Le ragioni del sì: il gradimento manifestato dal giocatore a fronte della possibilità di passare al Torino, l’apprezzamento nei confronti del calciatore espresso da Vanoli, e i costi dell’operazione. Le ragioni del no: qualche perplessità – emersa in seno alla dirigenza granata – sulle possibilità che il difensore in questione possa avere la progressione tecnica attesa. Dubbi che, infatti, hanno indotto il direttore tecnico Vagnati a sondare il terreno per Flavius Daniliuc attraverso una formula che svincolerebbe il club da investimenti onerosi.
Il problema è che Gianluca Petrachi, uomo mercato della Salernitana ed ex ds di Cairo, sul tema è irremovibile: Daniliuc può partire esclusivamente a fronte di una cessione. Da subito definitiva o attraverso un obbligo di riscatto raggiungibile a condizioni semplici. In un caso o nell’altro il prezzo per il cartellino è basso: l’operazione si può chiudere per 3,5 milioni complessivi (cifra che non sarebbe superata anche dovendo pensare a un prestito oneroso con successivo obbligo).
Un costo che evidentemente dice che il Toro non si trova di fronte al nuovo Buongiorno – pagato dal Napoli 35 milioni più 5 di bonus – ma al cospetto di un onesto rincalzo. Il quale dalla sua ha la giovane età: Daniliuc ha compiuto 23 anni ad aprile, e quindi le possibilità che tecnicamente come tatticamente cresca ancora ci sono.
Molto dipenderà dall’utilizzo che gli sarà concesso: nel Toro inizialmente potrebbe essere un titolare (con Coco al centro e Masina o il nuovo braccetto di sinistra da reperire sul mercato), ma con il rientro di Schuurs scivolerebbe a rincalzo. Il Toro si è preso un paio di giorni per riflettere: dopo la Coppa Italia ci sarà il dentro o fuori. Da non escludere che a decidere per i granata possa essere… l’Hull City. Da Salerno fanno sapere che l’interesse degli inglesi per l’austriaco è forte.
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