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La notizia l’abbiamo già data ieri con grande entusiasmo:
Laurea in Biodiversità e Innovazione, attivate 25 borse di studio al Polo Universitario di Trapani, adesso approfondiamo il significato di questa opportunità per gli studenti trapanesi. Per fare questo ecco l’intervista rilasciata questa mattina alla redazione di TrapaniSì.it dalla professoressa Giovanna Parisi, che è la coordinatrice di questo corso di laurea in Biodiversità e Innovazione Tecnologica. Per ascoltare schiaccia PLAY:

 

Siamo già arrivati al secondo anno, professoressa?.

Sì, adesso l’offerta erogata sarà quella relativa al secondo anno, quindi l’anno scorso abbiamo avuto il riconoscimento della validità del corso e l’approvazione e l’accreditamento dall’Anvur (Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca), come corso di prima attivazione dell’Università degli Studi di Palermo, che insieme ad altre offerte formative è stato direzionato alla sede territoriale di Trapani. Questo è assolutamente in linea con quella che è la politica dell’Ateneo di rinforzare quelli che sono i nostri poli territoriali, oltre ovviamente alla nostra sede centrale dell’Università di Palermo.

Prima di entrare nel dettaglio di queste borse di studio, parliamo di 1.600 euro per 25 studenti che presenteranno domanda, volevo chiedere alla professoressa Giovanna Parisi: questo corso di Biodiversità e Innovazione Tecnologica, perché dovrebbe entusiasmare le nuove generazioni? Io immagino che sia qualcosa proiettato verso il prossimo futuro.

Assolutamente sì. E’ un corso, abbiamo scelto proprio questo nome perché è fondamentale nella specifica del corso stesso, quindi non soltanto biodiversità ma anche innovazione. Questo è stato il termine che ha entusiasmato maggiormente il comitato ordinatore che ha lavorato tanto seguendo gli obiettivi del Centro Nazionale della Biodiversità Futura, che è uno dei cinque centri PNRR, di cui proprio l’Università di Palermo è Hub, è straordinariamente importante per i ragazzi oggi perché questo corso volge assolutamente a formare dei tecnici che abbiano delle competenze applicative di innovazione tecnologica nel campo non solo della biodiversità ma anche della gestione della stessa, delle risorse naturali, proprio in linea con quelli che sono gli obiettivi del Centro Nazionale della Biodiversità, quindi utilizzando un linguaggio anche forse più consono agli studenti, parliamo dei nuovi lavori, dei blue job, dei green job del domani, è chiaro che la condizione del placement di questi ragazzi sta cambiando, le tematiche oggi che sono finanziate, che ci permettono di implementare il know how che serve ai ragazzi domani per trovare ovviamente un inserimento lavorativo, girano molto attorno ai temi dell’ambiente, ai temi della sostenibilità, ai temi del One Health, quindi della salute unica in cui la salute animale dell’uomo e dell’ambiente sono straordinariamente collegati.

Parliamo anche del cambiamento climatico che è alla base delle nostre preoccupazioni odierne perché, realmente cosa ci riserverà il pianeta Terra se non iniziamo ad accarezzarlo piuttosto che violentarlo, ancora non riusciamo a capirlo!
Veniamo dunque a queste 25 borse di studio, 1.600 euro e sono fondi riconosciuti proprio dal PNRR, insomma qualche cosa di particolarmente interessante e appetibile. Come si fa per fare richiesta e per accedere eventualmente a queste borse di studio, professoressa Parisi?

Intanto queste borse di studio sono erogate proprio da Nbfc (National Biodiversity Future Center) che ha donato del danaro all’Università di Palermo che ha realizzato un bando per mettere a disposizione questa somma distribuendola in 25 borse di studio. Gli studenti che sono interessati e che soprattutto vogliono ottenere tutte le informazioni possibili trovano il bando sull’albo di Ateneo dell’Università dei Sudi di Palermo e lì ovviamente sono indicate tutte le specifiche per poter presentare la domanda nel periodo che parte proprio dal 16 luglio fino alla metà di settembre, quindi quelli che sono i requisiti sono specificatamente espressi nel bando ed è un bando ovviamente rivolto a coloro quali vanno ad immatricolarsi in questo corso.
(questi sono tutti i link consultabili: PROCEDURA ON LINE, è possibile scaricare maggiori informazioni dalla GUIDA DELLO STUDENTE, qui i dettagli sulla DIDATTICA EROGATA, qui il BANDO).
Io mi permetto solo di aggiungere una frase se è possibile dato che lei ha tirato fuori il cambiamento climatico e le azioni che noi possiamo fare come studiosi, come ricercatori e come tecnici.
Mi preme molto dire che questo è un corso che veramente prepara alle azioni di restoration e di recupero delle condizioni ambientali ma che, da un altro lato sicuramente va a valorizzare la biodiversità per renderla un elemento centrale su cui fondare lo sviluppo sostenibile, quindi parliamo di nuove tecnologie anche per esempio per l’individuazione di nuovi prodotti nell’ambito del bioprospecting o anche dell’individuazione di processi e soluzioni che possono sicuramente essere impegnati per vedere l’approccio alla biodiversità come una potenziale fonte di nuove molecole, per esempio, e composti per ottenere farmaci, materiali o dei prodotti sostenibili, quindi c’è anche un trasferimento tecnologico.

Molto importante questo aspetto della ricerca ma, professoressa Giovanna Parisi, sbaglio a pensare che questa sovvenzione, parliamo di 320 milioni di euro di fondi del PNRR che un anno e mezzo fa ha consentito la creazione del National Biodiversity Future Center, il cosiddetto NBFC, siano un riconoscimento importante nei confronti dell’Università di Palermo.

Questo Ateneo finalmente è riuscito a mettersi alla pari dei grandi Atenei del Nord. In questi centri questo PNRR per quanto possa essere spiacevole per certi aspetti, ma per altri ha permesso all’Università di Palermo di operare e lavorare insieme e per alcune cose, vedi la medicina di precisione, essere addirittura sopra dall’Alma Mater di Bologna che non vuole essere una rivalsa ma, magari ci aiuta nel fare capire ai ragazzi che oggi qui non hanno il “nulla” come a volte pensano.

Faccio adesso una osservazione localistica e faccio notare che tutto questo lo abbiamo anche qui a Trapani e gli studenti trapanesi possono restarsene comodamente a casa senza dover per forza fare i pendolari.

Assolutamente sì! Noi abbiamo portato quasi dieci offerte formative nuove, ne abbiamo pronte delle altre e tra l’altro ci stiamo impegnando, mi creda lottando anche con l’amministrazione ad urla, affinché vengano anche forniti più servizi agli studenti. Oltretutto questi studenti hanno anche dall’Università di Palermo oggi, una realtà diversa su due fronti: internazionalizzazione perché sta crescendo in maniera fortissima, ma è il governo che ce lo chiede, è la Commissione Europea che vuole che la Sicilia diventi il ponte per il bacino del Mediterraneo e soprattutto hanno anche molto dal punto di vista del placement perché i tirocini nelle aziende vengono pagati dall’Università ai ragazzi.

E quindi un’altra grande opportunità, come è andato il primo anno che si è tenuto al Polo Universitario del Lungomare Dante Alighieri di Trapani, Erice, l’anno scorso?

Il primo anno devo dire, noi siamo assolutamente soddisfatti della qualità degli studenti che abbiamo avuto, questo lo riconosco da ricercatore e da docente, ma anche del corpo docenti che ha lavorato e che è stato organizzato e che regge poi l’offerta formativa di questo corso perché è un corpo docenti che è fatto sia da giovani ricercatori, che sono quelli che hanno le massime competenze in ambito tecnologico, sia anche da docenti che hanno una certa maturità quindi al grado di associatura o di ordinario che hanno anche una grande maturità nella gestione di un corso di laurea perché, hanno fatto tanta esperienza non soltanto nella didattica frontale ma anche nella gestione amministrativa burocratica di un corso di laurea.
È andato bene, certamente con pochi studenti, questa è stata un po’ la nota dolente perché probabilmente il concetto di un lavoro che sia legato a un tema ambientale è qualcosa che forse vuole ancora un po’ più di tempo e noi dobbiamo cercare di spiegare bene alle famiglie, ai genitori che sostengono i figli nella scelta del percorso accademico, che realmente è un corso che apre a molte possibilità e che sicuramente è profondamente attuale. Questo Nbfc l’ha riconosciuto ed è questo il motivo per cui ha voluto manifestare il contributo in chiave economica, proprio per dare una indicazione di quella che è l’importanza che questo corso sopravviva e che soprattutto si popoli di giovani studenti che domani saranno giovani lavoratori.

E che ci auguriamo salveranno questo nostro pianeta.

Sicuramente abbiamo molta necessità.

Ringrazio la professoressa Giovanna Parisi coordinatrice proprio di questo corso di laurea in Biodiversità e Innovazione Tecnologica, questo corso triennale. Grazie ancora. Buon lavoro.

Grazie. A presto.

 

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