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Sono passati quasi otto anni dall’inizio dello sciame sismico che nel 2016 colpì pesantemente il Centro Italia. Termini come Cas (contributo di autonoma sistemazione) sono diventati di uso comune, soprattutto nelle zone dove i danni sono stati più pesanti. Ora, però, si cambia.

Dal primo settembre, il Cas sarà infatti sostituito dal “contributo per il disagio abitativo finalizzato alla ricostruzione”. La nuova ordinanza della Struttura commissariale riguarda quei nuclei familiari la cui abitazione principale sia stata distrutta o gravemente danneggiata dal terremoto e che abbiano già richiesto il contributo per gli interventi di ricostruzione. La misura non sarà quindi più riconosciuta a quei soggetti che nei giorni del sisma abitavano in un immobile in affitto (ad esclusione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica).

”Il Cas cambia necessariamente natura e si lega sempre più alla necessità di garantire il rientro nella prima casa dei residenti”, ha sottolineato il commissario Castelli. Il contributo sarà riconosciuto anche ai nuclei la cui abitazione deve essere sgomberata per interventi di ricostruzione, limitatamente alla durata del cantiere. Le risorse necessarie, 34 milioni di euro, saranno trasferite entro il 15 agosto dal Dipartimento della protezione civile.

Novità anche per quel che riguarda i beni culturali di interesse religioso. L’ultima riunione dell’apposita commissione (composta dai rappresentanti della Conferenza episcopale italiana, dai vescovi delle diocesi colpite dal terremoto, dal commissario straordinario e da esponenti del Ministero della cultura) ha fatto il punto della situazione.

“Rispetto a 1.251 interventi complessivi previsti – ha spiegato sempre Guido Castelli – è stato avviato quasi il 90% delle opere. Inoltre, più della metà delle 165 conferenze permanenti dei servizi dedicate ai luoghi di culto sono avvenute negli ultimi 12 mesi. Segnali che confermano come il cambio di passo impresso alla ricostruzione cominci a far sentire i suoi effetti in modo sensibile”.
 

Il servizio di Alessandro Catanzaro, montato da Lorenzo Papi.

 

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