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Nel corso del question time alla Camera del 19 giugno 2024, il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, ha fornito maggiori dettagli in merito al piano governativo che porterà alla riconversione dell’Ex Ilva di Taranto. A sostegno di chi si aggiudicherà gli impianti sono previsti finanziamenti per “circa 700 milioni di euro attraverso l’utilizzo di contratti di sviluppo” con risorse ulteriori che potranno arrivare dal Fondo di coesione e sviluppo nel rispetto dei limiti imposti dall’ordinamento dell’Unione europea.

Riconversione Ex Ilva, il piano dei finanziamenti

“È previsto un finanziamento di un miliardo di euro a carico del Fondo di coesione e sviluppo, per la realizzazione di un impianto di pre-ridotto”, ha detto il ministro Urso parlando della riconversione degli stabilimenti Ex Ilva a produzioni carbon neutral nel 2028. Il titolare del dicastero delle Imprese e del made in Italy ha anche specificato che “sono in corso le procedure per l’erogazione del prestito ponte di 320 milioni di euro da parte del ministero dell’Economia” con “le interlocuzioni con la Commissione” che “procedono senza intoppi”. Queste risorse, fondamentali per “il proseguimento del programma di rilancio produttivo, le manutenzioni e l’approvvigionamento che serve all’Ex Ilva” arriveranno dunque in “tempo utile”.

Il pagamento dei creditori Ex Ilva

Molto importante per garantire la riconversione degli impianti dell’Ex Ilva di Taranto è che prima del nuovo capitolo vengano regolati i debiti pregressi nei confronti dei creditori. Per Urso entro un mese le aziende dell’indotto Ilva riceveranno il 70 per cento del loro credito. “Si tratta ovviamente delle aziende strategiche e bancabili – ha aggiunto Urso – I commissari dell’Ilva hanno avviato una prassi di pagamento alle imprese con l’indotto a 60 giorni. Nella precedente gestione i pagamenti avvenivano a 1 anno. Per questo i crediti erano cresciuti a dismisura. I commissari parlano di 320 milioni di crediti”. Molti dei debiti pregressi, circa la metà, verranno ceduti a Sace (Servizi assicurativi e finanziari per le imprese), con le interlocuzioni che sarebbero in fase avanzata.

Ex Ilva, quando riprenderà la produzione

Il piano di riconversione dell’Ex Ilva di Taranto passa, inevitabilmente, anche dalla ripresa dell’attività produttiva. “Il programma – ha detto Urso – prevede interventi manutentivi sull’altoforno 4, l’unico che abbiamo trovato in funzione, affinché in autunno sia pienamente produttivo. In autunno dovrebbe essere pienamente produttivo anche un secondo altoforno che abbiamo trovato chiuso – ha aggiunto – e dovremmo arrivare a una potenzialità produttiva di 4 milioni di tonnellate all’anno. Il terzo altoforno ha bisogno di una manutenzione più significativa, quindi di più tempo e più risorse, e potrebbe partire per la seconda parte del 2025. A quel punto, si potrebbe arrivare ai livelli produttivi di soglia di 6 milioni di tonnellate”.

Tre acquirenti per l’Ex Ilva di Taranto

Il progetto del governo Meloni per la riconversione dello stabilimento Ex Ilva di Taranto avrebbe attirato l’attenzione di diversi potenziali acquirenti. Sarebbero tre per l’esattezza, con Urso che ha specificato che si tratta di “player internazionali particolarmente importanti sul piano industriale che si sono mostrati interessati al futuro acquisto secondo le procedure pubbliche”. I nomi che circolano sono quelli della neozelandese Vulcan Steel, della tedesca Steel Mont e dell’olandese Metinvest. Per il ministro delle Imprese e del made in Italy, questo interesse “è stato possibile grazie al fatto che l’avvio della gestione commissariale a febbraio ha garantito il rilancio della macchina produttiva, con piani significativi di manutenzione degli stabilimenti e di salvaguardia degli stessi e dei lavoratori”.



 

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