Mette tutti d’accordo la legge per il Centenario di Latina. Il disegno di legge, presentato dal senatore di Fratelli d’Italia Nicola Calandrini, è stato approvato all’unanimità dalle forze di maggioranza e opposizione in commissione Cultura della Camera – con l’astensione di Sinistra Italiana – dopo il via libera della commissione Cultura al Senato, completando così l’iter legislativo. “È un risultato importante per la città e la sua provincia, un’occasione per pensare al suo futuro e lanciare la sfida per costruire una città moderna e accogliente, con un’economia dinamica che abbia al centro i giovani e le loro prospettive”, hanno dichiarato i consiglieri comunali di Lbc, Pd, M5S e Per Latina 2032.
Il disegno d legge ha visto infatti anche il contributo delle forze di opposizione in Parlamento (Pd, M5S, Azione) insieme ai movimenti Lbc e Per Latina 2032, che hanno presentato emendamenti e contribuito al suo miglioramento. “Un ringraziamento ai senatori e deputati di opposizione delle commissioni Cultura di Camera e Senato per l’impegno e la disponibilità in tutto l’iter di approvazione. La legge – ribadiscono le forze di opposizione in Consiglio comunale – rappresenta un’opportunità per la nostra città: riportare la cultura al centro del dibattito, non solo cittadino, ma soprattutto nel cuore degli investimenti e della sua progettualità con uno sguardo alla sostenibilità ambientale, che è la grande sfida del nostro tempo. Abbiamo ritenuto di importanza fondamentale portare il nostro contributo per indirizzare la legge verso un risultato che andasse a beneficio dell’intera comunità cittadina e uscisse dalle pastoie della nostalgia. La futura Fondazione del Ministero della Cultura dovrà rappresentare non solo tutta la città ma tutto il Paese, nel rispetto delle differenze e della pluralità di espressione, ed evitare ogni possibile scivolamento ideologico e nostalgico”.
Per i gruppi di opposizione la strada da percorrere è chiara: “Valorizzare la storia di Latina nella sua interezza a partire anche da prima della fondazione, proseguendo con la liberazione dal nazifascismo, che ci auguriamo il Comune voglia celebrare approvando la mozione presentata, per parlare della ricostruzione e dello sviluppo economico con la Cassa per il Mezzogiorno, passando dagli anni Settanta fino al Duemila, non nascondendo i periodi di crisi e pensando alle cittadine e si cittadini di domani. Senza tralasciare il filone delle migrazioni a partire dai coloni provenienti da Veneto, Friuli, Emilia, a seguire con l’esodo dei Giuliano Dalmati, il campo con i profughi dell’Est Europa, le crisi tunisina e libica. Sarà l’occasione per fare i conti con i risultati raggiunti, ma anche con i fallimenti che ci sono stati e indagarne le motivazioni, un’occasione per ripartire con la consapevolezza che serve a una comunità che vuole progredire e creare opportunità di sviluppo economico, sociale e culturale per l’intero territorio provinciale. Affinché la città svolga fino in fondo il suo ruolo di capoluogo”.
Questo il percorso ideato, che deve portare da qui al 2032 a essere una vera capitale italiana della cultura. Questa la sfida e la direzione del contributo dato dall’opposizione con una serie di emendamenti redatti ai tavoli di lavoro, in particolare sull’attenzione alla partecipazione, sul rigore delle procedure e sul tema di verifica dei risultati attesi come punto di partenza per il miglioramento dei progetti stessi. “La legge sul Centenario apre una fase nuova nella città, è una sfida da cogliere il cui esito non è scontato. Per volgerla in positivo – sottolineano i consiglieri – c’è bisogno del coinvolgimento della comunità nelle sue varie espressioni: imprenditoriali, del lavoro, dei giovani, della scuola, del terzo settore, dell’artigianato, dei singoli, dei Centri Studi e di Ricerca, dei gruppi spontanei. Non mancheranno divisioni e scontri sulla visione del futuro, ma dovranno essere finalizzati a trovare punti di coesione che creino benessere per tutti e colmino disuguaglianze e povertà. Servirà la saggezza di una classe dirigente diffusa che abbia come riferimento il bene collettivo. Ora inizia il vero lavoro, che è fatto di progetti, idee, confronto con la comunità locale, nazionale e non solo: sarà un modo per aprire la città al mondo”.
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