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In occasione dell’Assemblea pubblica di Anaepa-Confartigianato Edilizia l’Ufficio Studi ha approntato  un report sullo stato dell’edilizia e sulle prospettive future. Tiene la fiducia delle imprese dell’edilizia, nonostante il clima post-bonus. Migliorano i giudizi sull’attività di costruzione e le attese su ordini e piani di costruzione. Semmai il problema, dice il presidente Granelli, è il dopo 2026 quando saranno finiti i soldi del PNRR.

Si è tenuta ieri 11 luglio l’Assemblea pubblica di Anaepa Confartigianato Edilizia, essenzialmente dedicata al tema della sicurezza visto da diverse prospettive. Le relazioni hanno esplorato la prevenzione nei luoghi di lavoro e i nuovi rischi legati al cambiamento climatico, evidenziando l’importanza della manutenzione del territorio e del patrimonio immobiliare. Tra gli intervenuti Matteo Salvini, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, che ha illustrato le azioni del Governo per il settore, con un focus sul decreto “Salva-casa“, la revisione del Codice dei Contratti Pubblici e il Testo Unico dell’Edilizia.

Le sfide per le PMI dell’edilizia

Il comparto delle costruzioni è in piena trasformazione. La dott.ssa Annalisa Giachi, responsabile ricerche e coordinatrice di OReP – Osservatorio sul Recovery Plan, ha evidenziato le principali sfide per le PMI: la stabilizzazione della legislazione, i tempi di pagamento, il carico burocratico pesante, la modifica del Codice degli Appalti per favorire l’accesso delle PMI e la necessità di costruire consorzi e partenariati. A questo concetto si è riallacciato in chiusura il presidente Marco Granelli: “Di fronte alle sfide della digitalizzazione, dell’intelligenza artificiale e della sostenibilità le imprese delle costruzioni devono pensare a un futuro di aggregazioni. Occorre passare dai modelli solistici ai modelli di aggregazione, modelli consortili e di reti per affrontare le sfide del dopo 2026 quando saranno finiti o soldi del PNRR”.

Appalti pubblici in gran forma

Sempre Annalisa Giachi dell’ Osservatorio sul Recovery Plan ha sottolineato il davvero consolante sviluppo del mercato dei lavori pubblici. Nel 2016-2023 il loro numero è passato da 32mila a quasi 80mila. Nello stesso periodo il loro valore è salito da 15,5 a circa 80 miliardi. Nelle gare del PNRR le PMI dell’edilizia sono presenti come appaltatori nei progetti medio-piccoli come scuole e asili nido, progetti di inclusione sociale, rigenerazione culturale e piano borghi. Come subappaltatori li troviamo in tutti i progetti di grandi dimensioni. Queste e altre condizioni spingono in alto la fiducia delle imprese dell’edilizia.

Verso un nuovo ciclo dell’edilizia

Infatti,  il report dell’Ufficio Studi per l’Assemblea di Anaepa-Confartigianato Edilizia evidenzia che tiene la fiducia delle imprese dell’edilizia.  A giugno, il clima di fiducia delle imprese mostra il terzo calo consecutivo, posizionandosi sul valore più basso da novembre 2023. La fiducia peggiora in tutti i comparti indagati ad eccezione di quello delle costruzioni, nel quale migliorano sia i giudizi sull’attività di costruzione che le attese su ordini e piani di costruzione.

Il ciclo degli investimenti in costruzioni in Italia ed Eurozona
2000-2025, prezzi costanti, indice 2019=100 – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Commissione europea

Il calo degli investimenti

Le più recenti previsioni macroeconomiche delineano la frenata dell’edilizia nel biennio 2024-2025, dopo la fase di espansione sostenuta dal recupero post-pandemia sostenuto dalle detrazioni fiscali. Secondo l’ultimo esercizio previsivo coordinato dell’Eurosistema, Banca d‘Italia indica che gli investimenti in costruzioni segnano una tenuta (+0,6%) nel 2024, a cui seguiranno cali del 3,5% nel 2025 e del 1,7% nel 2026. Più severe le previsioni di primavera della Commissione europea, che indicano un calo del 2,0% nel 2024 e del 5,9% nel 2025.

Le prospettive nella fase del post-superbonus

Il sostegno del PNRR colma i cali preventivati delle attività in edilizia. L’analisi dell’impatto del Piano Nazione di Ripresa e Resilienza (PNRR) evidenzia che il 38% della crescita del valore aggiunto indotta dal Piano tra il 2021 e il 2026 si genera nella filiera delle costruzioni, immobiliare e attività professionali, determinando un impulso significativo alla domanda di lavoro: in un paper pubblicato da Banca d’Italia si stimano  62mila nuovi occupati nelle costruzioni derivanti dal PNRR, pari ad un aumento del 6,5% degli occupati pre-pandemia.

(continua)

a cura di Ennio Braicovich

Nell’immagine: lavori di riqualificazione energetica e sismica in una scuola di Sant’Arcangelo di Romagna.

 

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