Non sarà un Ferragosto di relax per la comunità del Villaggio dei Ragazzi a Maddaloni. Non spensierato, ma all’insegna della preoccupazione economica perché il futuro prossimo passa, di nuovo, attraverso una sentenza del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Il giudice delegato ha sospeso le operazioni del “Piano di riparto ai creditori privilegiati e ai dipendenti”. Si è bloccata la soluzione definitiva alla grave condizione di insolvenza per circa 33 milioni di euro e alternativa al fallimento.
L’udienza immediata, urgente, al netto della breve pausa vacanziera, è stata fissata per il 20 agosto. Il giudice di turno, Simona Di Rauso, dovrà pronunciarsi su due reclami: sull’aumento del compenso agli organi concordatari per una differenza di circa 70mila euro e su una presunta incapienza sullo stesso oggetto del fondo spese previsto dal piano, già omologato in 450mila euro.
Oltre al tecnicismo in materia di legittima verifica dei compensi, c’è tutta una città con il fiato sospeso. Si è creata una situazione inattesa, che è drammatica sempre e soprattutto per i lavoratori: per la prima volta, dal 2015, la Fondazione ha finanziariamente onorato i suoi debiti versando oltre 7 milioni di euro al concordato. «Ma ad oggi – rivela il commissario straordinario Antonio Caradonna – nessun creditore risulta liquidato dal marzo 2022». In concreto, rischia di saltare il piano concordatario con l’aggiunta dell’aggravio di interessi e ulteriori oneri per gli impegni concordatari assunti e non adempiuti. In moneta sonante, tutti a mani vuote: gli organi del concordato hanno bloccato le liquidazioni ai creditori per cui era stato appena depositato un primo piano di riparto parziale, tutto calibrato per i loro compensi.
Sarà una lunga settimana di vigilia. Per questo, il commissario Caradonna, carte alla mano, ha incontrato i dipendenti in stato di agitazione spiegando che «la Fondazione ha dovuto impugnare i provvedimenti a tutela dei creditori verso i quali ancora nulla risulta versato». La motivazione è semplice: «Il piano era ormai immutabile poiché esecutivo. L’aumento delle spese della liquidatela, al di là di quanto già quantificato, avrebbe conseguentemente portato a ulteriori oneri non previsti».
Il Villaggio dei Ragazzi è a un bivio: una rivalutazione delle spese prededucibili (spettanti ai tecnici impegnati nelle procedure fallimentari) imporrebbe un costoso riconteggio, una battuta d’arresto. Difficile da spiegare soprattutto ai dipendenti che, al netto di facilitazioni e bonus temporanei, tirano la cinghia dal 2015, con il taglio degli stipendi che supera il 26%, con l’aggravio delle mensilità mai versate. Nel cortile semideserto del Villaggio si respira un clima di delusione e rabbia. La Rsu aziendale, il sindaco Andrea De Filippo, una nutrita delegazione dei consiglieri comunali condividono le perplessità «verso la condotta degli organi concordatari, che avevano già posto in precedenza la questione relativa alla natura del contributo della Regione alla Fondazione, ritenendo i soldi pubblici non potessero alimentare il concordato. La vicenda sembrava chiusa». La sentenza, firmata dal presidente Enrico Quaranta, sembrava aver risolto tutto inaugurando la fase di liquidazione. Inail, Agenzia delle Entrate, Inps e lavoratori si sono preparati per passare all’incasso. Invece, rischiano di ricominciare daccapo.
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