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Indagato per favoreggiamento a Cosa nostra e calunnia l’ex presidente della Corte d’Appello di Palermo nonché pm dello storico pool antimafia, Gioacchino Natoli. L’inchiesta è coordinata dalla Procura di Caltanissetta, che ha notificato un invito a comparire per interrogarlo al magistrato. Le contestazioni a Natoli sono legate all’indagine Mafia e appalti, avviata agli inizi degli anni Novanta a Palermo e a cui lavorò con grande impegno il giudice Paolo Borsellino, tanto che da più fronti – compresi i suoi famigliari – a determinare la strage di via D’Amelio sarebbe stato proprio questo fascicolo.

Per i pm nisseni, Natoli avrebbe insabbiato l’indagine della Procura di Massa Carrara, poi confluita nel procedimento sulle gare pubbliche gestite dalla criminalità organizzata, per favorire l’imprenditore palermitano Francesco Bonura. Ma avrebbe aiutato anche altri imprenditori Antonino Buscemi, Ernesto Di Fresco, Raoul Gardini (morto suicida), Lorenzo Panzavolta e Giovanni Bini (gli ultimi tre al vertice del Gruppo Ferruzzi) ad eludere le indagini. Sulle presunte infiltrazioni mafiose nelle cave toscane, inoltre, avrebbe aperto una “indagine apparente” disponendo una “attività di intercettazione telefonica per un brevissimo lasso temporale”, come spiegano i magistrati.

Per gli inquirenti, Natoli non avrebbe agito da solo, ma in concorso con l’ex procuratore capo di Palermo Pietro Giammanco, ormai defunto, definito dagli inquirenti di Caltanissetta come istigatore, ma anche con l’ex capitano della guardia di finanza Stefano Screpanti. Tra le contestazioni all’ex presidente della Corte d’Appello di Palermo, c’è anche l’ipotesi secondo cui avrebbe disposto, “d’intesa con l’ufficiale della guardia di finanza che provvedeva in tal senso, che non venissero trascritte conversazioni particolarmente rilevanti, da considerarsi vere e proprie autonome notizie di reato, dalle quali emergeva la ‘messa a disposizione’ di Di Fresco in favore di Bonura, nonché una concreta ipotesi di ‘aggiustamento’, mediante interessamento di Di Fresco stesso, nel processo pendente innanzi alla Corte d’Assise d’Appello di Palermo, sempre a carico di Bonura per un duplice omicidio”.

Natoli, dopo aver appreso dell’inchiesta a suo carico ha dichiarato all‘Ansa: “Sono stato e sono un uomo delle istituzioni e ho piena fiducia nella giustizia. Darò senz’altro il mio contributo nell’accertamento della verità”.

 

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