Sfruttare le ricchezze e le occasioni che dà il turismo senza soffrire troppo le conseguenze dei fenomeni di turistificazione e gentrificazione che sono problema sempre più diffuso in tutte le capitali europee. Tutti i sindaci del vecchio Continente vorrebbero una soluzione a questo problema. Ricette perfette non ce ne sono, ma c’è chi una strada prova a trovarla. Nelle settimane in cui Barcellona sale alla ribalta delle cronache europee per le proteste dei residenti contro i turisti (sintomo di un malcontento che in tante grandi città europee inizia a sentirsi sempre più) da Napoli e dal Mattino arriva una proposta per combattere il turismo mordi e fuggi e convertirlo in un costante flusso produttivo che eviti il rigetto dei visitatori da parte dei residenti. La formula è quella dell’adozione dei turisti da parte dei napoletani. È l’idea che hanno esposto ieri l’ex rettore della Federico II Guido Trombetti e Francesco Coppa. Una strada che trova anche il favore dell’amministrazione comunale. Il sindaco Gaetano Manfredi infatti ha colto «con favore la proposta di Coppa e Trombetti». L’amministrazione comunale, in particolare l’assessorato al Turismo, si sta già impegnando per valutare le soluzioni adeguate per metterla davvero in pratica.
L’idea
Ma in cosa si sostanzia l’idea? Bene ricordarla brevemente. «Una delle tecniche per rendere compatibile l’impresa del turismo con la sostenibilità ambientale consiste nel creare percorsi di turismo esperienziale. Cioè sforzarsi di calare il turista nel modello di vita del cittadino», si legge in uno dei passaggi chiave del modello Coppa-Trombetti. I due hanno fatto appello al Comune per creare percorsi turistici in cui la visita della città è accompagnata da guide specializzate e da famiglie napoletane che adottano il turista, magari in cambio di bonus. Ebbene Manfredi spiega di voler valutare le strategie di attuazione della proposta: «Si può studiare un’iniziativa che coinvolga e valorizzi il cittadino che accoglie i turisti. Un modo per rendere Napoli sempre più inclusiva e aperta», dice il sindaco al Mattino.
Il turismo esperienzale
D’altronde già in altre occasioni l’ex ministro dell’Università ha spiegato, parlando della crescita turistica, della necessità per tutte le grandi italiane e per Napoli in particolare di non snaturarsi. Anche perchè la napoletanità, intesa come l’identità culturale della città e della sua popolazione, resta uno dei motivi principali d’attrazione del capoluogo campano. E in questa direzione è andata la delibera comunale dell’anno scorso che prevede sospensione di tre anni per quanto riguarda l’apertura di nuovi ristoranti e bar, per combattere quel fenomeno di trasformazione del centro storico in friggitoria a cielo aperto. E non solo. In passato Manfredi aveva anche fatto appello a una normativa nazionale per la regolamentazione di B&B e Affittacamere, la cui esplosione crea problemi non di poco conto nel trovare case o stanze a prezzi congrui per residenti e studenti. Ma non solo divieti. C’è bisogno anche di propositività. Ed è proprio quello che è accaduto con la ricetta suggerita dal Mattino che si basa sul turismo esperienzale. «È un modello che premia certamente la nostra città perché noi non perdiamo le nostre tradizioni e le nostre peculiarità», dice ancora Manfredi.
I tutor
E in questo senso il sindaco rivendica: «Molte iniziative già previste nelle rassegne turistiche e culturali sono finalizzate a non escludere nessuna espressione della nostra arte».
Un primo passo in questo senso potrebbe essere quello di rafforzare il presidio dei tutor turistici istituiti, su intuizione dell’assessore al Turismo Teresa Armato a dicembre 2022, come soluzione anti-caos San Gregorio Armeno. L’esperimento fu replicato per guidare i visitatori nel dedalo di vicoli dei Quartieri Spagnoli nei pellegrinaggi al murale di Maradona nell’anno dello scudetto. Dopo queste due esperienze positive, i ragazzi con pettorina bianca che girano per la città per aiutare i turisti sono passati da dieci a trenta. E sono stati dotati anche di due biciclette e una macchinina elettrica. «Pian piano i ragazzi si sono specializzati sempre di più nell’assistere i visitatori e questo esperimento sta diventando sempre più strutturato e apprezzato», dice Armato. E uno dei primi passi dell’amministrazione nella direzione della proposta dell’adozione dei turisti potrebbe essere proprio quello di rafforzare i tutor, prima di studiare un ulteriore nuovo modello che coinvolga di più i cittadini nell’accoglienza.
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