A Paderno Franciacorta l’associazione 5R Zero Sprechi ha bonificato un’area di 5mila metri quadri della Provincia, togliendo 42 tonnellate di rifiuti e piantando 160 alberi
«Questa è una pianta di caco che una nonna ha voluto regalare alla sua nipotina. Un regalo per il suo futuro e per quello del pianeta…». A Marco Migliorati (in foto) mente dell’associazione 5R Zero Sprechi, si illuminano gli occhi mentre cammina nell’oasi di verde sorta a Paderno Franciacorta su un’area della Provincia, fino ad un anno fa zeppa di rifiuti di ogni tipo, che non a caso è stata battezzata «Bosco futuro».
La cessione dei 5mila metri quadrati di terra adiacente alla ferrovia Brescia-Iseo-Edolo e appartenenti al Broletto è avvenuta quattro anni fa, sotto la presidenza di Samuele Alghisi. Poi, finita l’emergenza Covid, è iniziato il lavoro duro di decine di volontari (va ricordato il contributo di Piantumazione Selvaggia) che hanno tolto dalla terra ben 42 tonnellate di rifiuti, tra le quali tante scorie edili contenenti anche amianto ma anche copertoni, plastiche, ferro. Sono state raccolte ottocento cartucce, riutilizzate in modo del tutto originale per la creazione di pannello gigante con la scritta «No war» che campeggia sopra la bacheca, formata da due vecchie botti in cemento abbandonate chissà da chi. «Fino ad oggi abbiamo piantato 160 piante, offerteci dai tanti nostri sostenitori, come il Rotary, i Lions o la società di bonifica BioSearch, alla quale abbiamo affidato il campionamento del terreno, che ha escluso la presenza di inquinanti» spiega Migliorati, mentre mostra fiero l’impianto rudimentale per l’irrigazione delle piante, fondamentale per garantire la loro sopravvivenza. Nel bosco è stata creata anche un’ area per gli insetti impollinatori e non è difficile veder saltellare tra i cespugli dei conigli selvatici e talvolta una volpe.
«Non abbiamo però installato panchine e tavoli perché l’idea non è quella di fare un parco ma un bosco» chiude l’ambientalista. Un’area rinaturalizzata che non è stata trasformata in un altro vigneto (anche se quello più vicino è coltivato con metodo biologico, come i due terzi dell’uva in Franciacorta). Un piccolo polmone di ossigeno in una provincia che cementifica 148 metri quadri ogni ora (dati Ispra).
18 agosto 2024
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