Con la pubblicazione dell’elenco beneficiari per l’anno 2023, circa il bando per l’assegnazione di contributi ad integrazione dei canoni di locazione, la Federazione provinciale Sunia e la Cgil Pisa ritengono che “si sono materializzate le nostre preoccupazioni: delle 941 domande ammesse al bando solo a 214 di queste, circa il 23%, vedrà accreditato il contributo affitto. Così distribuiti: 200 aventi diritto in fascia A su 756 e solo 14 in Fascia B su 185”. Un ridotto numero di persone quindi rispetto chi ha fatto richiesta. E inoltre “quello che risalta dai dati pubblicati sul sito del Comune di Pisa – insistono le associazioni – è l’enorme diseguaglianza applicata in sede di distribuzione delle esigue risorse disponibili. Chi è riuscito ad ottenere il contributo vedrà questo quasi raddoppiato rispetto al 2022”.
Il segretario del Sunia di Pisa, Sandro Imbraguglio, commenta: “L’allarme che in più sedi avevamo lanciato, sul pericolo di veder sparire il contributo affitto, a causa dei tagli sociali fatti dal duo Meloni/Salvini, per i cittadini di Pisa, alla fine si è concretizzato. La giunta di centro-destra ha inoltre deciso di non usare ‘equità’ nella distribuzione del contributo premiando pochissimi cittadini ed escludendo dal ricevere questa importantissima forma di aiuto circa il 77% degli aventi diritto. Vogliamo vederci chiaro – conclude – su come siano state distribuite le risorse stanziate e ci faremo promotori di ogni possibile azione che possa far luce sull’accaduto”.
Sostengono la protesta i consiglieri comunali Pd Dalia Ramalli ed Enrico Bruni: “In commissione l’assessora Bonanno dice che il Governo starebbe dando molta
attenzione ai sostegni alla famiglia, ma il governo di cui parla è lo stesso che attacca il diritto alla casa col taglio dei 250 milioni di fondi per il contributo affitto. Il sindaco Conti e i partiti di centrodestra sono consapevoli dei danni che la presidente Meloni sta facendo alle famiglie e alle persone con maggiori difficoltà? Quanto denunciato dal sindacato Sunia Pisa fotografa un quadro preoccupante in cui a pagare le inefficienze dell’amministrazione saranno le persone con difficoltà economiche più rilevanti. Abbiamo depositato un’interrogazione in Consiglio per comprendere quali criteri abbiano guidato la distribuzione del contributo,
perché ci risulta al momento incomprensibile come sia possibile che si siano assegnati contributi una tantum piuttosto che coprire più persone possibili in fascia A”.
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