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di Francesco Pontelli

Gli incentivi fiscali possono determinare degli esiti contraddittori a seconda del loro posizionamento.

Sembra incredibile come ancora oggi sia necessario precisare la differenza, riguardo i risultati ottenibili, con la politica degli incentivi, se posizionati a monte o a valle di una qualsiasi industriale.

Nel caso di una filiera, per esempio, dell’industria automobilistica qualsiasi forma di incentivo relativo a favorire l’acquisto di un’auto, esattamente quanto scelto dal governo in carica, rappresenta un sostegno alla politica “commerciale” quasi sempre utilizzato, come diceva Marchionne negli anni passati, a favore della vendita di automobili estere e magari nell’ultimo periodo cinesi.

Anche se gli esempi risultano sempre molto difficili da dimostrarsi, veramente esemplificativi, sarebbe come se il bonus edilizio fosse stato adottato come incentivo alla vendita delle realtà immobiliari esistenti, e non a favore di un eventuale efficientamento energetico come è avvenuto in realtà, anche con effetti disastrosi per quanto riguarda il debito alla spesa pubblica.

In quest’ottica all’interno di una politica di sviluppo di una qualsiasi filiera industriale i medesimi incentivi dovrebbero rappresentare la prima forma di sostegno alle produzioni o quantomeno al mantenimento delle complesse filiere all’interno del confine nazionale.

Solo in questo caso, quindi, questi assumerebbero i connotati di una forma di sostegno  non verso un singolo settore manifatturiero, ma più complessivamente ne trarrebbe un vantaggio la stessa occupazione, e di conseguenza anche allo sviluppo della domanda interna e quindi dello stesso PIL.

Nel complesso momento nel quale il sistema economico/industriale si trova, per la prima volta dal dopoguerra ad oggi, di fronte alla quindicesima ( *) flessione della produzione industriale, un governo consapevole avrebbe dirottato ogni incentivo a monte della filiera, più che allo sviluppo del commercio dei prodotti per riuscire ad acquisire qualche decimale di crescita.

In quanto l’obiettivo strategico dovrebbe essere quello di invertire il trend della disastrosa flessione della produzione industriale, la quale non è ancora oggi condizionata dalla politica fiscale a sostegno espressa dal governo in carica come dai precedenti.

Va ricordato, infatti, come gli ultimi governi come l’attuale si sono dimostrati espressione di una  imbarazzante pressapochismo economico optando  con la scelta dei bonus fiscali ed incentivi a valle di ogni filiera industriale e quindi anche di quella Automotive.

Ed ecco allora come i risultati (o forse meglio le conseguenze) ovviamente non tardano ad arrivare come qui sotto ricordati (**), con un calo della produzione industriale nel settore industriale dell’auto del -20%.

Un disastro strategico, politico oltre che economico, del quale che non può venire semplicemente attribuito alla congiuntura internazionale, ma anche ad un incompetenza di fondo di chi ha gestito negli ultimi vent’anni la politica economica ed industriale del paese. 

Per il governo in carica esiste in più anche l’aggravante di non essere in grado di comprendere gli effetti di questo drammatico trend negli ultimi 15 mesi di flessione relativo alla produzione industriale.

Tornando, quindi, agli incentivi fiscali ed economici, sarebbe opportuno ricordare come proprio dal loro posizionamento, se a monte o piuttosto a valle della filiera industriale, questi potranno garantire un futuro al nostro paese.

Contemporaneamente la Commissione Europea la quale opera senza una maggioranza del nuovo Parlamento, e quindi dovrebbe in un contesto democratico limitarsi alla ordinaria amministrazione, approva un sistema di dazi per le autovetture cinesi, mentre queste  ancora oggi vengono  incentivate dalla stessa Commissione in quanto veicoli elettrici. 

Una simile confusione non si era mai registrata dal dopoguerra ad oggi, a dimostrazione delle inconsistenza culturale, politica ed economica della classe politica e dirigente europea, alla quale concorre purtroppo anche quella italiana.

Una simile confusione strategica può solo condannare il continente europeo alla propria estinzione industriale ed economica.

(*) https://www.nuovogiornalenazionale.com/index.php/italia/opinioni/18106-anche-dopo-le-elezioni-vanno-considerati-i-fondamentali-economici.html

(**) https://www.motorionline.com/anfia-ad-aprile-in-italia-la-produzione-cala-ancora-203/

(*) https://www.nuovogiornalenazionale.com/index.php/italia/opinioni/18106-anche-dopo-le-elezioni-vanno-considerati-i-fondamentali-economici.html

(**) https://www.motorionline.com/anfia-ad-aprile-in-italia-la-produzione-cala-ancora-203/

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