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Ecco per chi l’assegno unico potrebbe sparire del tutto. Il Governo Meloni sta avanzando diverse ipotesi in merito, per Giorgia Meloni, infatti, si tratta di un beneficio che non funziona. Ecco perché l’esecutivo vorrebbe modificare l’assegno per i figli tagliando l’importo base di 57 euro circa per destinare maggiori importi alle famiglie numerose e quelle con disabili.

L’intenzione sembrerebbe essere quella di eliminare l’assegno unico per chi non presenta l’Isee e per coloro che lo hanno più alto di 45.000 euro, ovvero le famiglie che oggi percepiscono solo l’importo base dell’assegno di 57 euro.

Così come accaduto con il reddito di cittadinanza, anche l’assegno unico dovrebbe cambiare nome, oltre che struttura. Questo significa che dovremo dire addio all’assegno unico?  Le famiglie che non lo percepiranno più potranno beneficiare di nuovo delle detrazioni figli a carico?

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Assegno unico, ha solo 2 anni

L’assegno unico è stato introdotto dal Governo Draghi nel 2021 ed è diventato operativo a partire da marzo 2022. Si tratta dell’unica riforma fatta per la famiglia in Italia e, a suo tempo, fu votato da tutte le forze politiche visto che permetteva ai sostegni di stato di arrivare anche alle famiglie che prima non beneficiavano dell’Anf (disoccupati e autonomi).

L’assegno unico, con la sua introduzione, ha portato alla cancellazione di molti bonus vecchi (detrazioni figli a carico e bonus bebè sono i più rimpianti) e il suo importo va da quello base di 57 euro a quello che sfiora i 200 euro al mese per chi ha un isee entro i limiti stabiliti. Sono previste poi maggiorazioni per i figli con meno di un anno, per figli oltre il secondo, per non autosufficienti e disabili e anche qualora entrambi i genitori lavorano. L’assegno è riconosciuto anche dopo i 18 anni e fino ai 21, ai figli che studiano o seguono un percorso formativo.

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Assegno unico da rivedere

Secondo i rapporti l’assegno unico non è mai stato chiesto dal 100% delle famiglie, anche se i beneficiari sono cresciuti nel tempo:

  • nel 2022 ne beneficiava l’84% degli aventi diritto;
  • nel 2023 l’89%;
  • nel 2024 il 91%.

Un milione di famiglie, però, ha rinunciato al sussidio e proprio per questo si vuole intervenire per ridistribuire le risorse che avanzano (e magari per utilizzarle per rifinanziare il bonus in busta paga per le mamme con 2 figli).

Il ministero dell’Economia ribatte che è “fantasiosa e senza alcun fondamento l’ipotesi di tagli agli assegni per i figli in vista della prossima manovra”, ma non commenta la ridistribuzione delle risorse.

Eugenia Roccella, ministra per la Famiglia commenta che “il nostro governo ha sempre messo le famiglie al centro delle proprie priorità e se c’è qualcuno che ha sollevato contestazioni sull’assegno unico è l’Europa”. Per la ministra, è tutto molto chiaro: “Il nostro governo non sottrarrà mai un solo euro alle famiglie nei confronti delle quali il nostro impegno resta prioritario e trasversale a tutti i ministeri. Abbiamo impiegato per le famiglie tutte le risorse possibili, e non ci sono stati avanzi”.

Va ricordato, però che gli avanzi dell’assegno unico del 2022 sono stati utilizzati per finanziare il decreto bollette, mentre nella manovra 2023 l’assegno unico è stato proprio dimenticato.

 

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