ANCONA
Soddisfatto per il risultato che lo porterĂ in Europa, ma con il pensiero sempre rivolto alle Marche. Ottenute circa 105mila preferenze, risultato storico nella nostra regione, il neo parlamentare europeo Matteo Ricci commenta il suo risultato elettorale soffermandosi soprattutto sulla politica locale, mettendosi a disposizione della segreteria regionale per lavorare insieme nel “costruire un progetto valido da cui possa ripartire la riscossa del Pd” e delle forze del centrosinistra delle Marche e rinnovando la sua sfida pubblica al presidente della Regione, Francesco Acquaroli. “Non voglio piĂ¹ sentir dire che queste elezioni europee per me erano un banco di prova in vista delle regionali – dice durante la conferenza stampa ad Ancona –. Io mi sono candidato per vincere, sapendo di poter contare sull’appoggio di tanti marchigiani, dai quali ho ricevuto oltre 52mila preferenze, sulla mia esposizione mediatica e stringendo un accordo politico con il Pd romano, che è stato determinante. Dal Lazio sono arrivate oltre 40mila preferenze e senza quel contributo sarebbe stato impossibile. Ora andrĂ² in Europa con orgoglio ma come ho promesso anche durante la mia campagna elettorale sarĂ² ancora piĂ¹ presente nelle Marche, ancor piĂ¹ che durante questo periodo. Sono convinto che aver polarizzato la partita politica tra noi ed Acquaroli sia stato conveniente per il Pd, perchĂ© il malcontento per ciĂ² che sta succedendo in questa regione è molto alto: basti pensare alla sanitĂ , che è nel caos piĂ¹ completo, senza una progettualitĂ , con la mancanza di medici ed infermieri e le liste d’attesa che aumentano”.
Ma Ricci non risparmia nemmeno l’attacco al suo partito: “Un terzo dei votanti del Pd ha scelto di scrivere Ricci nella scheda elettorale – dice –. Io sono molto soddisfattoe ringrazio di cuore chi mi ha sostenuto perchĂ© tutte le persone che mi hanno votato, se messe in fila, non ci stanno nemmeno dentro lo stadio San Siro che ha una capienza di 80mila persone. E’ bellissimo, ma questo risultato è stato ottenuto nonostante i dispetti ricevuti. Tre candidati alle Europee nelle Marche sono stati un grande errore. In una regione così piccola è impensabile avere così tanti candidati. Se ne avessimo avuti solo due, oggi Alessia Morani sarebbe con me in parlamento europeo. Volevano fare un dispetto a me, ma gli effetti negativi poi ci sono stati su tutti, tanto che ci ha rimesso anche la nostra segretaria nazionale che non ha ottenuto qui i voti che meritava nonostante ce l’abbia fatta alla grande”.
Matteo Ricci, dopo aver ringraziato tutti i suoi compagni di viaggio si rivolge alla sua segretaria regionale: “Oggi abbiamo bisogno di un Pd unito – dice l’ex sindaco di Pesaro –. Basta con le vecchie questioni, con i dissapori interni. Mi metto a disposizione della segreteria per costruire un nuovo progetto, per arrivare al prossimo appuntamento elettorale con una figura competitiva e preparata, che se necessario potrĂ essere anche una personalitĂ che viene dall’esterno. Io voglio essere considerato una risorsa e non una minaccia. La destra nelle Marche ha dimostrato di essere molto forte, ma noi abbiamo dimostrato che il Pd è vivo e combattivo, tanto che oggi nella nostra regione le forze di opposizione se la giocano sostanzialmente alla pari con le forze di governo”.
Infine Ricci si sofferma anche sui suoi dieci anni da amministratore della cittĂ di Pesaro: “Mi hanno insegnato che un buon dirigente si valuta non solo da come entra in Comune ma soprattutto da come esce – dice –. In questo ultimo periodo mi sono sentito come l’ultimo dei mohicani: Pesaro era uno dei pochi fortini del centrosinistra nelle Marche ma con i risultati delle europee e con l’elezione a sindaco di Andrea Biancani i cittadini hanno confermato un giudizio positivo anche della giunta uscente. Volevano espugnare Pesaro e non ce l’hanno fatta e dalla mia cittĂ ripartirĂ la riscossa delle Marche”.
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