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Per la rimodulazione dell’assegno per i figli il governo potrebbe scegliere di favorire le famiglie numerose per premiare la natalità. Bonus mamma anche per le lavoratrici autonome

Dal bonus mamme da estendere alle lavoratrici autonome fino al nuovo assegno figli.  Il governo è al lavoro sulla Manovra 2025. Stando alle prime stime tra taglio del cuneo fiscale prorogato e interventi sulle pensioni, la legge di Bilancio dovrebbe valere circa 25 miliardi di euro. Sebbene lo spazio d’intervento sia risicato, l’esecutivo starebbe valutando una serie di misure ulteriori per sostenere le famiglie. 

L’assegno unico figli potrebbe cambiare

Tra queste una rimodulazione dell’assegno unico figli utilizzando le risorse stanziate ma non utilizzate al 100% per il 2024. Un micro-tesoretto che si andrebbe ad aggiungere ai quasi 2 miliardi  risparmiati per via del reddito d’inclusione richiesto da una platea di beneficiari inferiore rispetto alle previsioni iniziali. I dettagli della rimodulazione non sono ancora stati definiti ma come fatto in precedenza l’esecutivo potrebbe scegliere di premiare le famiglie numerose nel solco di un sostegno forte alla natalità più volte rivendicato dal ministero per la Famiglia. Di certo – come evidenziato da una nota del Mef in risposta ad alcune indiscrezioni che andavano in direzione di un addio all’assegno unico – sono «senza fondamento le ipotesi di tagli agli assegni per i figli in vista della prossima manovra».




















































L’ipotesi opposta

Un altro dato di fatto è che nel novembre del 2023 l’Europa ha messo l’Italia in procedura di infrazione a causa della decisione del governo Meloni di introdurre il requisito di residenza di 2 anni chiesto agli stranieri per poter ottenere l’assegno unico per i figli. Con la necessità di dover intervenire su questo punto, l’esecutivo potrebbe approfittarne per rimettere mano a tutta la materia e procedere a una rimodulazione e riscrivere il Piano nazionale per le famiglie varato nel 2022 dal governo Draghi. 

Bonus mamma per le partite Iva?

Ma torniamo alle altre ipotesi sul tavolo. Per quanto riguarda il bonus mamme, se si trovano le risorse, una delle misure allo studio è l’estensione anche alle Piva fino ad oggi escluse dall’agevolazione che, di fatto, è uno sconto sui contributi previdenziali. Nel dettaglio, le lavoratrici madri con tre o più figli per la busta paga che va dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2026, godranno di un esonero del 100% della quota dei contributi per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti a carico del lavoratore fino al mese di compimento del diciottesimo anno di età del figlio più piccolo. Si prevede un limite massimo annuo di 3 mila euro riparametrato su base mensile. Stesse condizioni, ma solo per il 2024, per chi ha due figli. Lo sconto vale però se almeno uno dei due figli ha età inferiore ai 10 anni. Condizioni che dall’anno prossimo potrebbero essere estese anche alle lavoratrici non dipendenti, circa 2 milioni in Italia. Ovviamente una volto sciolto il nodo delle coperture per il bonus mamma rafforzato. Ad oggi la misura, dopo una partenza rilento, nei  primi cinque mesi del 2024 è stato richiesto dal 75% delle aventi diritto circa 550mila lavoratrici.


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29 agosto 2024 ( modifica il 29 agosto 2024 | 12:46)

 

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