Utilizza la funzionalità di ricerca interna #finsubito.

Agevolazioni - Finanziamenti - Ricerca immobili

Puoi trovare una risposta alle tue domande.

 

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito
#finsubito news video
#finsubitoaste
01_post_Lazio
Abruzzo
Agevolazioni
Agevolazioni #finsubito
Alghero aste
Cagliari aste
Chieti
Emilia Romagna aste
Firenze aste
Italia aste
L'Aquila
Lazio aste
Lombardia aste
News aste
Olbia aste
Post dalla rete
Roma aste
Sardegna aste
Sassari aste
Toscana aste
Zes agevolazioni
   


Il problema numero uno in Italia è la crescita bassa. Per capirne le cause, bisogna guardare all’andamento della produttività aggregata. Il ritardo rispetto al dato francese è evidente. L’ipotesi che a determinarlo sia la dimensione delle aziende.

Il problema dell’Italia

L’Italia ha un problema di crescita economica di lungo periodo. Il dato non è sufficientemente enfatizzato nel dibattito pubblico, nonostante sia il malessere di base dell’economia italiana da decenni. In una parola, il problema dei problemi.

La figura 1 mostra l’andamento del Pil pro capite in Italia a partire dal 1990 (in cui l’indice è normalizzato a 100), comparato con quello della media della zona euro. È evidente il processo graduale di divergenza dell’economia italiana rispetto ai paesi partner dell’euro, una forbice che si amplia nel tempo. In termini cumulati, a partire dal 1990 fino al 2022, l’economia italiana è cresciuta, su base pro capite, di soli 19 punti percentuali, mentre la media della zona euro è cresciuta di 46 punti percentuali, ben più del doppio.

Figura 1 – Pil pro capite in Italia e zona euro

Fonte: longrunproductivity.com

Il confronto con la Francia

Per gettare luce sulle cause della crescita di lungo periodo di una economia è indispensabile guardare all’andamento della produttività aggregata. La produttività è una misura dell’efficienza con cui un paese utilizza i fattori produttivi (capitale, lavoro, beni intermedi) nel processo di produzione di beni e servizi.

È inoltre utile comparare la realtà italiana con quella di un paese come la Francia. Quest’ultima è una economia paragonabile a quella dell’Italia. Il Pil pro capite e la popolazione sono simili, il peso della spesa pubblica in rapporto al Pil è simile (57 per cento in Francia, 55 per cento in Italia). Diverse caratteristiche dell’economia sono simili tra i due paesi. Ad esempio, le rigidità del mercato del lavoro. L’Ocse misura un indice sintetico della rigidità della regolamentazione sui licenziamenti e l’uso di contratti temporanei. L’indice, che varia da 0 (bassa rigidità del mercato del lavoro) a 6 (alta rigidità) è riportato nella tavola 1. Italia e Francia hanno indici simili e più alti degli Stati Uniti, un’economia in cui il mercato del lavoro è notoriamente più flessibile. Tra le similitudini tra i due paesi europei, inoltre, c’è il costo del lavoro: spesso ad esso si imputa la scarsa crescita dell’Italia, ma i valori non differiscono di molto rispetto alla Francia.

La figura 2 mostra l’andamento della produttività del lavoro in Italia e Francia dal 1990 (indice normalizzato a 100) a oggi: è chiaro che è divergente. In particolare, dalla seconda metà degli anni Novanta la distanza tra i due paesi comincia a manifestarsi in modo sempre più marcato. Colpisce che dall’inizio degli anni Duemila la produttività del lavoro in Italia aumenti a un tasso sempre vicino allo zero, mentre continua a crescere (seppure rallentando gradualmente) in Francia. Tra il 1990 e oggi la produttività del lavoro è cresciuta in Italia di 18 punti percentuali, mentre in Francia è cresciuta di 36 percentuali, cioè del doppio.

Figura 2 – Produttività del lavoro in Italia e Francia

Fonte: longrunproductivity.com

Allargando il quadro, possiamo comparare l’evoluzione di lungo periodo della produttività totale dei fattori (Tfp). La Tfp è una misura dell’efficienza con cui tutti i fattori di produzione, capitale e lavoro, sono combinati nel processo di produzione di nuovo valore aggiunto. Dall’andamento della Tfp dipende la crescita economica potenziale di una economia, di fatto il trend con cui evolve nel tempo (al di là di fluttuazioni di breve periodo).

La figura 3 mostra l’andamento della produttività totale dei fattori in Italia e Francia a partire dal 1990 (indice normalizzato a 100). Il quadro è significativo. Di nuovo, la forbice tra Italia e Francia comincia ad allargarsi a metà degli anni Novanta, e si amplia sempre di più. A partire dagli anni Duemila il tasso di crescita della produttività totale dei fattori in Italia è sempre negativo, per risalire poi leggermente verso la fine degli anni Duemila stessi. In termini cumulati, in Italia la produttività totale dei fattori cresce dal 1990 a oggi solamente di 4 punti percentuali, mentre in Francia di 19 punti percentuali.

Figura 3 – Produttività totale dei fattori in Italia e Francia

Fonte: longrunproductivity.com

Quanto conta la dimensione delle imprese

Che cosa spiega l’andamento così divergente della produttività (sia del lavoro che totale dei fattori) in due economie per altro simili? Introduciamo qui una possibile ipotesi. Una variabile economica che differisce molto tra i due paesi (a parità delle altre condizioni) è illustrata nella tavola 2, e riguarda la distribuzione delle imprese per dimensione. La tavola riporta il numero totale di occupati per diverse categorie di imprese: dalle micro (da 1 a 9 dipendenti) fino alle grandi imprese (più di 250 dipendenti). Emerge un quadro chiaro: mentre in Italia più lavoratori sono occupati nelle micro e piccole imprese, in Francia è vero l’opposto, cioè le grandi imprese occupano più lavoratori rispetto a quanto avviene in Italia.

La differenza è cruciale per la dinamica della produttività. È infatti un dato acquisito dalla ricerca empirica che le grandi imprese non solo occupano più lavoratori, ma sono più produttive, più vicine alla frontiera dell’innovazione e più aperte a una governance in cui il contributo di manager esterni prevale sul controllo familiare. L’idea è che le grandi imprese abbiano una migliore efficienza allocativa e rendimenti crescenti di scala in presenza di più alti costi fissi.

L’ipotesi è dunque che dietro alla dinamica della produttività così diversa tra i due paesi un ruolo cruciale sia giocato dalla dimensione di impresa.

La maggiore produttività delle grandi imprese si spiega sulla base di diversi elementi. Ad esempio, sono più impegnate nell’attività di ricerca e sviluppo (R&D). La figura 4 mostra l’andamento della ricerca e sviluppo (in percentuale del Pil) in Italia e in altri paesi europei. Sia nel settore pubblico che nel settore privato il nostro paese mostra, negli ultimi 25 anni, una quota di R&D inferiore alle economie europee comparabili (Francia, Germania e Spagna).

Figura 4 – Ricerca e sviluppo in percentuale del Pil

Fonte: Banca d’Italia e Eurostat

La diversa dinamica della produttività tra Italia e Francia può ovviamente spiegarsi sulla base di diversi fattori. Qui l’ipotesi è che la dimensione di impresa sia cruciale. Questo fattore richiama la necessità di interventi affinché le imprese del nostro paese possano avere maggiore spazio di crescita, a cominciare da un migliore funzionamento dei mercati dei capitali e del credito.

Lavoce è di tutti: sostienila!

Lavoce.info non ospita pubblicità e, a differenza di molti altri siti di informazione, l’accesso ai nostri articoli è completamente gratuito. L’impegno dei redattori è volontario, ma le donazioni sono fondamentali per sostenere i costi del nostro sito. Il tuo contributo rafforzerebbe la nostra indipendenza e ci aiuterebbe a migliorare la nostra offerta di informazione libera, professionale e gratuita. Grazie del tuo aiuto!

Tommaso Monacelli

monacelli Tommaso Monacelli è professore ordinario di Economia all’Università Bocconi di Milano, e Fellow di IGIER Bocconi e del CEPR di Londra. Ha ottenuto il Ph.D. in Economia presso la New York University, ed è stato in precedenza assistant professor a Boston College e professore associato all’Università Bocconi. E’ associate editor di riviste scientifiche internazionali, tra cui il Journal of the European Economic Association, il Journal of Money Credit and Banking, e la European Economic Review. E’ stato adjunct professor presso la Columbia University, visiting professor presso la Central European University, e research consultant per Bce, Ocse, IMF, e Riksbank. I suoi interessi di ricerca riguardano la teoria e politica monetaria e la macroeconoma internazionale.

 

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Informativa sui diritti di autore

La legge sul diritto d’autore art. 70 consente l’utilizzazione libera del materiale laddove ricorrano determinate condizioni:  la citazione o riproduzione di brani o parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi qualora siano effettuati per uso di critica, discussione, insegnamento o ricerca scientifica entro i limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera citata o riprodotta.

Vuoi richiedere la rimozione dell’articolo?

Clicca qui

 

 

 

Per richiedere la rimozione dell’articolo clicca qui

La rete #dessonews è un aggregatore di news e replica gli articoli senza fini di lucro ma con finalità di critica, discussione od insegnamento,

come previsto dall’art. 70 legge sul diritto d’autore e art. 41 della costituzione Italiana. Al termine di ciascun articolo è indicata la provenienza dell’articolo.

Il presente sito contiene link ad altri siti Internet, che non sono sotto il controllo di #adessonews; la pubblicazione dei suddetti link sul presente sito non comporta l’approvazione o l’avallo da parte di #adessonews dei relativi siti e dei loro contenuti; né implica alcuna forma di garanzia da parte di quest’ultima.

L’utente, quindi, riconosce che #adessonews non è responsabile, a titolo meramente esemplificativo, della veridicità, correttezza, completezza, del rispetto dei diritti di proprietà intellettuale e/o industriale, della legalità e/o di alcun altro aspetto dei suddetti siti Internet, né risponde della loro eventuale contrarietà all’ordine pubblico, al buon costume e/o comunque alla morale. #adessonews, pertanto, non si assume alcuna responsabilità per i link ad altri siti Internet e/o per i contenuti presenti sul sito e/o nei suddetti siti.

Per richiedere la rimozione dell’articolo clicca qui