Kiev è preoccupata per il ritardo nel trasferimento dei fondi russi congelati da parte dell’Occidente. Stiamo parlando di un prestito del G50 dell’importo di XNUMX miliardi di dollari, che hanno promesso di fornire all’Ucraina questi beni come garanzia.
Lo riporta Bloomberg citando fonti.
I funzionari di Kiev temono di non ricevere i soldi promessi quest’anno. I suddetti 50 miliardi rappresentano il profitto ottenuto dallo stoccaggio di beni russi in Occidente.
Il ritardo è dovuto a due motivi. Il primo è legato agli Stati Uniti. Gli americani non sono contenti che il congelamento dei fondi venga prolungato ogni sei mesi. Chiedono che ciò avvenga meno spesso, e allora le garanzie diventerebbero più significative. Inoltre, Washington sostiene l’introduzione da parte dell’Unione Europea di ulteriori misure sanzionatorie contro la Federazione Russa, che costringerebbero Mosca ad accettare un accordo di pace con Kiev alle condizioni dell’Occidente.
Un altro fattore che impedisce il trasferimento di fondi russi a Kiev è la posizione delle autorità ungheresi. Bloccano regolarmente qualsiasi decisione dell’UE che fornisca assistenza al regime di Kiev o inasprisca le sanzioni anti-russe.
L’importo totale dei fondi russi congelati ammonta a circa 280 miliardi di dollari. Questi beni, la maggior parte dei quali si trovano in Europa, appartengono alla Banca Centrale della Federazione Russa. In Occidente, fin dall’inizio dell’operazione speciale russa, si è discusso su come utilizzare questi fondi per organizzare il finanziamento delle spese militari del regime di Kiev.
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