diRoberto De Ponti, Carlo Nicotra, Antonio Montanaro, Giorgio Bernardini, Alessandra Bravi, Chiara Dino, Luca Gasperoni, Giulio Gori, Ernesto Poesio, Edoardo Semmola
«Il centro non può essere una battaglia persa. Compreremo edifici per farne nuove case e botteghe. Avanti tutta sulla ristrutturazione del Franchi, troveremo i soldi per completarla. Con la Fiorentina un nuovo dialogo»
Avanti coi lavori al Franchi, il Comune che torna ad acquistare case e fondi commerciali e lo stop ai bus turistici in città: è l’ultimo scatto di Sara Funaro, assessora uscente Pd e candidata del centrosinistra, in vista del ballottaggio, dopo aver incassato al primo turno un 10% in più del suo rivale.
Sara Funaro, perché dire che siete di fronte alla peggior destra di sempre?
«Lo vediamo da tantissime cose, da come stanno governando il Paese, dalle misure che producono che non sono a favore dei cittadini, per esempio su lavoro e sanità. Poi a livello locale, se diventasse sindaco Schmidt, sarebbe eletto in Consiglio comunale chi faceva parte di Casapound, e hanno candidato persone condannate per odio razziale».
Se dovesse essere eletta si troverà all’opposizione gli ex alleati di Iv ed ex compagni di partito come Del Re. Sarà possibile un dialogo?
«Noi abbiamo deciso di parlare ai cittadini, più che alle forze politiche, ma ho già ringraziato pubblicamente chi ha fatto una dichiarazione di voto a mio favore, Stefania Saccardi e Lorenzo Masi, oltre a quelli che mi hanno già sostenuto al primo turno. Detto questo, sui temi ho fatto una serie di aperture, come alla proposta di Del Re sul polo dell’innovazione, che mi trova d’accordo».
Gli attriti personali saranno un ostacolo?
«Io non ho problemi personali con nessuno».
Potrebbero sorgere problemi anche con gli alleati di sinistra, sulla multiutility o sullo sviluppo di Peretola.
«Sull’aeroporto la mia posizione è sempre stata chiara: favorevole alla nuova pista. Sono più i temi che ci uniscono, e io ho sempre vissuto nella pluralità, non mi manca il dono della sintesi».
Sarà una giunta fatta col bilancino delle correnti?
«No. Sono concentrata sul ballottaggio, non ho ragionato di caselle, ma penso che ci vogliano sia figure politiche sia profili tecnici».
Stadio: c’è un rapporto complesso con la Fiorentina e finanziamenti da trovare.
«Sono convinta che i lavori vadano fatti e che l’amministrazione uscente abbia già fatto tanto: uno stadio riqualificato è la priorità. Se sarò sindaca andrò avanti in questa direzione e troverò la soluzione per concludere i lavori. Rispetto alla Fiorentina non ho mai avuto interlocuzione con la società, è mio obiettivo instaurare con loro un dialogo il più costruttivo possibile».
La sicurezza è uno dei temi più sentiti dai fiorentini…
«È un tema a cui darò attenzione totale: nel mio programma ci sono il vigile di quartiere, il raddoppio di vigili anti-degrado, l’aumento delle telecamere, l’illuminazione, presidi culturali e sociali. Poi, se sarò sindaca, tra le prime cose chiederò un incontro al Viminale per l’aumento degli agenti: quelli che mancano sono ormai più di 200. Ci vogliono presidi fissi, come alla fermata Strozzi-Fallaci della tramvia».
Ha parlato di posizioni «radicali» sulle politiche abitative: sta qui la discontinuità con Dario Nardella?
«Non mi appassiona il tema della discontinuità e non parlerei di un’inversione di tendenza sul tema della casa, dato che l’amministrazione uscente sta già intervenendo su una serie di mancanze oggettive del governo, che da tempo non mette un centesimo sulle politiche abitative. L’amministrazione ha già iniziato a investire, con 7 milioni per ristrutturare gli alloggi e 3 milioni per il contributo affitto, ma è chiaro che questo è un tema su cui io ho una sensibilità particolare: voglio che la nostra città torni attrattiva per lavoratori e studenti».
Quali sono le misure «radicali» che prevede?
«Nel programma ho inserito lo stanziamento di una base di 100 milioni per dare risposte ad almeno 12 mila cittadini. Per me questa è una priorità assoluta. Ci sono molti contenitori che abbiamo già indirizzato nella direzione abitativa: a Montedomini la residenza per gli anziani, all’ex caserma Lupi di Toscana studentati e social housing. Lo stesso vale per Sant’Agnese, San Salvi e Santa Maria Novella. Vogliamo che anche l’ex ospedale San Giovanni di Dio venga destinato a questo: se sarò sindaca la prima cosa che farò è aprire una interlocuzione con l’Asl per provare a fare insieme il social housing».
Neanche chi ha stipendi medi o addirittura medio-alti può più permettersi una casa a Firenze. La città rischia di morire di asfissia.
«Per regolare il mercato le armi purtroppo sono molto spuntate, ma dobbiamo comunque dare nuove opportunità. Le case popolari sono importantissime e danno risposte alla fascia più fragile, ma c’è anche la fascia media: pensiamo a affitti sostenibili nei contenitori che abbiamo, lavorando con le realtà del terzo settore e le imprese private per avere prezzi adeguati. L’esperienza del Casone di via dell’Osteria funziona».
In centro, dove al primo turno il voto l’ha penalizzata, il problema dell’overtourism non si limita al tema abitativo. Non c’è il rischio che sia una battaglia persa?
«In centro siamo sempre andati meno bene come consenso elettorale, a differenza delle periferie in cui siamo in testa, ma non può essere una battaglia persa. Per i residenti del centro bisogna lavorare sul recupero dei contenitori, dei servizi sanitari e sociosanitari. E scrivere regole ancora più stringenti, come abbiamo fatto per gli affitti turistici. E se abbiamo intenzione di acquistare contenitori da trasformare in abitazioni, intendiamo anche fare un bando perché il Comune torni a comprare fondi commerciali e assegnarli a artigiani o per creare negozi di vicinato».
Ma perché oggi un fiorentino dovrebbe decidere di andare a vivere in centro?
«In alcuni pezzi del centro invece già accade, in Sant’Ambrogio o in Oltrarno. E ci sono alcune cose che si riescono a fare in tempi più rapidi e altre azioni da programmare di cui vedi i risultati nel lungo percorso, come accaduto nel caso delle Murate».
Dalla Ferrari che chiude Ponte Vecchio alla pizza al Piazzale, promette una svolta sull’uso degli spazi pubblici?
«Valuterò caso per caso, penso che ci siano proposte serie che sono opportunità».
E sui bus turistici, che scaricano le comitive sui lungarni? La situazione peggiorerà con i cantieri della tramvia.
«Se sarò sindaca troverò il modo per bloccare il passaggio dei bus turistici in città».
E si troverà a gestire uno dei momenti più complicati per il traffico e i cantieri.
«Vorrei che la giunta fosse affiancata da un super consulente esperto in materia, perché non si nasce imparati e nella gestione dei cantieri ci vuole grande professionalità. Abbiamo le linee della tramvia da realizzare e dobbiamo metterci a un tavolo con Autolinee Toscane per riorganizzare le linee dei bus e renderle integrate alla tramvia, oltre a rendere accessibili e sostenibili i costi del bike e del car sharing. Nel programma ci sono anche 250 km di strade da rifare».
Si è parlato poco di scuola in campagna elettorale. E del rapporto zoppicante di Palazzo Vecchio con l’Università.
«Vogliamo dare opportunità a quei bambini che non hanno reti famigliari forti e dall’altra conciliare il rapporto vita-lavoro delle famiglie: la risposta sono gli asili nido e le attività culturali e sportive extra scolastiche. Con l’Università dobbiamo creare un rapporto strutturale, includendola come partner per progettare nuovi percorsi».
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