ANCONA – Il crocevia dei fondi europei tra vecchia e nuova programmazione. L’ultimo atto del settennio 2014/2020 non ha visto le Marche brillare per capacità di spesa (l’eufemismo del secolo: abbiamo dovuto fare il gioco delle tre carte per spostare i soldi e non perderli). Colpa anche delle risorse aggiunte in corsa da Bruxelles nel 2018 per tendere una mano alle Marche lacerate dal sisma: quello che voleva essere un aiuto, si è trasformato in un boomerang.
La relazione
Con l’avvio del nuovo settennio 2021/2027 – partito in tutta Italia in abbondante ritardo a metà del 2022 – si è cercato di mettere subito il turbo per dimostrare che non siamo il fanalino di coda del Bel Paese. A raccontare lo stato dell’arte tra vecchio e nuovo ci pensa il Rapporto sullo stato di attuazione delle politiche comunitarie che la giunta presenterà nelle prossime settimane in Consiglio regionale. Un documento che dettaglia lo stato di attuazione dei vari fondi Ue sia nel settennio che si avvia alla chiusura, sia in quello appena partito. I riflettori sono puntati in particolare sul Fesr, il Fondo europeo di sviluppo regionale che ci ha visti arrancare nella precedente programmazione. Una parte di quei 579.983.288 euro che ci erano stati assegnati da Bruxelles tra il 2014 e il 2020 è nel frattempo stata spostata nel Programma operativo complementare (POC).
Lo spostamento
Con questo strumento, le regole di ammissibilità degli interventi – e quindi la loro programmazione ed attuazione – devono rispondere non più ai regolamenti comunitari ma a linee guida definite dallo Stato. Parliamo di 121.575.070 euro che altrimenti avremmo rischiato di perdere non rispettando le deadline dell’Ue. Una traslazione – fatta anche dalle altre regioni – che ha migliorato la performance delle Marche: sono stati finanziati 3925 progetti e le risorse erogate ai beneficiari i ammontano a 479 milioni di euro. Quanto alla programmazione 2021/2027, sul plafond totale del Fesr pari a 585.685.326 euro, le risorse attivate ammontano a 304.818.546 euro e quelle concesse a 150.968.234 euro. Si tratta di bandi destinati alle imprese per ricerca e sviluppo, innovazione e accesso al credito. O agli enti per le strategie di sviluppo urbano. C’è poi il segmento del Fondo sociale europeo (FSE+): «Al netto degli impegni che per garantire il pareggio sono stati trasferiti sul Poc – spiega il Rapporto – i dati di monitoraggio finanziario aggiornati al 30 aprile 2024 consentono di sostenere che la programmazione 2014/20 sarà chiusa con un overbooking di circa 1,5 milioni di euro».
L’altro fronte
Spostandoci al settennio 2021/2027, invece, possiamo osservare come della dotazione totale pari a 296.126.142 euro, sono state attivate risorse per 131.583.142 euro, di cui 9.186.866 euro pagate. Procedure per il finanziamento, tra le altre cose, di borse lavoro e di ricerca, delle botteghe scuola delle borse di studio per l’acquisizione di diplomi di laurea a studenti a basso reddito Isee e a studentesse per l’acquisizione di lauree tecniche. L’impegno per mettere a frutto il tesoretto europeo, insomma, c’è. Capire se questo impegno permetterà alle Marche di uscire dal gruppo delle regioni in transizione per tornare tra quelle sviluppate, è un altro discorso.
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