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La manovra di bilancio per il 2024 si preannuncia come una delle più complesse per il Governo italiano. Con scadenze fissate e aspettative alte, il piano di spesa, che dovrà essere inoltrato a Bruxelles, si prepara a una revisione significativa delle attuali politiche fiscali. La previsione iniziale indica una manovra di almeno 24-25 miliardi, ma la caccia alle risorse abbraccerà un campo di intervento già ampiamente analizzato in passato.

Tagli alle agevolazioni fiscali: l’intervento necessario

Un’analisi delle attuali agevolazioni fiscali

La questione delle spese fiscali è da tempo al centro del dibattito politico ed economico. Attualmente, l’Italia conta ben 626 agevolazioni fiscali, un numero che continua a crescere nonostante i tentativi di razionalizzazione da parte del Governo. Questo sistema di agevolazioni, che ha come obiettivo primario l’incentivazione di determinati comportamenti e investimenti, ha portato a una consistente perdita di gettito, stimata in oltre 105 miliardi di euro.

Riforme in arrivo: il bilancio delle agevolazioni

L’impatto di tale situazione ha spinto il Governo a considerare una revisione delle agevolazioni. Tuttavia, è fondamentale sottolineare che gli interventi non riguarderanno le detrazioni fiscali più significative, che hanno un ruolo cruciale nell’impattare sulla progressività del prelievo. Queste comprendono le detrazioni per i figli a carico, le spese mediche e quelle legate alla casa. Secondo le prime indicazioni, il Governo sta considerando un taglio iniziale di circa un miliardo, ma la fase di ricognizione è appena avviata.

Il buon andamento delle entrate fiscali sarà un fattore determinante nella pianificazione della spesa e nel garantire che la manovra non incida negativamente sul bilancio delle famiglie italiane. La revisione delle agevolazioni fiscali sarà dunque cruciale per il raggiungimento di un equilibrio tra necessità di finanziamento pubblico e sostegno alle famiglie in una situazione economica complessa.

Spending review: obiettivi e sfide future

Gli obiettivi di risparmio per il 2025

La spending review rimane uno degli strumenti principali attraverso cui il Governo intende perseguire una gestione più efficiente delle risorse. Le previsioni suggeriscono un obiettivo di risparmio non inferiore ai 2,5 miliardi di euro a carico dei ministeri nel 2025. Questo dovrà essere confrontato con i 18,2 miliardi di euro di impatto delle misure già finanziate per il solo 2024, in attesa di conferma per l’anno successivo.

Le misure da finanziare e la gestione degli oneri

Un elemento chiave sarà il finanziamento del sconto contributivo destinato ai redditi fino a 35mila euro, per un importo di 10,7 miliardi. Inoltre, si prevede la necessità di onorare un residuo di 615 milioni legato alla prima fase della riforma Irpef, nonché di quantificare altri oneri standard, come il rifinanziamento dei contratti di lavoro pubblico per il triennio 2025-2027.

A tal proposito, è stata espressa l’intenzione di estendere gli sgravi a ceti medi con redditi fino a 50mila euro, ma tutto dipenderà dalla disponibilità delle risorse, attualmente stimata intorno ai 6,3 miliardi. Questo scenario suggerisce un’interazione tra il settore bancario e le politiche fiscali, con la promessa del Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti di coinvolgere anche le banche nel processo di contribuzione alla finanza pubblica.

Nessuno spazio per un nuovo deficit: il focus sulla sostenibilità finanziaria

Le aspettative per il deficit nel 2024

Il miglioramento delle entrate fiscali potrebbe contribuire positivamente ai conti pubblici per il 2024, consentendo di abbattere il deficit programmato, attualmente fissato al 4,3%. L’obiettivo per il 2025 è ridurre tale valore al 3,7%. Il piano pluriennale di spesa, in fase di elaborazione, dovrà aggiornare le variabili macroeconomiche e includere l’impatto finanziario delle manovre previste.

Le sfide della procedura di infrazione

Con una procedura di infrazione in atto, il Governo è chiamato a dimostrare uno stretto rispetto delle nuove regole di bilancio, senza margini per un nuovo aumento del deficit. Questo implica una correzione media nei sette anni di applicazione del piano di circa 12 miliardi di euro, corrispondente allo 0,6% del PIL. L’esame del piano entrerà nel vivo a partire dal mese di settembre, con un focus sulle spese per interessi e la valutazione dell’opzione di scorporare alcune spese dai calcoli del deficit, in particolare quelle legate alla sicurezza e alla difesa.

L’attività di revisione e pianificazione delle spese pubbliche si preannuncia dunque cruciale per il futuro economico del Paese e per la sostenibilità delle finanze nazionali. Attraverso un’approfondita analisi delle risorse e delle spese, il Governo intende affrontare le sfide economiche di un 2024 che si prospetta decisamente impegnativo.

 

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