di Mar.Ros.
Questa la settimana in cui Katiuscia Dema consegnerà all’Inail la perizia medico-legale per vincere le prime resistenze dell’istituto a riconoscere la morte di Emanuele Dominici come infortunio sul lavoro.
Il decesso nel 2023 L’uomo, 50enne, è stato stroncato da un infarto un anno fa mentre consegnava a una struttura alberghiera la biancheria pulita della lavanderia per la quale svolgeva regolarmente un secondo lavoro (oltre quello all’interno di Arvedi-Ast per la società Tapojarvi). Come già reso noto da Umbria24, nonostante il decesso avvenuto durante lo svolgimento dell’attività lavorativa e così verbalizzato dai carabinieri intervenuti sul posto, l’Inail non riconoscerebbe l’evento come infortunio, con tutte le conseguenze del caso. La vedova, disoccupata e con una figlia studentessa universitaria, vive con la sola esigua pensione di reversibilità.
La storia di Katiuscia Dema Tuttavia, affidatasi agli avvocati Paola Tenneroni e Simone Paltriccia, rispettivamente del Foro di Terni e Perugia, porta avanti la sua battaglia «per ottenere il risarcimento dovuto a me e mia figlia. Per avere giustizia, nel rispetto di mio marito, lavoratore serio e rispettato, ‘collega esemplare’ come ha scritto su una targa chi lavorava assieme a lui’». I legali, per ora in contraddittorio bonario con l’Inail: «Consegneremo la perizia medico-legale e a seconda della risposta dell’istituto andremo ad accordo, o davanti al giudice del lavoro».
Pronta la perizia Gli stessi legali fanno leva sulle sentenze di Cassazione: «La giurisprudenza è chiarissima: l’infarto che si manifesta nel luogo di lavoro è considerato a tutti gli effetti infortunio sul lavoro». Katiuscia ha energia da vendere, sa che per il bene della figlia non può buttarsi giù e farà di tutto per ottenere un risarcimento. Ad oggi non esclude nemmeno il suo impegno in politica, per dare forza e voce ai più deboli. La sua una storia che vuole stimolare quanti si arrendono alla prima difficoltà burocratica. Lei no; piuttosto da giorni è in pressing sul Quirinale per sapere se il capo dello Stato Sergio Mattarella ha letto la sua missiva: da Roma le hanno risposto che è in arrivo sulla scrivania del presidente.
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