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Quale futuro per l’IRPEF? L’intenzione è quella di andare oltre la conferma dell’impostazione attuale basata su tre aliquote e scaglioni con un ulteriore taglio per il ceto medio, ma le novità dipenderanno dalle risorse a disposizione

Il futuro dell’IRPEF è tutto da scrivere: si studia la formula da adottare per il 2025.

L’obiettivo, non facile, è quello di trovare un punto di equilibrio tra le risorse a disposizione e una nuova impostazione di aliquote e scaglioni.

Dopo le novità dello scorso anno, ormai in scadenza, il Governo vorrebbe proseguire nel percorso di revisione dell’imposta potenziando le regole attuali con un nuovo taglio indirizzato al ceto medio, in particolare ai cittadini e alle cittadine con redditi fino a 50-60.000 euro.

Le intenzioni, però, dovranno fare i conti con la realtà e con tutte le altre spese in cantiere, a partire dal taglio del cuneo fiscale e contributivo che già richiede oltre 10 miliardi.

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Il futuro dell’IRPEF: oltre la conferma di tre aliquote e scaglioni, si va verso un nuovo taglio

L’IRPEF basata su tre aliquote e scaglioni ha natura temporanea: i lavori della riforma fiscale, inaugurata proprio con la revisione delle regole di calcolo dell’imposta, non hanno portato a un impianto di lungo periodo, ma a un assetto con una precisa data di scadenza.

E ora che la pausa estiva si avvia alla conclusione è tempo di guardare al futuro, anche per quanto riguarda l’IRPEF: la presidente del Consiglio Meloni incontrerà i vicepremier Salvini e Tajani venerdì 30 agosto per cominciare ad avviare il cantiere della Manovra e non solo.

Come per il taglio del cuneo fiscale, il percorso è obbligato e passata dalla conferma delle regole approvate lo scorso anno che hanno portato a una riduzione degli scaglioni da quattro a tre, con l’accorpamento dei primi due, e a una aliquota del 23 per cento fino a 28.000 euro.


La novità è costata 4,3 miliardi di euro e ha garantito a cittadini e cittadine un risparmio d’imposta fino a 260 euro all’anno, eroso dal taglio sulle detrazione per i redditi oltre i 50.000 euro.

Tornare indietro ora sarebbe difficile, e vorrebbe dire andare in controsenso vista la riforma fiscale in atto, ma anche andare avanti nel percorso di revisione dell’imposta non è così facile.

Verso l’IRPEF 2025: novità in cantiere su aliquote e scaglioni per un nuovo taglio

Il Governo vorrebbe proseguire con un nuovo taglio dell’IRPEF per il ceto medio, l’ipotesi iniziale di un passaggio a due aliquote per fare passi avanti nel percorso di appiattimento della tassazione oggi appare meno plausibile, mentre si aprono altre due strade alternative.

Anche mantenendo un sistema a tre salti, c’è la possibilità di proseguire in due direzioni:

  • si può intervenire su una delle tre aliquote: un’ipotesi è quella di portare la seconda dal 35 al 33 per cento, come riporta il quotidiano Il Sole 24 Ore di oggi, 28 agosto;
  • si può far crescere il limite degli scaglioni che fa scattare la percentuale più alta di tassazione: ad esempio portando l’attuale secondo gradino fino a 60.000 euro, anziché fermarsi a 50.000 euro.
Aliquote IRPEF 2024 Scaglioni di reddito
23 per cento Fino a 28.000 euro
35 per cento Da 28.001 a 50.000 euro
43 per cento Da 50.001

Al di là delle ipotesi e delle intenzioni, però, conteranno le risorse a disposizione.

Secondo il viceministro all’Economia e alle Finanze Maurizio Leo, la maggior parte dei fondi necessari per confermare l’impostazione a tre aliquote e scaglioni è stata già “accantonata”. Ma per le novità aggiuntive servirà nuova linfa: il futuro dell’IRPEF dipende anche e soprattutto dal successo del concordato preventivo biennale e dai risultati economici che si otterranno.

Per ora, tra ritardi e riscrittura delle regole, il patto Fisco-Partite IVA non ha avuto una partenza facile ed è difficile fare delle stime sui frutti che si potranno raccogliere: i contribuenti avranno tempo fino al 31 ottobre per decidere di aderire, una tabella di marcia che lascia intravedere per l’IRPEF un futuro, ancora a lungo, molto incerto.

 

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