tradursi in vantaggi economici diretti, incentivando le comunità a vedere gli elefanti e altri animali non come una minaccia, ma come una risorsa preziosa.

Infine, il dialogo aperto tra le varie parti interessate è fondamentale. La collaborazione tra i governi, le ONG, le istituzioni di ricerca e le comunità locali è la chiave per sviluppare e implementare strategie efficaci. Attraverso workshop e incontri comunitari, si possono ascoltare le voci di chi vive quotidianamente a contatto con la fauna selvatica, in modo da creare soluzioni che siano realmente sostenibili e condivise. Riconoscere e valorizzare le conoscenze tradizionali delle popolazioni locali arricchisce il nostro approccio, creando una trama sociale coesa e pronta ad affrontare le sfide ambientali.

In questo modo, le soluzioni innovative non sono solo tecnologie o pratiche agro-ecologiche, ma si radicano in una visione condivisa di sostenibilità e coesistenza. La strada verso un futuro sostenibile è complessa, richiede impegno e creatività, ma è percorribile. Con una solida cooperazione e un profondo rispetto per l’ambiente, possiamo costruire un mondo dove la fauna e le persone prosperino fianco a fianco, fondendo i loro destini in un’unica narrazione di vita e opportunità.

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