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Oggi andiamo alla scoperta del direct credit (o direct lending). Tale tipologia di finanziamenti proviene da soggetti non bancari, ed è utile per le imprese in cerca di liquidità e progetti di crescita, offrendo accesso rapido e costi competitivi.

Cos’è il direct credit e come può essere utilizzato dalle imprese alla ricerca di liquidità?

Chiamato anche direct lending è un’erogazione diretta di finanziamenti da parte di soggetti non bancari. Questa particolare attività permette alle PMI e alle grandi imprese di vendere i propri crediti commerciali in modo da sostenere il circolante. Ma anche di ricevere dei prestiti a medio-lungo termine, che possono essere finalizzati a dei progetti di crescita, acquisizioni o al rifinanziamento del debito.

Generalmente con il direct credit – o direct lending che dir si voglia – vengono erogati attraverso delle piattaforme fintech. Vengono finanziati da degli investitori istituzionali, appoggiandosi a dei fondi di investimento specializzati.

 

Direct credit, uno strumento ancora poco utilizzato in Italia

In Italia il direct credit è uno strumento ancora poco utilizzato. Diversa, invece, è la situazione negli altri paesi. Stando a quanto riferisce Deloitte, nel Nord America – USA e Canada – e Gran Bretagna oltre il 70% del credito che viene erogato alle imprese proviene da dei financial sponsor, tra i quali rientrano i direct credit. Il rimanente 30% è finanziato dal sistema bancario.

Il rapporto di forza è sostanzialmente rovesciato in Europa, dove in Francia il credito bancario arriva al 55% del totale, in Italia al 47% e in Germania al 37%. Con il 22% degli Stati Uniti.

Sempre secondo i numeri messi in evidenza da Deloitte, i volumi di credito diretto non bancario – stiamo parlando del cosiddetto shadow banking – sono più rilevanti a livello globale e sono caratterizzati da un’elevata crescita.

Risulta essere concentrato nell’America del Nord, però, il 58% di questo stock, con un capitale disponibile per finanziamenti di direct lending che, sostanzialmente, ammonta a 182 miliardi di dollari e a livello globale per AUM complessivi pari a 546 miliardi.

Andando a dare uno sguardo alle attività di investimento, la quota italiana di private debt è pari a 2,9 miliardi di euro nel 2023. Secondo Aifi è stato registrato un calo del 12% rispetto al 2022, con i due terzi erogato concesso a delle grandi imprese.

Risulta essere sceso del 37% il numero delle operazioni, che sono passate da 262 a 164: complessivamente sono state coinvolte 109 società. Il 55% delle operazioni sono state dei finanziamenti, il 38% obbligazioni e il 7% strumenti ibridi.

 

Il fenomeno mini bond

Il 30% dei mini-bond, tra l’altro, è stato sottoscritto dalle banche, con un limitato uso di basket bond (portafoglio di mini-bond diversificato). A questo si associa che la raccolta degli operatori di private debt attivi in Italia risulta essere aumentata nel corso del 2023 del 14% ed ha raggiunto 1.141 milioni di euro.

La raccolta indipendente, che rappresenta il 96% del totale, proviene principalmente dal settore pubblico e dai fondi di fondi istituzionali (46%), seguita dalle banche (19%) e dai fondi pensione e casse di previdenza (16%).

“Considerando il vasto universo di oltre 10.000 aziende in Italia con un fatturato tra i 30 e i 100 milioni di euro, risulta evidente il notevole potenziale di crescita del mercato del private debt, che può essere colto sviluppando maggiormente la raccolta da investitori istituzionali, auspicabilmente supportandola con benefici fiscali – spiega Luigi Cutugno, Partner Corporate Finance e Debt & Capital Advisory Leader di Deloitte Italia -.

Ciò consentirebbe di aumentare la penetrazione del prodotto tra le piccole e medie imprese italiane e ridurrebbe la dipendenza dal settore bancario per finanziare progetti di crescita organica (principalmente investimenti) o per vie esterne (e.g. M&A)”.

 

Investimenti a basso rischio e maggiore credito alle imprese

Cosa caratterizza il direct credit? Generalmente la durata media ponderata dei prestiti è più lunga: oltre 5 anni negli Stati Uniti d’America, oltre 6 anni in Italia. Il costo medio è competitivo rispetto a quello delle banche.

“Questa forma di credito garantisce alle imprese italiane più credito, più a lungo, a costi ragionevoli – spiega Cutugno -, e rappresenta un’opportunità di investimento a basso rischio (sono ad oggi limitatissimi i tassi di default registrati), con rendimenti netti interessanti e decorrelati rispetto alle altre attività in portafoglio per gli investitori sia Istituzionali che retail”.

A fare il punto della situazione ci pensa poi Claudio Scardovi, Senior Partner e Private Equity Leader di Deloitte Italia, il quale spiega che:

“La recente decisione della Bce di ridurre il Tasso Ufficiale di Sconto sembra indicare un ritorno alla “normalità” per il mercato del credito, che porterà a un maggiore accesso e un minor costo dei finanziamenti per le Pmi Italiane, con effetti positivi sulla crescita e sulla redditività.

La transizione green e digitale delle imprese italiane non può essere finanziata solo dal settore pubblico o dal sistema bancario. Le risorse devono necessariamente passare anche dal risparmio privato e, in questo senso, il Direct credit rappresenta uno strumento finanziario fondamentale oltre che un’opportunità di crescita per imprese, investitori e banche”.

Scardovi aggiunge che:

“Della crescita del Direct Lending in Italia beneficerebbe in larga parte lo stesso settore bancario, che si sta riorientando sempre di più verso l’asset e wealth management, con progressiva diversificazione delle fonti di reddito e dei rischi patrimoniali assunti, con una minore dipendenza del valore economico creato dal Tasso Ufficiale di Sconto, destinato a scendere.

Le banche Italiane, negli ultimi due anni, hanno largamente beneficiato della crescita dei tassi, soprattutto in termini di dividendi record e redditività. Le banche italiane potranno supportare lo sviluppo del direct credit, sia raccogliendo risparmi privati da investire sia lavorando in partnership con i fondi mid-market già attivi in questo settore attraverso attività di origination e co-finanziamento sui propri clienti.

 

Pierpaolo Molinengo

Sabato 22 Giugno 2024

 

 

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