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L’assegnazione delle risorse per la mitigazione dei rischi è una condizione necessaria ma non sufficiente per garantire e migliorare l’esecutività delle azioni di prevenzione. Esemplare il sentire comune nei confronti della prevenzione, lenta, articolata e spesso anche difficile da monitorare: come risolvere? Può l’esempio di governance multilivello, simile a quello applicato nelle fasi emergenziali e di ricostruzione, diventare un modello? Proverbiale è l’efficacia ed efficienza del sistema di emergenza in Italia. Possiamo ricondurre la fase di ricostruzione sotto la stessa luce? La governance multilivello c’è ma occorre fare delle scelte coraggiose. E’ su questa linea che si è sviluppato ieri il convegno su “Governance del territorio. Conoscenza, prevenzione, rischi e ricostruzione” organizzato da RemTech Expo (Ferrara), dalla Regione Campania, dai dipartimenti dell’Università Federico II Distar e Dicea, dagli ordini nazionali degli Ingegneri e dei Geologi, a Napoli nei saloni dell’ex facoltà di Economia in via Partenope.

“L’Italia presenta una frequenza di eventi calamitosi di notevole intensità che oscilla fra i 5 e i 10 anni, abbiamo la necessità di sistematizzare e patrimonializzare le esperienze fatte”, ha spiegato Bruno Discepolo, assessore all’Urbanistica della Regione Campania. “Non partiamo da zero – ha detto Vera Corbelli, segretario Autorità distretto idrografico dell’Italia Meridionale – Dall’esperienza di Sarno in poi abbiamo unito l’ordinarietà e la straordinarietà degli interventi. Bisogna utilizzare un metodo multidisciplinare, dando linee-guida e percorsi che ogni ente deve portare avanti nell’ambito delle rispettive competenze. Nel nostro distretto stiamo affrontando le questioni con questo approccio, abbiamo accordi con diversi enti, dai Carabinieri alle Università. Ma c’è bisogno anche di una maggiore consapevolezza da parte dei cittadini”. “Solo attraverso una profonda conoscenza del territorio è possibile pianificare interventi di prevenzione, mitigazione dei rischi e, quando necessario, di ricostruzione, ha commentato Gennaro Annunziata, Presidente dell’Ordine degli ingegneri. “Mettere a sistema le conoscenze e le competenze del territorio è fondamentale per poter valorizzare gli obiettivi raggiunti in termini di mitigazione del rischio e di ricostruzione. “Moltiplicare le buone pratiche ed i casi di successo è il passo successivo in chiave di supporto fattivo per i territori ed il Paese tutto”, ha dichiarato Silvia Paparella, consigliere delegato di Ferrara Expo e General manager RemTech Expo.

“Indissolubile è il legame tra governance e scienza poiché le scelte devono fondarsi su basi solide anche se probabilistiche, ha aggiunto Gianluca Loffredo, vice commissario per la ricostruzione a Ischia – Proprio il manifestarsi non deterministico delle catastrofi naturali (ed antropiche) necessita di un approccio olistico che intreccia i diversi contenuti delle discipline scientifiche per consentire scelte consapevoli e basate sulla massimizzazione del rapporto tra valore e costi”. Luigi Ferrara, Capo dipartimento Casa Italia, ha messo in luce il disegno di legge sulla Ricostruzione attualmente in discussione alla Camera, che può rappresentare un nodo cruciale per delineare un quadro normativo che possa risolvere le tante questioni emerse nel convegno, alcune delle quali non risolte, come ad esempio la disciplina del passaggio dalla fase di emergenza a quella della ricostruzione.

Il monito del commissario Giovanni Legnini: “Occorre una legislazione chiara e stabile, insieme ad un efficace coordinamento amministrativo, capace di coniugare le gestioni straordinarie con l’esercizio delle funzioni ordinarie”

“Conoscenza, prevenzione, rischi e ricostruzione, al centro del confronto di oggi (ieri per chi legge, ndr), richiedono una legislazione chiara e stabile, insieme ad un efficace coordinamento amministrativo, capace di coniugare le gestioni straordinarie con l’esercizio delle funzioni ordinarie preposte all’attività di prevenzione – ha commentato il Commissario straordinario per la Ricostruzione, Giovanni Legnini – Si può e si deve fare prevenzione mentre si ricostruisce, e ciò costituisce il cuore di una delle ricostruzioni più complesse, come quella in corso a Ischia. Il contributo della comunità scientifica ed accademica, da sempre fondamentale, è diventato oggi cruciale per coniugare prevenzione e ricostruzione. La straordinarietà della gestione commissariale e l’esercizio dei poteri derogatori, non solo non sono in antitesi con i principi di legalità, ma devono costantemente coniugarsi con essa. Sull’isola di Ischia, stiamo cercando di conseguire tale obiettivo con un robusto protocollo di legalità da noi fortemente sollecitato e predisposto dal Prefetto di Napoli, che ringrazio. Il Commissario e la Struttura commissariale, i sindaci e le Forze dell’ordine sono dalla stessa parte: quella della legalità”. I controlli coordinati dalla DIA su due cantieri della ricostruzione privata, ha aggiunto Legnini, “vanno nella direzione di rafforzare la vigilanza per contrastare qualsiasi forma di infiltrazione. Perché un territorio colpito da due catastrofi naturali non può e non deve subire anche l’onta delle infiltrazioni della criminalità. Su questo, non arretreremo di un millimetro, anzi ho richiesto al signor prefetto di Napoli, che vi ha prontamente provveduto, a convocare un tavolo di monitoraggio per l’attuazione del protocollo di legalità, che si terrà giovedì prossimo a Ischia presso gli uffici della Struttura commissariale”.

Al convegno hanno partecipato anche Giuseppe Vadalà, Generale B. Cc commissario Unico di Governo per le bonifiche delle discariche abusive, Mariano Nuzzo, soprintendente della città metropolitana di Napoli, il sindaco di Casamicciola, Giosi Ferrandino, il presidente della Fondazione Univerde, Alfonso Pecoraro Scanio, il professor Francesco Guadagno, della struttura commissariale di Ischia, Andrea Prota (Università Federico II), Francesco Pirozzi Direttore Dicea, Giovanni Perillo, Presidente Associazione idrotecnica italiana, Generale Ciro Lungo, comandante Carabinieri Forestali della Campania, Massimiliano Fazzini (Università di Camerino), Francesco Violo (presidente Cng), Stefano Sorvino, direttore Arpac, Giulio Zuccaro, Francesco Silvestro e Domenico Calcaterra dell’Università Federico II, Angelo Lancellotti, presidente Acen Napoli. A chiudere la seconda sessione dei lavori c’è stato Mauro Antonio De Vito dell’Ingv.



 

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