In Europa esiste una domanda significativa di microcredito non ancora soddisfatta. Per questo il parlamento ha chiesto, approvando un rapporto d’iniziativa popolare, che l’Ue si doti di strumenti legislativi che agevolino le erogazioni
Economia: microcredito soldo in salvadanaio mondo
STRASBURGO – “In Europa esiste ancora una domanda significativa per il microcredito che non è ancora stata soddisfatta”, e per questo l’Ue dovrebbe dotarsi di strumenti legislativi che agevolino l’erogazione di microcrediti alle imprese in crisi di liquidità e alle persone svantaggiate come rom, immigrati, abitanti di zone rurali o svantaggiate, precari e donne, al fine di promuoverne l’imprenditorialità e il lavoro autonomo. Sono proposte avanzate alla Commissione europea dal Parlamento Ue, che ha approvato oggi quasi all’unanimità (574 voti pro, 23 contro e 12 astensioni) il rapporto d’iniziativa del popolare ungherese Zsolt Becsey.
A dare più forza politica alle proposte del Pe l’attuale crisi finanziaria, in quanto, sostengono gli europarlamentari, sono emersi “gli inconvenienti dei prodotti finanziari complessi” e la necessità di esaminare vie “per migliorare l’efficienza e porre in essere ogni possibile canale di finanziamento quando le imprese hanno un accesso ridotto al capitale causato dalla crisi di liquidità”.
I deputati propongono quindi che l’Ue finanzi dei progetti sperimentali volti a migliorare l’utilizzo del microcredito, come, ad esempio, l’istituzione di una piattaforma web che permetta lo scambio tra buone pratiche nell’ambito del microcredito, oppure la creazione di una borsa on-line dove gli erogatori possano visionare i progetti in cerca di finanziamento, o ancora un database comunitario che includa le informazioni creditizie positive e negative riguardanti i beneficiari di microcredito.
Per eliminare gli ostacoli al credito per le fasce più svantaggiate e non in possesso di domicilio o documenti come rom e immigrati, i deputati cheidono alla Commissione di non introdurre (in sede di revisione della direttiva antiriciclaggio) disposizioni che “siano d’ostacolo nell’accesso al microcredito a quelle persone che non dispongano di un indirizzo permanente o di documenti d’identità personali”.
Il PE chiede infine alla Commissione di prevedere l’introduzione del concetto di microcredito nelle statistiche e nella legislazione attinenti alle istituzioni finanziarie, oltre a elaborare una strategia di comunicazione allo scopo di promuovere il lavoro autonomo come alternativa a quello salariato, “in particolare come modo di sfuggire alla disoccupazione per le categorie svantaggiate di destinatari”. Gli Stati membri dovrebbero poi poter applicare un meccanismo capace di “escludere tassi d’interesse eccezionalmente elevati” per il microcredito. (mm)
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