15 Giugno 2024, di Roberto Pomi
Antoniozzi: “Bene le convenzioni, vanno estese per dare struttura a chi produce cultura sul territorio”
Homepage – VITERBO – “Mandando in convenzione altre realtà significative, che oggi prendono soldi dai bandi e finiscono per fare la parte del leone, libereremo risorse per i più piccoli che magari oggi vengono esclusi”.
VITERBO – “Ho in mente di costruire un lavoro che possa dare solidità alle realtà culturali del territorio. Dobbiamo superare sempre più il meccanismo dei bandi e andare verso un ampliamento del sistema delle convenzioni, più virtuoso per tanti motivi”. Ipse dixit Alfonso Antoniozzi, assessore alla Cultura a Palazzo dei Priori. Lo abbiamo incontrato alla vigilia dell’estate viterbese, quando i ritardi sull’assegnazione dei fondi da bando e lo stanziamento di una cifra non proprio “larga di manica” di 70mila euro hanno fatto storcere il naso a qualcuno.
State investendo poco in cultura: Lei viene da questo mondo, non si sente un po’ stretto così?
“I numeri dicono in realtà altro. Abbiamo pubblicato un bando da 70mila euro, che concordo non è una cifra stellare. Ma quella non è l’unica spesa che andremo a sostenere per la cultura e l’intrattenimento questa estate. Ai 70mila euro a bando vanno aggiunti circa 140mila euro che andranno alle realtà in convenzione (Festival Barocco, Quartieri dell’Arte, Tuscia Film Fest, Jazz Up e Medioera n.d.r.), poi partecipiamo anche a Ombre Festival con 35mila euro e alla stagione di Ferento con 25mila. Se prendiamo la calcolatrice siamo intorno ai 280mila euro e la musica cambia un po’”.
Quindi in realtà non state spendendo meno degli altri anni?
“Non mi risulta, anzi. Stiamo lavorando per dare un verso, avendo trovato una situazione molto fragile e ritengo che stiamo riuscendo nell’intenzione. Dirò di più però. Credo che il meccanismo dell’assegnazione dei fondi a bando vada usato in maniera sempre più ridotta perché dobbiamo andare a dare struttura a chi in questa città fa cultura e intrattenimento. Il sistema delle convenzioni è importante perché dà certezze di finanziamento da parte del Comune su eventi e manifestazioni storiche e che da anni fanno cose importanti per la città. Le cinque realtà che sono in convenzione hanno fatto e stanno facendo tanto ma non sono gli unici soggetti meritevoli di attenzione. Per questo sto lavorando all’impostazione di una seconda fascia di convenzioni dove potranno entrare anche soggetti con meno storicità e che quindi non hanno i requisiti per accedere al vecchio sistema del sostegno fisso. Dobbiamo lavorare per dare agli operatori della cultura più certezze, che è difficile (anzi impossibile) garantire con il sistema dei bandi”.
Quali saranno i criteri di accesso?
“Oggi le realtà in convenzione hanno dalla loro la storicità e la capacità di generare un indotto sulla città. Ogni euro che investiamo in quelle convenzioni in realtà funziona da moltiplicatore e porta sul territorio molto di più. Giusto dare loro solidità e sostegno anche da parte del Comune. Non sono gli unici però che fanno cose buone e quindi vogliamo fare entrare anche altri. Siamo al lavoro per capire come estendere questo meccanismo virtuoso”.
Nel futuro ci saranno quindi solo realtà in convenzione e niente per altri?
“Sarà proprio il contrario. Mandando in convenzione altre realtà significative, che oggi prendono soldi dai bandi e finiscono per fare la parte del leone, libereremo risorse per i più piccoli che magari oggi vengono esclusi. Anche perché quello che oggi è piccolo, se sostenuto, può diventare grande. Guardate Ombre Festival cosa è diventato. Ci abbiamo creduto, abbiamo investito lo scorso anno 50mila euro. Quel Festival ha riempito la città e oggi sta meglio in piedi di suo, grazie all’apporto dei privati. Infatti quest’anno possiamo dare meno (35mila euro) e utilizzare quelle risorse per altro. Ombre è una realtà che nei fatti ha dimostrato di essere virtuosa. Vogliamo spendere di più in cultura ma soprattutto ci interessa spendere bene le risorse”.
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