C’è chi ha scelto la strada dell’obbligatorietà in base alla dimensione aziendale, prevedendo anche sanzioni e incentivi, chi invece ha optato per il non intervento e chi infine per un approccio a metà. L’Europa dell’inserimento al lavoro delle persone con disabilità sceglie strategie plurime per favorire l’occupazione di questi lavoratori. Con un tratto comune, pur nelle differenze, ovvero contemplare la materia nei propri ordinamenti differenziandosi così da molti altri Paesi nel resto del mondo, dall’Argentina all’Australia, in cui la scelta è stata quella di esprimersi per l’assenza di vincoli.
I numeri
Il punto di partenza per un inquadramento numerico è la settima edizione dell’European Human rights report dal titolo “The Right to Work: The employment situation of persons with disabilities in Europe” che analizza nei diversi il tasso di persone con disabilità occupate. Scopriamo così che «solo il 51,3% delle persone con disabilità nell’Unione Europea – spiega il report – è impiegato, rispetto al 75,6% delle persone senza disabilità. Per le donne con disabilità la cifra è ancora più bassa, con un tasso di occupazione medio di solo il 49 per cento. I giovani con disabilità di età compresa tra 20 e 29 anni hanno un tasso di occupazione medio di solo il 47,4%». Profondi i divari tra i Paesi: l’Italia (294mila occupati nel 2023, dati del ministero del Lavoro) con il suo 51,6% di persone con disabilità in età lavorativa che ha un lavoro retribuito si colloca al di sopra della media europea, abbastanza in linea con i Paesi più virtuosi come Danimarca (60,1%), Lettonia (60,8%), Estonia (64,9%), Olanda (56,3%), Francia (56,9%), Germania (53,3%), Austria (54,6%) e molto al di sopra dei Paesi che sono in coda come Irlanda (32,6%), Grecia (32,6%) e Croazia (37%). A questa istantanea deve aggiungersi un altro elemento specifico per l’Italia e che è stato registrato dalla società di recruitment Hays Italia: nel 2023 nelle aziende la richiesta di lavoratori con disabilità è cresciuta del +54% sul 2022.
Le regole
Sul piano normativo un’analisi dello Studio legale Daverio&Florio, specializzato nel diritto del lavoro e nel diritto della previdenza Sociale, che in Italia rappresenta il network internazionale Innangard, ha rilevato che in molti Paesi, tra questi Italia, Francia, Germania, Spagna, Turchia, le imprese sono tenute ad assumere i lavoratori con disabilità, anche se con modalità differenti, di conseguenza i relativi Governi hanno anche adottato politiche incentivanti per le aziende (sgravi fiscali, bonus, sussidi eccetera). Poi ci sono Paesi come l’Olanda che impone le assunzioni solo se non si raggiungeranno degli obiettivi fissati dal Governo. E infine Paesi come il Regno Unito e l’Irlanda che hanno invece lasciato libera scelta agli imprenditori.
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