Un prestito a tasso zero è un finanziamento che non prevede l’addebito di interessi da parte della banca o del creditore. Partiamo da alcuni utili concetti introduttivi: ai prestiti è generalmente associato un tasso di interesse denominato TAN (Tasso Annuo Nominale).
Il TAN è una percentuale da versare in aggiunta all’importo preso in prestito e può variare sia nell’ambito dell’offerta creditizia di uno stesso istituto, sia in base al tipo di prestito, all’importo erogato, alla durata del piano di rimborso e al profilo economico del beneficiario del prestito.
Se il TAN è diverso da zero, le rate di rimborso del prestito saranno costituite da una componente che copre il capitale prestato e da un’ulteriore quota che corrisponde agli interessi. Alla fine del periodo di rimborso, di norma, il consumatore avrà restituito più denaro di quanto ne abbia ricevuto in prestito.
Nel caso dei prestiti personali a tasso zero, ovvero senza interessi, il TAN sarà pari allo 0,00%. In linea di principio, cioè, in assenza di altri costi, un prestito a tasso zero prevede la restituzione della stessa somma di denaro concessa dal creditore.
Per quanto riguarda le finalità del prestito personale a tasso zero, Giuseppe Piano Mortari, Vice segretario generale di Assofin (Associazione Italiana del Credito al Consumo e Immobiliare), ci dice che: “Tendenzialmente è utilizzato per l’acquisto di beni di consumo durevoli, quindi auto, moto, scooter, ma anche per mobili ed elettrodomestici, per ristrutturare la casa, per i pannelli solari, gli infissi. Si estende anche ai servizi, per esempio cure mediche, estetiche, corsi di vario tipo: c’è un panorama molto ampio di utilizzi, ma i beni di consumo durevoli sono la tipica finalizzazione del prestito al consumo”.
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