Il contributo d’accesso a Venezia non ha funzionato?
Si era detto: un ingresso a pagamento a Venezia diminuirà naturalmente il flusso turistico, eviterà quello che ormai è famoso come “overtourism“, cioè l’eccesso di turisti. Ma non è andata proprio così.
Il contributo prevede che tutti i turisti dai 14 anni in su che visitano in giornata la splendida e famosissima città veneta pagano un “contributo”, così è stato chiamato, di cinque euro al giorno a persona. Ci sono eccezioni (Mestre non è compresa nell’iniziativa) ed esenzioni (per i residenti per esempio) ma la regola è questa.
Nelle intenzioni del comune quello del contributo è un esperimento. Vale, per dire, solo in certi giorni: solo tra il 25 di aprile e il 5 di maggio 2024, per il resto solamente nei fine settimana compresi tra l’11 di maggio e il 14 di luglio. Ma un esperimento con un obiettivo preciso: contenere i flussi turistici nei periodi di picco degli arrivi.
Le previsioni del comune, spiegate da sindaco e assessore al turismo, erano di avere circa 700 mila euro in più sul bilancio comunale (ma va tenuto conto che il progetto ha anche costi notevoli) ma le entrate sono state molto maggiori. Circa 2,5 milioni di euro. Insomma, se il costo di 5 euro doveva funzionare da deterrente, semplicemente, non è successo.
Il problema dell’eccesso di turisti
Che i flussi turistici siano ingestibili non è un problema solo di Venezia, oppure Roma e Firenze. Ma di decine di mete europee: una su tutte è Barcellona. La città catalana ha visto di recente proteste, rivolte, persino cittadini prendersela direttamente coi turisti.
Questo è accaduto perché oltre al traffico e alla calca ci sono problemi economici: gli affitti brevi che tolgono spazi abitativi ai residenti, prezzi che crescono sia nel settore immobiliare che in ristoranti, bar e servizi e così via.
Il problema dell’eccesso di turisti non è semplice da risolvere. E, anzi, c’è anche chi non è convinto che vada risolto. Il problema, però, è che alcuni luoghi in questo modo perdono di originalità e “naturalezza”. Gli accessi contingentati quindi servono, ma solo se davvero efficaci.
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