Arquata del Tronto: Un Futuro Sicuro e Innovativo Grazie al Progetto di Ricostruzione
Un evento catastrofico ha trasformato l’Appennino centrale in un modello di ricostruzione e rinascita. Questo vasto territorio di 8 mila chilometri quadrati, che è stato devastato da un grande dramma, sta ora diventando un esempio di resilienza. Questo è stato il messaggio principale del Commissario Straordinario al sisma 2016, Guido Castelli, durante la sua presentazione alla 18ma edizione del WCEE (World Conference on Earthquake Engineering) a Milano.
Castelli ha condiviso con il mondo l’esperienza della sequenza sismica del 2016-17, mettendo in luce sia l’ampiezza della devastazione che la complessità della ricostruzione. Ha sottolineato come, nonostante le difficoltà iniziali, l’ultimo anno ha visto un’accelerazione significativa della ricostruzione, sia pubblica che privata. Questo progresso è stato possibile grazie alla collaborazione continua tra la Struttura Commissariale, il Governo, i Presidenti delle quattro Regioni coinvolte, i sindaci del cratere e tutti gli operatori impegnati in questa grande opera.
Per quanto riguarda la ricostruzione pubblica, che per anni è rimasta ferma, nel corso del 2023 il 93% delle opere programmate è stato avviato. Tra queste, il 23% ha già iniziato (o addirittura concluso) i lavori.
La ricostruzione dell’Appennino Centrale è diventata un laboratorio internazionale, dove si applicano i principi definiti alla Conferenza mondiale di Sendai nel 2015: “build back better”, ovvero ricostruire meglio di prima. L’obiettivo non è solo ricostruire “com’era, dov’era”, ma migliorare il patrimonio ereditato attraverso l’applicazione delle migliori metodologie scientifiche, per restituire alle comunità luoghi sicuri in cui vivere.
In linea con questo impegno per la sicurezza e l’innovazione, al WCEE è stato presentato il progetto avveniristico di ricostruzione del centro storico di Arquata del Tronto. Questo progetto è stato elaborato in collaborazione con Eucentre di Pavia, uno studio all’avanguardia guidato da Gian Michele Calvi. Oltre ad Arquata del Tronto, anche a Castelluccio di Norcia si adotteranno tecniche innovative e all’avanguardia per il processo di ricostruzione.
Castelli ha ribadito l’importanza del contributo dello Stato nella ricerca, oltre alle eccellenze dell’iniziativa privata come Eucentre. Ha concluso sottolineando che la ricostruzione sicura e innovativa permette ai borghi di tornare a vivere. La ricostruzione dell’Appennino centrale è un presidio contro lo spopolamento di tante aree interne, che accentuano le fragilità del territorio. Solo il presidio umano, sicuro e tecnologicamente all’avanguardia, può contrastare lo spopolamento e quindi contrapporsi alle conseguenze della crisi demografica e, contestualmente, di quella climatica.
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