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Il giro d’affari per il 2023 dichiarato da Liberty Media, proprietaria dal 2017 delle quote di maggioranza del gruppo F1, è di circa tre miliardi di dollari, in aumento rispetto all’anno precedente. Un giro d’affari notevole, con importanti ricadute economiche e in termini di flussi turistici sui territori in cui si svolgono i gran Premi di Formula 1. Formula 1 che si trova di fronte a una sfida cruciale: coniugare la sua tradizione di eccellenza tecnologica e di spettacolo con le crescenti esigenze di sostenibilità ambientale, partendo proprio dagli autodromi, cuore pulsante di questo sport, che sono chiamati a rinnovarsi per rispondere a questa sfida, non solo in termini di tracciato ma anche e soprattutto in termini dei materiali che ne definiscono le infrastrutture.

In questo contesto, l’Autodromo Nazionale di Monza, tra i più bei circuiti del circus e noto come Il Tempio della Velocità, è un esempio emblematico di questa necessità di evoluzione. Con i suoi oltre 100 anni di storia, Monza rappresenta un patrimonio unico nel mondo della Formula 1, ma che al contempo deve adeguarsi agli standard della Formula 1 moderna.

Per questa ragione, all’inizio di quest’anno, ha preso il via il progetto di riqualificazione dell’Autodromo di Monza, con un investimento di 21 milioni di euro volto a rendere l’impianto più moderno, performante, sicuro, confortevole e soprattutto sostenibile.

Tendenza questa sempre più diffusa nel mondo della Formula 1 dove la sostenibilità sta diventando un pilastro fondamentale non solo per le vetture, ma anche per le infrastrutture che ospitano gli eventi.

Il progetto di rinnovamento dell’Autodromo di Monza offre spunti interessanti su come gli impianti di Formula 1 possano essere riqualificati in chiave sostenibile, anche in considerazione della localizzazione stessa dell’impianto: il parco di Monza.

Il progetto di riqualificazione dell’Autodromo di Monza, infatti, abbraccia una visione olistica della sostenibilità, affrontando molteplici aspetti cruciali per l’ambiente e la società.

L’approccio inizia dalla scelta dei materiali, privilegiando quelli ottenuti da materie prime rigenerate e rigenerabili. Questa decisione non solo riduce lo sfruttamento di risorse, ma minimizza anche l’impatto sull’ambiente naturale del parco circostante, preservando l’ecosistema unico in cui l’autodromo è inserito.

L’efficienza energetica è un altro pilastro fondamentale del progetto: Il concept delle nuove tribune, elaborato da Sportium, prevede l’installazione di un impianto fotovoltaico sulla copertura, mirando all’autosufficienza energetica della struttura. Inoltre, un impianto solare termico garantirà la produzione di acqua calda sanitaria, riducendo ulteriormente il fabbisogno energetico complessivo.

Gli interventi sono stati progettati con una particolare attenzione alla riduzione dell’inquinamento, sia atmosferico che acustico. Questo aspetto è particolarmente rilevante considerando la collocazione dell’autodromo in un contesto naturale, dove la protezione dell’ambiente circostante è di primaria importanza.

Il progetto include un importante rifacimento del sistema di raccolta delle acque e drenaggio. Questa soluzione è stata studiata per gestire in modo efficace gli eventi atmosferici estremi, sempre più frequenti, dimostrando un approccio proattivo all’adattamento climatico.
Tuttavia si va oltre gli aspetti puramente ambientali, abbracciando una visione più ampia di sostenibilità sociale: le nuove tribune sono state concepite come un edificio inclusivo e accessibile a tutti, sottolineando che la vera sostenibilità deve considerare anche gli aspetti sociali e l’esperienza degli utenti.

Il caso di Monza, al di là di rappresentare un passo fondamentale per uno dei circuiti più iconici dell’intero mondiale che a fine agosto raggiungerà la 94ma edizione, evidenzia come la riqualificazione degli impianti di Formula 1 in ottica di sostenibilità sia non solo possibile, ma anche necessaria.

Si tratta di un’operazione che presenta diverse sfide e opportunità interconnesse. Nel caso di Monza si evidenzia l’importanza di bilanciare tradizione e innovazione: è essenziale preservare il ricco patrimonio storico degli autodromi mentre si implementano soluzioni tecnologiche all’avanguardia. Questo equilibrio è fondamentale per mantenere l’identità unica di ogni circuito.

Gli investimenti necessari per queste riqualificazioni sono considerevoli, come dimostrano i 21 milioni di euro destinati a Monza. Sarà quindi cruciale sviluppare modelli di finanziamento sostenibili che permettano anche ad altri circuiti di intraprendere simili percorsi di rinnovamento. Questo potrebbe richiedere partnership innovative tra settore pubblico e privato, o nuove strategie di investimento a lungo termine.

L’integrazione armoniosa con l’ambiente circostante è un altro aspetto critico. Come nel caso di Monza, situata in un parco storico, i futuri progetti dovranno considerare attentamente come gli autodromi si inseriscono nel contesto naturale e urbano. Questo approccio non solo per minimizzare l’impatto ambientale, ma anche per migliorare il rapporto tra l’impianto e la comunità locale.

In conclusione, la riqualificazione degli impianti di Formula 1 in ottica di sostenibilità non è solo una necessità ambientale, ma anche un’opportunità per rinnovare questo sport, rendendolo più rilevante e responsabile nel contesto delle sfide globali del XXI secolo. Il progetto di Monza dimostra che è possibile coniugare la storia e il prestigio di un autodromo iconico con le più avanzate soluzioni di sostenibilità, aprendo la strada a una nuova era per la Formula 1.

di Valentina Piuma – vai al blog virginialunare.it

 

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