Ha retto eccome il vaglio dell’udienza preliminare la maxi inchiesta della Guardia di Finanza di Rovigo, coordinata dalla Procura della Repubblica, su quella che sarebbe una mega truffa incentrata sui bonus edilizi, in particolare, sul bonus facciata. In particolare, secondo le contestazioni, le persone sotto inchiesta avrebbero approfittato delle agevolazioni per favorire la ripartenza post lockdown per dichiarare falsamente di avere eseguito lavori edili in realtà mai fatti, intascando crediti ai quali non avrebbero avuto diritto.
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Nove, infatti, gli indagati che lo scorso 2 luglio sono comparsi di fronte al giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Rovigo. Di questi, uno ha chiesto e ottenuto di accedere ai servizi socialmente utili; due hanno scelto di patteggiare la pena, fissata a quattro e otto mesi, con sospensione condizionale; un altro ha patteggiamento quattro anni di reclusione; ancora, un altro ha chiesto di patteggiare tre anni, con udienza aggiornata a fine anno per la verifica dei presupposti per potere procedere in questo senso; altri due sono stati ammessi al processo con rito abbreviato, fissato a fine anno; gli ultimi tre, non avendo avanzato richieste di riti alternativi, sono passati attraverso l’udienza preliminare, venendo rinviati a giudizio, con prima udienza a ottobre.
“I reati contestati dalla Procura in ipotesi accusatoria – spiega la Procura – agli imputati riguardano plurimi tentativi di indebita percezione di erogazioni pubbliche, plurime false attestazioni ad ente pubblico, plurime truffe aggravate ai danni di ente pubblico, plurimi fatti di autoriciclaggio, riciclaggio, favoreggiamento personale, nonché è contestato un illecito amministrativo dell’ente dipendente dai reati presupposti di riciclaggio e autoriciclaggio; ad alcuni imputati viene contestata a vario titolo recidiva specifica infraquinquennale, recidiva specifica e recidiva semplice”.
“Le indagini – prosegue la comunicazione – hanno consentito di ricostruire in ipotesi accusatoria, le condotte di truffe per i bonus edilizi (in particolare, bonus facciate) e di riciclaggio del denaro, quale provento delle predette truffe con creazione e successivo trasferimento di crediti collegati a lavori edilizi mai realizzati e con inserimento materiale dei dati relativi agli immobili, ai lavori e agli importi delle opere stesse nel portale dedicato dell’Agenzia delle Entrate, onde creare i crediti fittizi, con intermediazione di professionisti abilitati. I soggetti economici destinatari dei crediti fittizi, mediante artifizi e raggiri, consistiti nel far credere ad ente pubblico – nello specifico le Poste Italiane Spa – che si trattasse di crediti d’imposta leciti e generati per lavori edilizi effettivamente eseguiti, procedevano alla vendita degli stessi e l’Ente, ignaro della fittizietà dei crediti, veniva indotto in errore procedendo al loro acquisto corrispondendo una somma complessiva pari a euro 2.186.618,73, ovvero circa l’83% del valore nominale dei crediti acquistati”.
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