diMarco Merlini
La protesta il prossimo 14 giugno. I sindacati di categoria: «Bando pubblicato senza consultarci». L’assessora Orioli: «I numero di licenze stabilito è la metà di quelle che le attuali norme ci consentono di fare»
Colpo di scena nella partita tra Comune di Bologna e tassisti. Al termine della giornata di martedì 4 giugno che ha visto il presidio di due ore delle auto bianche in piazza Liber Paradisus e un corteo fino a piazza Malpighi, un botta e risposta tra l’assessora alla Mobilità Valentina Orioli e i sindacati ha portato questi ultimi a proclamare una giornata di sciopero per venerdì 14 giugno dalle 8 alle 20.
Il bando
A riaccendere la polemica era stata alcuni giorni fa la pubblicazione della delibera con cui l’amministrazione traccia le linee guida del bando per le nuove 72 licenze. «Un atto – contestano i sindacati – che come sempre è stato fatto senza alcuna consultazione o confronto con la categoria». Nella piazza davanti alla sede comunale erano rappresentate tutte le sigle, sia quelle che lo scorso anno hanno firmato il protocollo con Palazzo d’Accursio, sia quelle che al contrario si sono chiamate fuori: «Non ci siamo mai fidati e i fatti ci danno ragione – tuona, megafono in mano, Letizia Iorio di UriTaxi – ci fanno passare per capro espiatorio, ma ora tocca a noi far capire ai bolognesi come stanno le cose».
Le contestazioni
Nella lunga lista di contestazioni ci finisce un po’ tutto: dal valore dato alle licenze che, attaccano, «è sceso con svariate scontistiche da 200.000 euro fino a 90.000» alla situazione dei cantieri in città che rende problematica una risposta efficace del servizio; dalla contestata app che i tassisti non vogliono ai profili di sicurezza che mancano soprattutto per chi opera nelle ore notturne o in certe zone della città; dalla mancata creazione di nuove corsie preferenziali agli interventi mirati per rimodulare i turni. «Dopo due anni di trattative – spiega Michele Cervellati di UilTrasporti – sono stati disattesi tutti gli accordi presi. Ultima in ordine di tempo la questione del bando delle licenze con modalità che vanno in contrasto con tutto quello che il decreto Asset dice. È ora che il Comune batta un colpo». Per venerdì era atteso un nuovo faccia a faccia tra le parti: Palazzo d’Accursio aveva inviato una convocazione alle parti sociali senza però specificare un ordine del giorno: «Il dialogo col Comune non lo percepiamo – incalza Iorio – Mi auguro che ritrattino sul numero delle licenze e anche sul valore da dare ad esse».
La linea del Comune
In realtà l’assessora, di lì a poco, fa capire di non aver nessuna intenzione di fare passi indietro: «I problemi del servizio sono soprattutto di sera, di notte e nei fine settimana – spiega – Abbiamo lavorato con loro per stabilire un accordo e modificare il sistema dei turni per avere a disposizione più taxi in quelle fasce. La necessità di cambiare esiste sicuramente». Poi sulle licenze: «Le abbiamo annunciate e concordate – insiste Orioli – ed il numero stabilito è la metà di quelle che le attuali norme ci consentono di fare. Questo perché abbiamo anche introdotto una app che ci permette un monitoraggio del servizio». Infine, la difesa sui costi delle licenze: «Noi le mettiamo a un costo del contributo che è indicato dall’autorità nazionale ed è superiore a quello fatto dalla città di Milano. Questo contributo sarà comunque ripartito tra i tassisti in attività e non sarà incassato dal Comune». Le parole dell’assessora mandano su tutte le furie i sindacati che annunciano immediatamente il fermo: «È un comportamento scorretto e discutibile anche da punto di vista procedurale», tuonano. Il dado è tratto.
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