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Cittadella Giudiziaria si, cittadella no; Tribunale da abbattere o meno, finanziamenti sufficienti o no. Il confronto tra i sette candidati sindaco sull’edilizia giudiziaria promosso dall’Ordine degli Avvocati di Avellino nell’Aula Magna “Livatino” si gioca su questi temi. Nessuna scintilla particolare, visto che con sette interventi e’ anche un po difficile che succeda. Su una cosa sola c’e’ accordo comune: ascoltare gli operatori. Per il resto le posizioni sono tutte divergenti.

BOCCIERI: NUOVA CITTADELLA COME IL TUNNEL

Una bocciatura secca da parte di Vittorio Boccieri per l’ipotesi di abattimento del Tribunale e nuova Cittadella: “Ho sentito parlare di abbattere il Palazzo di Giustizia per realizzare una Cittadella altrove. Creerà ulteriore impasse ad una città già mortificata dalla creazione di un tunnel di cui non si intravede la funzionalità. Quali possono essere le idee? Il problema non lo vedo, visto che già il fatto che questo edificio è soggetto ad una riqualificazione ed il fatto che dal Covid in poi ci sia per noi una maggiore spinta tecnologica, non vedo la necessità di dare una soluzione che passi per abbattere, i progetti sono sufficienti. Vanno riviste molte cose, anche in termini di igienicita’, ma è un problema di dettagli. Bisogna ricordare che questo Palzzzo e” un edificio comunale, non so chi abita ad Avellino, ma qui si pagano le tariffe massime e il bilancio è stato svuotato da quelle che sono riserve. Temo che Co sia stato uno sforamento del Patto di Stabilità. Ci sono state fideiussioni date a società esterne. In realtà, se i soldi non ci sono. Qualcuno parla del Pnrr, che comunque è un altro debito”.

D’ ANDREA: LE SCELTE DOPO AVER ASCOLTATO GLI OPERATORI

Per Aldo D’Andrea, il medico alla guida di Unita’ Popolare quello dell’edilizia giudiziaria: “E’ un problema di metodo. Chi frequenta questo Palazzo, voi magistrati e avvocati, saprete dare le indicazioni alla politica. Perché la dignità della professione di avvocati e magistrati come ha detto il presidente Benigni e’ una condizione. Allora cosa fare? Abbattere il Tribunale, se si decide di abbattere, questo è. Allora bisogna poi capire dove ricostruirlo mantenendo la dignità professionale di avvocati e magistrati. Pensare ad un ricollocamento del Tribunale con un project financing, lasciando le finanze del Comune tranquille ed un consumo pari a zero. Penso che debba nascere una discussione tra di voi, per poi arrivare ad una soluzione concreta. Nessuna proposta, se non quella di usare il project financing ed in attesa della ricostruzione del Palazzo di Giustizia presso una struttura che pii essere Palazzo de Peruta”.

ANTONIO GENGARO: PNRR PERSA OCCASIONE IMPORTANTE

“Non posso non sottolineare senza voler fare polemica- ha spiegato Gengaro-non è questa la sede, ma sul Pnrr se andate alla voce città di Avellino, non c’è un progetto presentato per l’edilizia giudiziaria, per responsabilità complesse e molteplici. Quindi non sono ascrivibili  ad una sola persona, però la politica se c’è un’emergenza iniziale, questa emergenza c’è sempre stata, ha  almeno il dovere di farsi carico di una proposta, di coordinare,  di indirizzare. Siamo gli unici esclusi, quella era un’occasione non l’abbiamo colta. Noi ci sono poi due aspetti, perché questo Palazzo non solo è il palazzo degli operatori  di giustizia, ma è una proprietà del patrimonio del Comune di Avellino. Quindi qualunque destinazione del futuro si possa pensare per la riorganizzazione della giustizia,  comunque il comune ha il  dovere di tutelare un pezzo del suo patrimonio e questo pezzo del suo patrimonio va ristrutturato… Qualcuno ha mai pensato a quanto costerebbe un nuovo tribunale. Anche l’intervento con i privati,  stiamo attenti. Non siamo una terra estranea a fenomeni di camorra,  qualunque destinazione del nuovo tribunale, non può che essere tutta in campo sul suolo pubblico, che si deve sapere prima che il suolo e’ di proprietà pubblica,  sia ben chiaro. Almeno questa è la mia linea, la nostra… Io credo che l’obiettivo di rendere antisismico questo tribunale, ma sia chiaro che  sia per i lavori che si faranno sia per le certificazioni che si avranno, sapendo che è una struttura sicura e non lo dico io. Quindi invito tutti a leggere quella relazione. Lunga, dettagliata e  fatta da un’autorità assoluta dell’urbanistica  del nostro Paese, quindi ripartiamo da quello che si può fare oggi. Probabilmente come dice il nostro presidente c’è bisogno di adeguare quindi di chiedere nuovi fondi, però qualcuno si deve impegnare  per fare questo. Siccome la funzione giudiziaria è una delle funzioni cardine trascinanti della vita culturale, politica,  sociale ed economica della nostra città, le cose non possono non farsi discutendo e ragionando insieme, ed insieme trovando le soluzioni migliori” .

GENOVESE: UNA CITTADELLA GIUDIZIARIA E UN PARCO A PIAZZA D’ARMI

Il candidato del Patto Civico Rino Genovese, rilancia l’idea della Cittadella Giudiziaria e anticipa anche che non ci sara’ lo smembramento degli uffici amministrativi. “Dal futuro del Palazzo di Giustizia dipendere molto della mia visione di città. Vi chiedo di condividere un’ idea di città sostenibile dal punto di vista economico, ambientale e sociale. Sono legato a questo Palazzo di Giustizia, qua lavorava come dirigente della Cancelleria. Quando venivo qua sembrava che papà lavorasse nel posto più bello. Ma i tempi sono passati, i costi per la manutenzione sono altissimi. Il nostro programma è aperto alla condivisione, se noi vogliamo davvero avere una visione diversa dlla nostra città ci servono delle soluzioni straordinarie. A me questo smembramento degli uffici giudiziari non piace. Poco rispettoso delle esigenze dei cittadini. Come per gli uffici amministrativi. Il sindaco sta a disposizione dei cittadini e non su una comoda poltrona a Palazzo De Peruta. Immaginiamo che qui nasca un Parco Urbano collegato al Carcere Borbonico, con un parcheggio sotterraneo che decongestioni questa area. Ovvio che non si abbatte il Palazzo prima che non sia stata realizzata una Cittadella Giudiziaria, dove può essere accorpata anche la sede della Guardia di Finanza. Noi immaginiamo un project financing con l’area della NiO1. Ma vi anticipo che stiamo avendo anche interlocuzione con il Ministero delle Difesa, perché l’ area inutilizzata, quella della Caserma Berardi, può essere uno spazio importante. Tutto quello che vogliamo fare lo faremo con l’interlocuzione delle parti. Una visione di città, green, sostenibile”
Il Palazzo di Giustizia è il simbolo di quella che può essere la trasformazione di questa città. Vi propongo efficienza ed una città sostenibile”.

IANDOLI: LA GIUSTIZIA NON E’ DI DESTRA O SINISTRA: ASCOLTARE E POI DECIDERE

Niente spot precisa Modestino Iandoli, il candidato di Fratelli d’Italia ha anche dubbi sulla compatibilita’ del project financing con un intervento che riguardi la Giustizia. La politica ha un ruolo preciso, quello di decidere, dopo aver ascoltato tutti. “Pur essendo un vostro collega- ha spiegato Iandoli-  non esercitando e avendo fatto altre scelte , non posso che ricordare questo luogo per il giuramento svolto da avvocato. Non vengo a fare campagne elettorali qui stasera. La giustizia non è né di destra, centro o sinistra. Per cui quando si parla di questa vicenda serve rispetto e non propaganda. Il Palazzo di Giustizia è un momento identificativo di una città, deve essere il luogo dove uno si trova al meglio a svolgere il suo lavoro. Quindi il problema di abbattimento o riqualificazione deve nascere da un sentimento condiviso. Posso dire che appartengo ad una forza politica che non ha mai governato. Se ci sono responsabilita’ vanno ascritte a chi ha governato negli anni questa citta’ . La politica deve decidere. La prima cosa che farò sarà quella di ascoltare tutte le categorie e poi decidere. Abbiamo una questione aperta, il finanziamento del Provveditorato  alle  Opere Pubbliche. C’e’ un problema di risorse. Ma le tappe vanno condivise. Non immagino, sono un uomo di conti e banca, non so come si possa realizzare un project financing con l’esercizio della giustizia. Siccome la difficoltà aleggia in parecchi. Il mercato con la giustizia non e’ compatibile.  In queste vicende non c’è altro che  la mano pubblica, che assicura la trasparenza del progetto. Ascoltare, vedere la migliore soluzione possibile e decidere.

NARGI: SIAMO PER LA RIQUALIFICAZIONE DEL PALAZZO E ASCOLTO OPERATORI

La candidata Laura Nargi, ex vicesindaco ha sostanzialmente annunciato che l’opzione resta quella di riqualificare la struttura esistente: Le questioni sono due: abbattere e ricostruire o riqualificare questo Palazzo che e’ caro a molti avellinesi. Mi hanno fatto vedere proprio oggi una bellissima foto di questa zona che prima ospitava un campo di calcio. Anch’io cinque anni fa, quando sono arrivata al governo di questa citta’ ho immaginato un giardino molto bello con un parcheggio interrato. Poi ci siamo scontrati con la realta’ . Era un po un utopia. Sarebbe stato pure fattibile, anche se la famigerata NiO1 e’ si per una larga parte del Comune, ma piu’ del 50 per cento e’ dei privati. Abbiamo interloquito con loro per anni, aspettando dal 2022 la realizzazione di un PUA, che non e’ mai arrivato. Oggi, nel 2024, immaginare un’altra allocazione per il Tribunale non dico che rappresenti “chiacchiere” ma si deve capire bene cosa fare, interloquendo con gli operatori del diritto. L’ altra questione e’ efficientare questo Palazzo. Non siamo intervenuti con il Pnrr perche’ esiste un finanziamento nazionale di 5 milioni, che si deve rivedere, che va aggiornato alle normative e richiedera’ molto probabilmente il 20 o 30 per cento in piu’. Noi siamo per questo Palazzo storico che sta a cuore alla comunita’, quindi nei primi cento giorni vi convocheremo per discutere con voi operatori del diritto sulle cose da fare”.

ROMEI: CITTADELLA GIUDIZIARIA NON MI CONVINCE, SERVE PRESIDIO AL CENTRO

Per il candidato sindaco dell’Udc Gennaro Romei e’ importante un presidio di legalita’ nel centro della citta’: “Un Tribunale e’ un luogo fondamentale per l’economia di un territorio. Per questo non ho mai condiviso la scelta della soppressione dei Tribunali di Sant’Angelo e Ariano. Perche’ si crea un spopolamento dei territori e un sovraffollamento come nel caso di Avellino per i Tribunali che li incorporano. Poi però c’è il telematico
In questo tempo una delle poche cose che mi convince e’ la filiera del Tribunale e la Sezione Lavoro nell’ex Distretto, il Tribunale qui e il Giudice di Pace a Palazzo De Peruta mi convince . Vedo con scetticismo la Cittadella Giudiziaria. Non siamo una Corte di Appello e siamo una città di 50mila abitanti. Chiaro che questa struttura va continuamente qualificata, ma al momento essendo questa una delle poche filiere che funziona, consentend8 anche agli operatori della Giustizia di poter lavorare nonostante le strade impervie che percorrono in questo tempo, non mi trovo d’accordo con l’idea della Cittadella.
Per una città come Avellino in questo momento i problemi sono altri. Un presidio di legalità in un momento in cui ci sono sempre più frequenti fenomeni illegali, dai piu’ grandi ai piu’ piccoli, mi fa dire che un presidio di legalità al centro della città e’ qualcosa che mi convince ancora”.

 

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